lunedì 31 marzo 2014

Buongiorno in Technicolor #5

Ricomincia la settimana con l'ora legale. Dopo un weekend trascorso tra statuti, libri e siti sulle start-up, è tempo di tornare in ufficio ed è tempo di tornare a scrivere il buongiorno del mattino! 
The morning report, cantava Zazu in The Lion King, mentre nella versione italiana la scena è stata cassata...non chiedetemi il perché, ma era molto, molto carina. Ma non è di Zazu e del rapporto che fa a Mufasa sui pettegolezzi delle zebre e degli elefanti che voglio parlarvi questa mattina. Questa mattina infatti chiacchiereremo di: youtubers! Ebbene sì! Ammetto di trascorrere più ore davanti a youtube che davanti alla televisione, ormai ho i miei personaggi preferiti, adoro farmi letteralmente i cavoli loro la sera mentre sorseggio una tisana oppure la domenica pomeriggio prima di prendere il treno. 
Effettivamente se ci pensate noi entriamo nelle loro vite per curiosare, certo loro aprono le porte delle loro case e ci portano a spasso tra le stanze, ci raccontano cosa hanno voglia di mettersi, quanti animali domestici hanno e come si chiamano. Ormai sono davvero moltissimi i vlogger che sbrodolano parole e parole, fotogrammi e fotogrammi per raccontarci la loro vita...e noi la guardiamo. Alcuni poi sono più brillanti, altri risultano noiosi e monotoni. Se ci pensate un tempo questa cosa era tipica delle vecchiette dei paesini, che si sedevano fuori dall'uscio di casa a "tagliare e cucire" sul conto di tutti quelli che passavano di lì, inventandosi spesso cose che non avevano alcun fondamento logico. Youtube, e aggiungerei pure Facebook, rendono questo lavoro del tutto inutile: chiunque spiattella la propria vita in faccia agli altri e ad oggi è possibile fare pettegolezzi anche su persone che vediamo una volta l'anno o che abitano dall'altra parte della terra. Ecco cos'abbiamo guadagnato con la globalizzazione: noi non metteremo più la sedia fuori dall'uscio, a noi basta sederci comodamente davanti al pc, basta far scorrere un po' la bacheca di Facebook e zac! Ma sarà tutto oro quello che luccica? Alcuni utenti vomitano di tutto sulle loro bacheche, altri un po' meno, altri ancora nulla. I miei preferiti sono quelli che depistano gli amici, che raccontano cose che non fanno. Nell'era dei social tutto è lecito, anche le bugie! Buona giornata!

Ecco qui la canzone di Zazu! 






venerdì 28 marzo 2014

Buongiorno in Technicolor #4

Mentre sto scrivendo questo post il mio stomaco si sta torturando e urla incessantemente: "Ho fame! Dammi cibo!" come la pianta carnivora Audry2 della Piccola Bottega degli orrori, film che citavo qualche ora fa al lavoro, quindi se state leggendo questo post al mattino, lo citavo ieri. 
Insomma ho fame e youtube continua a pubblicizzare il cioccolato Milka con le bolle, peccato che youtube non sa che io odio profondamente quel cioccolato, dolciastro a livelli estremi e pressoché inconsistente. Avete mai pensato quanto il cibo stia invadendo il nostro panorama visivo ogni giorno?
Non so voi, ma i miei amici di Facebook si divertono a fotografare e condividere ogni cosa che fagocitano. Mangio pasta, tac: foto alla pasta. 
Mangio al Mc, tac: foto al vassoio con il tripudio di grassi idrogenati.
Siamo nell'era della pornografia alimentare. Noi ostentiamo il cibo e lo facciamo con i social, con la televisione, gli abbiamo creato degli hashtag ad hoc e condividiamo ciò che mangiamo alle parole di foodporn. Scusate: #foodporn
I programmi di cucina imperano e ora ditemi se riuscite più a fare una sola cosa senza consultare o un libro della parodi, o Giallo Zafferano o le pillole di saggezza di Carlo Cracco: se vuoi fare il figo, usa lo scalogno. Ed effettivamente vi assicuro che lo scalogno vince sulla cipolla dieci a zero! 
Ormai poi è normale amministrazione esclamare cose alla Bastianich: vuoi che muoro? Neanche mio cane mangia così merda. 
Insomma oltre che amanti del cibo noi Italiani ci stiamo pure sgrammaticando con "sti programmi televisivi". Giusto per divertirci con la fotografia alimentare, oggi infiocchetto il buongiorno con una mia foto di Instagram (quella che si lamenta del #foodporn ma che contribuisce a crearlo): si tratta degli 'gnudi che ho mangiato a Firenze e che ho prontamente instagrammato quando erano ancora caldi e vaporosi nel piatto. Si chiamano così poiché sono fatti dal solo ripieno del raviolo, 'gnudi a letto, come mamma li ha fatti. E se non è pornografia alimentare questa...

