martedì 27 agosto 2013

Miele di Ian McEwan: recensione!

Avevo in lista questo libro da mesi e a dire il vero l'ho già finito da qualche settimana, ho voluto farlo sedimentare perché volevo capire effettivamente se mi era piaciuto o meno.
Ho letto pareri molto discordanti su Miele di McEwan, c'è chi lo ha amato e chi lo ha odiato. E io dove mi colloco?
Abbiate pazienza, facciamo un salto nel passato, nel mio passato.
Quando è uscito Espiazione, non ho potuto fare a meno di gustarmelo, con piacere. Conoscevo vagamente l'autore del romanzo, avevo letto quando ero dodicenne: L'inventore dei sogni, mi aveva piacevolmente incuriosito e affascinato la fantasia di McEwan. Sapevo che era uno scrittore "forte". La mia prof delle medie un giorno, quando ormai ero universitaria, mi ha detto: "Prova a leggere i romanzi, vedrai come cambia.".
Avevo avuto l'esperienza-Pennac, ovvero avevo letto i libri per ragazzi e poi ero rimasta meravigliosamente sconvolta dal suo stile secco e allo stesso tempo concitato che utilizzava nei libri con il signor Malaussene. 
Pennac è un genio, riesce a scrivere con voci differenti a seconda delle persone alle quali è rivolto il romanzo. Speranzosa di ritrovare lo stesso genio in McEwan, dopo aver visto Espiazione, ho deciso che avrei dovuto leggere assolutamente il libro.
Disastro e non so nemmeno come sia avvenuto!
Ero letteralmente "presa bene" dallo stile di McEwan, avevo consigliato il libro a millemila persone prima ancora di finirlo e poi? Non so cosa sia successo. La definirei una sbandata, non so. Sta di fatto che ho abbandonato la lettura di Espiazione a metà libro. Vi prego di non farlo, perché questo romanzo non lo merita affatto! Non so cosa mi sia successo, soprattutto come sia possibile che non sia ancora riuscita a recuperarlo! Espiazione giace fermo sulla mia libreria da tempo, ma la cosa che più mi infastidisce è che non so spiegarmi il perché. E' passato molto tempo ormai dal giorno in cui ho riposto espiazione sulla libreria, quasi dimenticandolo, ma restando allo stesso tempo innamorata del film, tanto da vederlo, rivederlo e consigliarlo a tutti. 
Il tempo passa ed esce Miele. Incuriosita da questo nuovo romanzo mi sono trattenuta dal leggerlo. Avevo quasi paura di affrontare nuovamente questo scrittore. Temevo di non riuscire a leggerlo, di abbandonarlo nuovamente. Da quel momento è trascorso un anno circa e dopo una gita serale in libreria trovo un libro, "Come leggere uno scrittore". McEwan è tra quelli nominati, capisco che devo leggerlo assolutamente. Dalla sera alla mattina ho preso una decisione: devo leggere un libro di McEwan, quale? La risposta non tarda ad arrivare: Miele.
Mi tuffo letteralmente nella lettura obbligandomi a finirlo.
E....che tuffo!
Sono, come vi dicevo poco fa, rimasta estasiata, affascinata, impressionata da McEwan, mi sono innamorata del suo stile, del suo modo di costruire la trama. 
Serena è figlia di un vescovo, laureata in matematica, obbligata dalla madre ad approcciare una carriera scientifica a discapito dei suoi sogni che l'avrebbero indirizzata verso studi umanistici. E' una ragazza giovane, che fin da quando era piccola ama leggere i libri. L'Intelligence decide di arruolarla e di farla lavorare al progetto Miele, che le richiederà di avvicinare lo scrittore Tom Haley e di assoldarlo segretamente per farlo scrivere riguardo la causa dell'Occidente. 
Detta così la trama forse non ha niente di che, non sembra essere quella gran genialata o quella trovata pazzesca degna di un nobel. Eppure le emozioni che McEwan regala durante la lettura sono uniche. Il personaggio di Serena è costruito magistralmente, è apatica, non la si ama nè la si odia, sembra una specie di rapporto oggettivo, un report di un'attività, una donna quasi monotona e anche i suoi colpi di testa sembrano rientrare all'interno di un calcolo matematico, quella stessa matematica che lei rifugge ma che in realtà è parte integrante della sua vita. Una donna incapace di amare, incapace di vivere, brava a divorare libri ma nemmeno di grande qualità, romanzucoli acquistati per pochi soldi nelle librerie.
Accanto a lei poi ruotano altri personaggi che noi conosciamo dalla sua voce narrante, il libro infatti è scritto in prima persona e tutta la storia viene filtrata dagli occhi di Serena.
Tom Haley poi...vi stupirà, un personaggio davvero interessante, con una personalità che non riuscirete bene a inquadrare fino alla fine.
Da un certo punto del romanzo in poi comincia quella che io definirei la corsa finale, quelle cinquanta pagine nelle quali si scoprono molte delle verità del libro, vengono rivelati aspetti che prima non avevamo nemmeno lontanamente immaginato. 
Una corsa finale che ha il sapore dei 400 colpi, della libertà, della purificazione, una corsa che porta alla confessione delle verità nascoste che molti personaggi portavano con sè.
Fondamentalmente non si sa mai dove McEwan voglia andare a parare, non si può immaginare cosa accadrà dopo. Mc Ewan non delude, bisogna solo stare al gioco e attendere con calma.
Spero di riuscire presto a riprendere in mano Espiazione, credo che sia arrivato il momento giusto.


