giovedì 2 gennaio 2014

La cena di Natale di Luca Bianchini: recensione!

Posso dirlo?
Boh, io lo dico: adoro profondamente lo stile di Luca Bianchini e amo i suoi personaggi, sono perfettamente convinta che a Polignano a Mare posso trovare Ninella che ogni mattina si affaccia alla finestra e osserva il mare sospirando. Me la immagino un po' come Cenerentola della Disney che in camicia da notte guarda fuori dalla finestra con aria trasognante e pensa al suo Principe azzurro. 
Sono convinta anche che ci sia don Mimì con la sua adorabile consorte Matilde e il Bimby, mi vedo anche la parrucchiera di Ninella, concentrata a tingere di biondo le sue clienti, perché lei è un'artista! 
Sono convinta che ogni singolo personaggio, nato dalla penna di Luca Bianchini, esista veramente, sento che potrei incontrarli per strada, potrei farmi invitare a bere un caffè da Ninella, e poi potrei andare a pranzo da Matilde, potrei chiederle se mi fa le polpette, ovviamente senza Bimby.
Sono impazzita? 
No, è semplicemente l'effetto Bianchini (non di un bianchino, ma cosa leggete!) cominciato con Io che amo solo te e continuato con La cena di Natale, romanzo che riprende i protagonisti conosciuti nel fortunato volume estivo, che qui ritornano più in forma che mai per un cenone di Natale, come fanno a Bari, ma organizzato all'ultimo secondo da Matilde che ha completamente dato di matto dopo aver ricevuto in dono dal marito, don Mimì, un anello. Convinta che il marito è riuscito a dichiararle il suo amore, decide di allestire questa cena, invitando anche il figlio Damiano e la neo-moglie Chiara. I progetti di Natale fino alla mattina del 24 prevedevano pranzo a casa di Chiara e Damiano il giorno 25 dicembre, ma Matilde vuole strafare, ricordando a Ninella, la consuocera ed ex morosa del marito, di essere lei la donna amata da don Mimì. 
Luca Bianchini riporta sul palco tutti i suoi personaggi con tutte le loro caratteristiche, mettendo in scena una commedia tragicomica dove è impossibile restare seri. Tra proprietà coniugali da rivendicare, brodo senza dado, test di gravidanza e gravidanze inattese, tinte biondo Kidman, anelli e regali riciclati i personaggi riescono a dare il meglio di se stessi e vi costringeranno pagina dopo pagina a divorare il romanzo, per capire se finalmente Ninella riuscirà a farsi questa tinta e soprattutto se Matilde riuscirà a mettere in atto questo piano-vendetta con il cenone di Natale, come usano a Bari. 
Un libro divertentissimo perfetto da regalare a Natale, quindi segnatevelo tra i regali da fare nel 2014! Altrimenti potete regalarlo per l'Epifania, che tutte le feste si porta via e porta con sè solo depressione e poca voglia di rientrare al lavoro, in questo modo potrete offrire qualche ora di svago ai vostri amici! 
In qualsiasi caso, Natale o meno, leggetelo perché merita davvero.

Spero esca presto un sequel, che onestamente non so se sia previsto, ma a questo punto io voglio un libro sul battesimo del figlio di Chiara e Damiano. Non voglio svelarvi nulla se sia o meno incinta la donzella, ma prima o poi un figlio lo faranno...no?
E poi sento che a stento riuscirò a stare lontano da Polignano a Mare e dai suoi fantastici personaggi!
Notizia molto gradita: ho scoperto che faranno presto un film tratto da Io che amo solo te...ottima idea! 


Ragazze mancine di Stefania Bertola: recensione!

Adoro Stefania Bertola, non ho letto la sua opera omnia, ma mi sento autorizzata a definirmi sua fan in progress. 
Ho cominciato a conoscere questa scrittrice attraverso il suo libro Romanzo Rosa, un geniale romanzo breve ambientato a Torino che avevo recensito tempo fa, contagiata dal suo stile, non ho potuto fare a meno di fiondarmi immediatamente sul suo ultimo libro: Ragazze mancine.
Ancora una volta Stefania Bertola ci racconta storie di donne, le protagoniste Adele ed Eva sono completamente diverse l'una dall'altra, la prima abbandonata dal marito dal quale ha ereditato un cagnone, si ritrova improvvisamente a zonzo senza casa e soprattutto senza soldi, l'altra ha una figlia avuta da un uomo di cui non sa bene l'identità nel romanzo è in fuga da un uomo che vuole il suo medaglione.
Una vicenda in perfetto stile Bertola, intricata al punto giusto e complessa da raccontare, una storia che vi coinvolge fin dal momento in cui Adele si ritrova in macchina Eva che la costringe a partire a tutto gas per sfuggire a un uomo la cui identità rimane a noi ignota solo per qualche pagina.
Stefania Bertola riesce a regalarci una storia avvincente, con dei personaggi divertenti e a tratti grotteschi, è molto abile nel dipingere la follia umana di chi ha tanti soldi e crede di utilizzarli per ottenere tutto quello che vuole. Adele e Eva provengono da mondi diversi, Adele è la donna che non ha mai lavorato un giorno nella sua vita, non sa fondamentalmente fare nulla (o poco) e quando viene abbandonata dal marito, senza più soldi, capisce che deve rimboccarsi le maniche. Eva invece è l'opposto, è colei che sa accontentarsi, che vive di fortuna e non si preoccupa del domani, per la figlia va bene anche una bambola storpia, infondo è pur sempre una bambola! Sono modi diversi di approcciarsi alla vita, modi discutibili e che non possono piacere a tutti, forse un po' portati agli eccessi dalla scrittrice, ma che sono perfettamente in linea con il suo stile un po' sopra le righe. 
I ricchi di Stefania Bertola sono persone piene di segreti e senza amici, l'amicizia sta in mezzo alle persone che hanno poco e che cercano di essere felici con poco. Un messaggio forse vecchio, ma che in un periodo di crisi fa ancora riflettere, se il lettore non vuole fermarsi alle vicende dei personaggi e cerca di scavare in profondità, a mio parere può trovare in questo libro una critica al modo di vivere di oggi.
Ragazze mancine è un libro davvero piacevole e intelligente, riesce a vedere oltre le persone e lo fa con quell'ironia che nei romanzi della Bertola non manca mai, quel sorriso a volte amaro che nasconde dietro a una "grassa risata" una lacrimuccia. Un romanzo che racconta la nostra Italia. 

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...