giovedì 27 marzo 2014

Buongiorno in Technicolor #3

Siete anche voi vittime del pranzo fuori casa? Anche voi andate a lavorare con millemila tupperware o loro sosia? Avete anche voi diecimila di quelle cosette di plastica che si ungono a livelli estremi e per ripulirli ci mettete minimo due ore e mezzo flacone di detersivo?
Beh, se avete risposto sì, mi consolo. Se avete risposto no, vi invidio!
Pensare ogni sera a cosa si deve cucinare per il giorno dopo e poi inscatolarlo in quei box trasparenti è davvero noioso, alcuni potrebbero anche dire alienante. E poi bisogna avere anche la borsetta per trasportare il pranzo: c'è chi ci investe e chi ha una borsa qualsiasi senza porsi il benché minimo problema. Mia mamma mi ha ripetutamente sgridata quando ha saputo che andavo a lavorare: "Con quel bruttissimo sacchetto di stoffa: orrendo!", tant'è vero che alla prima occasione mi ha comperato quello che vedete nella foto: infantile, iper riconoscibile, in perfetto stile China Town, ma vi assicuro che è davvero comodo! La mamma è sempre la mamma, ne sa! Il problema di chi pranza fuori casa, anche se sfoggia un sacchettino ultima moda, rimane sempre quello delle ciotolette di plastica, perché poi se sono farlocche...rischiate di rovesciare il contenuto ovunque! Pensate: prendete di corsa un tram e la vostra scatoletta viene shakerata come non mai, salite e poi come minimo siete pressati in mezzo ad altre decine di persone. Il vostro sacchettino viene sballottato a destra e a manca e intanto voi iniziate a pregare che il contenuto resti al suo posto. Ma quando mai!? Ecco che dai bordi comincia a fuoriuscire una certa quantità di liquido: voi non lo vedete ma ve lo sentite, allora cominciate a pregare che non macchi tutta la borsa o peggio ancora che non cominci a gocciolare il sacchetto. Insomma questi contenitori sono davvero una disgrazia. Fortuna che ne hanno inventati alcuni a chiusura ermetica, ma la paura dello shaker è sempre in azione! E oggi cosa state shakerando di bello nelle vostre borsettine? 