AAA: cercasi libri fantasy!

Ricompaio sul blog in questi giorni per domandarvi una cosa, un'informazione.
O tu, caro lettore che passi da codeste parti, vuoi aiutarmi con questo quesito che mi attanaglia da qualche giorno a questa parte?
Passeggiando giorni or sono con un cellulare in una mano e una borsa di Sephora nell'altra (sorvoliamo sul contenuto che è meglio!), fotografando ogni beltade di Torino che mi stava circondando a destra e a manca, mentre postavo su Facebook la foto dell'insegna di un negozio che recitava "Porcocane", mi sono chiesta:
ESISTONO LIBRI FANTASY AMBIENTATI A TORINO? 
Tornata a casa, dopo aver percorso come mia abitudine almeno una via nuova per conoscere sempre di più questa magica città, mi sono seduta al pc e ho interrogato Google e attualmente sono giunta a questa risposta:
- La viaggiatrice di O di Elena Cabiati
L'ho acquistato a 9,90€ e...ho concluso che tutto sommato questo libro non mi convince molto.
Non era quel genere di fantasy che andavo cercando. 
C'è da dire che è stato scritto per ragazzi, ma non è questo quello che mi fa dire che questo libro non mi sta piacendo molto, ci sono altre varie cose che personalmente mi farebbero venir voglia di tirare le orecchie all'editor che l'ha curato, nemmeno tanto alla scrittrice. Lo scrittore va incanalato e bisogna tirar fuori il meglio dalle sue storie. In questo caso l'editor ha lavorato proprio male.
A parte questo, non avendo trovato altro, fatta eccezione per un libro che narra le storie di un taxista che trasporta fantasmi, giro la domanda a voi: esistono libri fantasy, racconti o simili ambientati a Torino?
Se ne conoscete qualcuno, scrivetemi il titolo qui sotto nei commenti. Altrimenti se conoscete altri libri fantasy ambientati in città italiane...beh, sono tutti i benvenuti nella mia lista di libri da leggere! 

Grazie per la vostra collaborazione!

