sabato 6 giugno 2015

Funny Girl di Nick Hornby



Nick, mio caro Nick, finalmente ho finito il tuo libro, che è stato per me il primo libro dei tuoi. Insomma, il mio battesimo-Hornby è avvenuto con Funny Girl... e che dire di questa esperienza?
Ho sempre sentito pareri molto discordanti su Hornby, in parole povere o lo si odia o lo si ama. Dopo aver letto uno dei suoi libri, non posso assolutamente schierami per una o l'altra posizione, posso però dire che il viaggio è stato parecchio complesso per vari motivi.
Ho iniziato a leggere questo libro a febbraio 2015 e ho raggiunto l'ultima pagina solo nel maggio 2015. Nel frattempo ho iniziato altro, ho terminato altri libri eppure:
- non ho perso il filo del discorso
- non ho mai sentito l'esigenza di dover terminare la lettura
- non ho sentito i personaggi di Nick come "miei amici"
Il discorso da fare su Funny Girl è complesso. Sicuramente la storia è molto interessante, ben scritta, scorrevole, ma manca di qualcosa, quel qualcosa che ti cattura, ti trascina nel libro e che ti fa sentire la necessità, il bisogno di leggerlo tutto d'un fiato.
La storia comincia con un concorso di bellezza al quale sta partecipando la protagonista, Barbara, concorso che lei sta per vincere se non che decide di "abdicare" e lasciare la corona alla seconda arrivata. Barbara non vuole fare la reginetta, come recita il retro copertina: lei vuole far ridere la gente. E Barbara ci riesce, diventando la regina della soap opera inglese, trasferendosi a Londra e coltivando il suo sogno, giorno dopo giorno. Il suo nome viene mutato in Sophie e diventa protagonista con Clive, un bell'imbusto del mondo televisivo, di "Barbara (e Jim)", la storia di una simpatica giovane coppia della middle class britannica.
Hornby attraverso la storia di Barbara-Sophie ripercorre quella che è la storia della televisione britannica negli anni 60, anni del boom economico e delle prime serie televisive. Anni di un Inghilterra bigotta che ritiene l'omossessualità reato, ma nella quale la libertà dei costumi non scandalizza nessuno.
Usi, costumi, modi di essere di un mondo che non esiste e sul quale Hornby si sofferma grazie a diversi personaggi, l'uno completamente diverso dall'altro, dalle mille sfaccettature. Ognuno di questi è descritto con grande attenzione, eppure ho fatto fatica a calarmi nei panni di uno solo di loro. Ho amato i loro dettagli, la sfacciataggine di Barbara-Sophie, la bravura degli sceneggiatori, la dedizione di David, la furbizia di Clive, la semplicità del papà di Barbara.
Ora che sono qui a scriverne, che tiro le redini di questi mesi di lettura più volte interrotti, posso forse azzardarmi a dire che l'intento di Nick non è portare il lettore ad amare un personaggio. Nick racconta la vita vera e nella realtà le persone sono come i suoi personaggi: umani. Ci ricorda che, anche se siamo in un romanzo, non è detto che in un ambiente troviamo qualcuno che ci vada "a genio", dobbiamo alle volte adattarci e cercare di convivere con quello che c'è di umano.
Mi piacerebbe molto poter mettere in relazione Funny Girl con altri libri di Nick Hornby, ma, come anticipato, mi è impossibile. Leggendo le recensioni su Amazon e altri siti mi rendo conto che i suoi fan lo reputano uno dei suoi migliori romanzi. Vi lascio la loro parola, per quanto mi riguarda posso dire di voler assaggiare nuovamente la sua scrittura. Sul comodino mi attende da tempo Non buttiamoci giù, vediamo se questo riuscirà a farmi innamorare dello scrittore inglese.
Per vedere il mondo a 360° vi ricordo che Funny Girl è anche un musical che è divenuto nel 1968 film con la regia di William Wyler, interessante no?

Nessun commento:

Posta un commento

Se hai piacere, lascia un segno del tuo passaggio su Life in Technicolor! Grazie in anticipo!

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...