mercoledì 26 marzo 2014

Buongiorno in Technicolor #2

'Giorno gente! 
Mentre mi sto torturando a causa di un fantastico mal di gola, il peggiore degli ultimi dieci anni, penso ai vicini di casa. Voi che vicini di casa avete? Se io ci penso...in questi anni ho avuto vicini di casa di ogni genere, dai fantasmi agli adepti delle mutande. Sì avete capito bene: mutande!
Per esempio, ora sono circondata da un lato e dall'altro da gente che si diletta a girare in mutande, fermandosi davanti alla porta balcone a fissare gli altri vicini. Fissa che ti fissano, se ci fosse un proverbio probabilmente reciterebbe così. Poi ho la vicina che ha un candelabro ebraico enorme sul balcone e che alla fine di marzo ha ancora le luci di Natale avvolte sul balcone: non chiedetemi quale strana religione professi, probabilmente quella di Radio Montecarlo, visto che la spara a palla a ogni ora senza ritegno. 
Ci sono i vicini che non salutano anche se li vedi praticamente ogni giorno ed è ovvio che abitano nel tuo stesso palazzo, quelli che ti bloccano mentre stai togliendo la posta dalla buca delle lettere e non ti rilasciano se non dopo averti raccontato tutta la loro vita e soprattutto quanto sono cattive le compagnie che forniscono luce e gas. Ci sono i vicini fantasma, questi sono fantastici. Non sai quando ci sono e compaiono all'improvviso, così all'improvviso che pure il conte Dracula potrebbe spaventarsi, secondo me sono fantasmi vampiri, non si riflettono negli specchi, non fanno rumore: fluttuano nell'aria. Edward Cullen, ammettilo che anche tu vorresti essere un fantasma vampiro! 
Ognuno ha il vicino che merita? Beh, in qualsiasi caso io mi diverto a ficcanasare negli appartamenti dei vicini, a sbirciare oltre le tende (sempre che li abbiano messe!) e a immaginare un po' come sono, cosa fanno nella loro vita. Altri vicini degni di nota sono i miei dirimpettai, che quando usano il tablet escono sul balcone: che abbiano messo il modem dentro le piante? Non ho ancora capito. E voi che vicini avete? Magari assomigliano a Ned Flanders? Buona meditazione mentre andate al lavoro e buona giornata!

martedì 25 marzo 2014

Buongiorno in Technicolor #1

A rieccoci. Io, voi e l'andare al lavoro. Prima di proseguire nella lettura, fate passare la vecchina dietro voi che con tutte le forze sta cercando di raggiungere il posto vuoto sul tram. Si è seduta? Ecco allora proseguiamo. Buongiorno lettori! Dormito bene? Spero di sì. Sai, oggi volevo parlarvi delle pecore. Ieri ho terminato un libro che parlava di mucche (Marina Bellezza di Silvia Avallone) e oggi voglio parlare di pecore, ho uno spirito bucolico, lo so. Ma fidatevi: io non ho niente a che vedere con Heidi e nemmeno con la signorina Rottenmeier, sia chiaro! Volevo parlarvi di pecore, ma prima bisogna fare un passo indietro.
Ultimamente mi sento così bombardata da messaggi pubblicitari di ogni genere che mi domando se ho davvero sete quando bevo oppure se è un desiderio indotto da qualche strano spot che si è innestato nel mio cervellino nativo digitale. Bei tempi quando soltanto la Barilla cercava di raccontarci che i suoi fusilli avrebbero reso la nostra famiglia migliore, bei tempi quando la Mulino Bianco dipingeva le candide colazioni delle famiglie italiane. 
Ormai ogni cosa nel mondo serve a renderti la vita migliore, anche la candeggina. Prodotto utile in casa, ma vogliamo parlare dei danni che si fanno con la candeggina? Per esempio: con la candeggina posso rovinare la mia bellissima maglietta ultimo grido...che sia delicata o meno, ma sempre candeggina è! Oppure avete mai provato a mangiarvi un kg di Fonzies? Voglio vedere se alla fine riuscite ancora a leccarvi le dita per godere al meglio, o se correrete in bagno nauseati dalle patatine al formaggio. Insomma, il potere delle pubblicità conferma che siamo un po' delle pecorelle, riusciamo a farci abbindolare da Banderas e dai suoi biscotti con solo lo 0,000000001 % di grassi, perché se lo dice l'uomo che parla con le galline: saranno buonissimi e soprattutto sanissimi! "L'ho visto alla tele!" si diceva una volta, ora diciamo: "L'ho visto su youtube.". Facendo un piccolo riferimento a quest'ultima affermazione, posso assicurarvi che grazie al tubo le mie finanze di questi ultimi anni sono state investite in diversi prodotti di cosmesi. Ammetto, sono una pecora! Ma non ditemi che voi non lo siete, perché non ci credo! Beeeeeeeh, per oggi finisco qui, buona giornata!

P.S. Da dove arriva l'idea della pecora? Colpa dei miei due pupazzi nella foto! 

lunedì 24 marzo 2014

Quanto pesa Belen?

Carissimo internauta, benvenuto sul mio blog. Probabilmente sei arrivato fin qui perché preso da un'insaziabile voglia di conoscere il peso di Belen e magari pure la sua altezza hai deciso di scrivere su Google la fatidica domanda che trovi nel titolo.
Dopo averla scritta hai premuto invio e facendo scorrere una lista di siti sei capitato anche sul mio.
Riuscirò a risponderti?
Vediamo!
Qualcuno diceva che il peso dell'anima è di 21 grammi, lo raccontava un film, 21 grammi di Alejandro González Iñárritu, che riprendeva la teoria del Dott. Duncan MacDougall. Lo sapevi? Vedi hai già imparato una cosa intelligente mentre cercavi il peso di Belen. 
Posso farti io una domanda, carissimo internauta? Perché vai cercando il peso di quella donna? A cosa ti serve? Vuoi forse confrontarlo con il tuo?
Beh, dato che sono in vena di polemiche (cosa che se non avevi ancora capito, preferisco chiarire fin da subito onde evitare travisamenti vari ed eventuali) voglio spiegarti perché ti servirà di più sapere che l'anima pesa 21 grammi piuttosto che sapere il vero peso di Belen.
Ecco cosa penso:
Il peso di Belen non salverà le sorti dell'Italia, ma peggio ancora non migliorerà la tua vita.
Non è sapere il peso di Belen che ti permetterà di farti una vacanza alle Maldive, di passare indenne la maturità, di sopravvivere all'interrogazione di matematica. Sapere il peso di Belen non ti servirà in quei momenti critici quando la gente urla: "C'è un medico?", sapere il peso di Belen non ti servirà per consolare la tua amica in lacrime perché è stata lasciata dal ragazzo. 
Sapere il peso di Belen non ti pagherà gli scontrini al supermercato, le borse e i vestiti.
Sapere il peso di Belen non farà curriculum, anzi, mi hanno detto di evitare come la peste di pronunciare certe passioni ai colloqui.
Sapere il peso di Belen non ti renderà una persona migliore nemmeno quando sarai comodamente seduta dalla parrucchiera a spettegolare. Per spettegolare seriamente dovrai conoscere l'ultimo pettegolezzo della settimana, il quel momento il peso di Belen sarà già obsoleto.
Sapere il peso di Belen perché lei è il tuo modello di vita fa un po' ribrezzo. Vorrai mica diventare un suo clone? Diventa ciò che sei, perfeziona le tue abilità e soprattutto vivi la tua vita. Se hai 5 kg in più non torturarti, sii te stessa!
Certo, Belen è una bellissima donna, ma non è l'unica donna nel mondo, esistono molte altre donne alle quali puoi ispirarti.
E se sei un maschietto, ricordati che noi donne non siamo tutte come Belen, non abbiamo una schiera di massaggiatori che ci tengono in forma e ci faranno sembrare delle ventenni anche a cinquant'anni suonati, come Madonna. Non abbiamo tutto il tempo libero da dedicare alla palestra per perfezionare il nostro corpo e scolpirlo come se fosse un pezzo di marmo di Carrara. 
Per carità, se poi vuoi sapere quanto pesa Belen senza alcun fine, giusto per dire "So anche questo", cercalo pure, nessuno te lo vieta. L'importante è non fossilizzarsi e porsi degli obiettivi impossibili per noi. Il soggetto in questione è Belen, ma può essere qualsiasi altra diva Italiana o del mondo. 

Spero di non aver offeso nessuno, ho voluto scrivere questo post per tutte le ragazzine e le donne che si demoralizzano perché magari non possono diventare come Belen o come molte altre donne dello spettacolo: siate felici di quello che siete e soprattutto fate sogni che siano vostri, con i colori che vi piacciono!




Buongiorno in Technicolor! #0

Comincia oggi una rubrica completamente nuova, liberamente ispirata al "Buongiorno" più famoso d'Italia, quello di Massimo Gramellini, che praticamente, prese in considerazione le mie abilità sarà praticamente tutt'altro. Sarà uno spazio per augurarvi buona giornata e per costringermi a farmi viva più spesso da queste parti. 
Poche parole per strapparvi (si spera!) un sorriso, per allietare il vostro risveglio e i primi 5 minuti in ufficio, quando uno, dopo aver timbrato, si ritaglia qualche minuto di svago sulla rete prima di buttarsi a capofitto nelle scartoffie. Brevi post da leggere in tram o in metro, per distogliere il vostro sguardo dal tipico ragazzetto in viaggio verso la scuola, con le auricolari incollate alle orecchie, il volume a palla, lo sguardo incollato al cellulare e la mascella intenta a torturare la gomma, perché si sa, sui tram non si fuma! Voi non sapete nulla di loro eppure conoscete il nome delle mutande che indossano, grazie a quei meravigliosi pantaloni con il cavallo basso che lasciano intravedere quello che noi chiamiamo intimo e che in inglese si traduce con underwear proprio perché deve stare sotto: under. Ma si sa che da quando Anna Oxa ha mostrato gli slip sul palco di Sanremo, il mondo non è più stato lo stesso! Se poi si tratta di ragazzine, hanno i capelli piastrati, così lisci che nemmeno l'umidità più umida può sconvolgerli, e li accompagnano con un makeup che nemmeno Clio avrebbe mai potuto immaginare. Giovincelli che fondamentalmente sono assenti dal mondo, che non sanno nemmeno chi ci sta governando (non che sia semplice ricordarlo!) così abituati come sono alla precarietà. Loro che in seconda superiore possono organizzare una squadra di calcio a 11, riserve incluse, con tutti i docenti di lettere che hanno cambiato. Ma sto divagando. 
Insomma questa rubrichetta sarà la mia riflessione di ieri per il lettore di domani, sperando di non annoiarvi troppo: buona giornata e stay tuned!   

domenica 23 marzo 2014

La vendetta veste Prada: recensione!

Tra i vari libri che ho letto in questo periodo, sicuramente ce ne è uno che posso assicurarvi che sarebbe tempo perso leggerlo!
Il tomo in questione è il seguito del Diavolo Veste Prada, scritto da Lauren Weisberger: La vendetta veste Prada. 
Metto le mani avanti, facendo una piccola premessa e dico che sicuramente non si tratta di alta letteratura, sono i famosi libri "da ombrellone" quelli da leggere dopo una lunga e pesante giornata in ufficio, durante la tremenda sessione esami all'università. Letteratura rosa, poco impegnata
Nonostante ciò, ammetto di aver amato Il diavolo veste Prada, ben scritto, scorrevole, brillante, geniale, idea carina, film riuscito benissimo. Cito quotidianamente sia il libro che il film. Attendevo quindi con grande piacere il seguito. Peccato che la Weisberger abbia chiaramente scritto un libro per guadagnare. Un tipico libro inutile, che non aggiunge nulla alla storia di Andrea, solo un sacco di parole, chiacchiere, cose tendenzialmente che potevamo anche non sapere. Campavo bene anche senza questo seguito. 
La più grande pecca che ha questo libro è che quando siete a metà vi domandate: "Cosa è successo fino a qui?" Perché fondamentalmente non è successo niente, non succede niente. Pagine e pagine di vuotezza cosmica. Certo, la situazione iniziale di Andrea varia, c'è un'evoluzione sociale nella sua vita, ma è pressoché nulla rispetto al libro precedente e poi è così poco reale, nei limiti della realtà di questo mondo, che ti lascia perplesso.
E' come se la protagonista si lasciasse vivere, non decidesse mai fino in fondo di fare qualcosa. La Weisberger getta sassi nello stagno ma poi tira indietro la mano, non approfondisce le relazioni, tutto è abbozzato, accennato come se avesse paura di distruggere il mondo creato con Il diavolo veste Prada.
Personalmente avrei apprezzato più brio, più coraggio. 
Soprattutto la domanda che mi ponevo pagina dopo pagina: dov'è la vendetta del Diavolo? Dov'è Miranda? Miranda arriva a metà libro, viene evocata a livelli che "manco Bogart in Casablanca", entra in scena fa quello che deve fare, lo fa male e senza enfasi diabolica e poi esce di scena. In questo libro anche Miranda fa cose banali, è talmente banale che ad un certo punto temevo andasse a comprarsi i calzini da Calzedonia e le tshirt di H&M collezione base, cose che fa la donna comune, ma non Miranda.
La scrittura è sempre molto scorrevole, ma è la struttura che non esiste in questo caso. Mi spiace dirlo ma è proprio un libro creato per fare soldi sul successo del primo e onestamente mi dispiace davvero molto.
In questi casi allora mi domando: ne vale davvero la pena?
Se uno scrittore arriva a strumentalizzare i suoi personaggi per guadagnarci...allora è uno scrittore triste, uno scrittoruncolo. 
Cara Lauren, potevi davvero fare di meglio. Mi aspettavo un grande seguito! 
Il punto è sempre il solito: o il libro viene concepito con un seguito oppure rischi di fare un disastro editoriale. Stessa cosa vale per il cinema. L'unico film che mi sento di appoggiare che ha avuto un seguito solo grazie al successo del primo è Ritorno al futuro. 
E voi, cosa ne pensate? L'avete letto?
Fatemi sapere!

sabato 22 marzo 2014

A The Voice sbarca Sister Act

Ammetto di non aver mai guardato The Voice, so della sua esistenza, aveva un promo carino quest'anno, ma non mi siedo mai davanti alla tv con il solo scopo di fagocitarmi l'intera puntata.
Eppure nella puntata di The Voice di questa settimana è comparso un personaggio davvero singolare.
Non ci credete?
Ecco qua!


Chi è lei? Beh è Suor Cristina, una potenza della natura oserei dire! Talmente potente che i social si sono subito scatenati e tweet dopo tweet è stata chiamata in causa anche la suora più suora del mondo del cinema, Whoopi Goldberg che ha scritto così:


E voi cosa ne pensate di suor Cristina? Personalmente mi ha colpito moltissimo, i volti dei giudici esprimono a pieno quello che stavo provando in quel momento, voce stupenda e ottima presenza sul palco. Una pop star con il velo! E ora Papa Francesco dovrà televotarla, mi sembra il minimo! 

venerdì 21 marzo 2014

Mi hanno detto...

Mi hanno detto di ricominciare a scrivere su questo blog. Mi hanno detto di non lasciarlo morire, di non lasciar cadere nell'oblio quanto avevo creato qui. Mi hanno detto di tenerlo in vita, ogni giorno.
Il fatto è che il tempo è sempre meno e spesso la mia pigrizia mi porta a fare altro piuttosto che dedicarmi a Life in Technicolor
Basta però con le scuse.
Io voglio esserci. 
Voglio essere qui, presente, giorno dopo giorno. Magari non recensirò più tanti libri, magari su questo blog avverrà una svolta epocale. Insomma cari lettori, se ancora avete un briciolo di voglia di seguirmi, se vi va di accettare le mie scuse per la mia assenza, vi prometto che torneranno un po' di Life e un po' di Color da queste parti.
Ammetto che poco tempo fa avevo anche pensato di chiuderlo questo spazio, mai prendere decisioni quando si è stanchi! 

Comincio qui, ora, una sfida con me stessa e con gli impegni insorti in questo ultimo anno. Cose da raccontare ce ne sono sempre, tutti abbiamo qualcosa da raccontare, dobbiamo solo avere il coraggio di riordinare le idee e di metterle nero su bianco. Ecco cosa mi mancava: il coraggio di ricominciare. E quel coraggio, quella voglia di ritornare qui, è spuntata per caso in pausa pranzo, durante un dialogo avvolto dai caldi raggi del sole di marzo (perché questa settimana faceva davvero caldo!).
Si ricomincia!
Si riparte!
Avanti tutta: sono tornata!! 


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