domenica 11 agosto 2013

Sere d'estate #1

Agosto...e lavoro!
Ebbene sì, niente ferie in agosto quest'anno, anticipate a luglio. Poco male, unica pecca è che ogni domenica alle ore 17.13 devo prendere un treno per Torino e quindi sto passando le mie domeniche sera nella città Sabauda. Temevo di trascorrere un'estate noiosissima, in realtà le otto ore lavorative corrono in fretta e nonostante tutto tra passeggiate dopo le 18, passeggiate dopo cena con gelato..si sopravvive e si fanno anche molte scoperte interessanti.
La prima scoperta piacevole di quest'estate è la proposta della Domenica sera del nuovo canale di La F. Va in onda infatti tutte le domeniche sera Orgoglio e Pregiudizio, la meravigliosa serie televisiva della BBC con Colin Firth nei panni di Mr Darcy, che a mio parere è il miglior Darcy di sempre: che uomo.
Una serie tv davvero ben fatta, tratto da un romanzo che onestamente non sono mai riuscita a terminare, ma di cui ho visto diversi adattamenti cinematografici. Per quel poco che ho letto posso assicurarvi che questa serie tv è davvero fedele al libro ed è molto piacevole da vedere. Belle ambientazioni, begli ambienti, sceneggiatura curata, fotografia ottima, inquadrature ben costruite, insomma un ottimo prodotto inglese che rende merito a un romanzo obiettivamente difficile da far leggere alle giovani donzelle di oggi. Potrebbe essere un ottimo mezzo per avvicinarle a questo genere di letteratura, che a volte viene accantonato a favore di altro. 
Altra piacevole scoperta di queste serate torinesi è il gelato affogato al cioccolato di Alberto Marchetti, gelateria che ha recentemente aperto su via Po; con tre euro vi accaparrate uno spettacolare affogato al cioccolato con due palline di gelato: promossissimo!
Insomma, tutte piccole gioie che allietano e rendono più sopportabile il caldo estivo.
Inoltre ho trovato un paio di AllStar che adoro (vi ho messo la foto, meglio di una fession blogger!!), vintage con la bandiera inglese, molto carine, al 50% con i saldi...beh, anche quelle avrebbero allietato la mia estate.
Ovviamente non mancano i libri, pensavo che l'estate 2013 sarebbe stata dedicata a Claudio Magris, ma in realtà le mie letture stanno prendendo una piega inaspettata, si è fatto largo McEwan e già lo adoro come scrittore. Vi farò dei post specifici sui libri letti, non preoccupatevi e non preoccupatevi nemmeno se ho rallentato la quantità di post pubblicati, spero di rimediare!
Detto questo vi saluto e torno a vedere Orgoglio e Pregiudizio.
Alla prossima!


Io la foto alla Coca Cola non la faccio!

Le vostre bacheche di Facebook ve lo rammentano ogni giorno, al supermercato, nei fast food, in pizzeria, ovunque voi possiate berla, la Coca Cola vi ricorda che potete berla CON un ipotetico tizio che varia dalla mamma, dal fratello, passando per svariati nomi propri di persona sia al maschile che al femminile, deviando su espressioni come "amore", "tesoro", "amici". In ogni declinazione l'avete fotografata e schiaffata sulla bacheca di Facebook, più volte, ogni lattina un nome diverso e una nuova foto su Facebook. 
Ho osservato questo fenomeno con aria incuriosita, lo ammetto. La Coca Cola è riuscita a farsi pubblicità gratuitamente, tutti sono corsi a comprare la lattina con il proprio nome, tutti hanno rovistato nei frigo, hanno scelto la bottiglia di Coca Cola più adatta alla tal festa, tutti noi siamo stati dei promoter
Volontariamente o involontariamente abbiamo aiutato il colosso americano a guadagnare soldi. Loro hanno confezionato una pubblicità strappalacrime, una di quelle in cui ti senti fiero di essere parte di questa fighissima umanità in cui, per ogni arma costruita, diecimila mamme fanno una torta. Che gioia! 
E mentre fotografavamo e assumevamo quintali di zuccheri non ingrassavamo solo la nostra pancia, ma incrementavamo le loro entrate. Quanto avrà fatturato la Coca Cola con questa fantastica e spiazzante campagna di marketing? 
Scommetto che gente che al massimo compra due lattine all'anno grazie a questa campagna ne ha comprate molte di più. Fate una rapida ricerchina su Google e divertitevi, datevi una pacca sulla spalla e ditevi: "Bravo, bravo, anche tu hai contribuito!".
Non so se ridere o piangere, al di là dell'azienda Coca Cola che ha tutti i suoi bei lati cattivi, perfettamente in linea con tutti i grandi colossi, che copre con tante belle e buone azioni, sono convinta che ci troviamo davanti a un nuovo modo di farsi pubblicità.
Ci avevamo provato noi di ArtInTime con ScattInTime, prendi una cartolina, fotografati e schiaffala (scusate il gergo) sulla bacheca di Facebook. Grazie al principio del marketing virale, anche le persone a cui fondamentalmente non poteva interessare la rivista potevano andare a scoprire cosa fosse ArtInTime. Pubblicità legale? Beh, noi non prendevamo soldi da nessuno e non eravamo di certo le prime a proporci con un'iniziativa di questo genere. Era tutto gratuito, ma ammetto che era un modo per farsi conoscere, nel nostro piccolo e con un passaparola sicuramente insignificante rispetto a quelle del colosso americano.
Credo che il mondo della pubblicità sia cambiato, il passaparola è sempre esistito, ma ora si fa su facebook, con una foto e a volte infastidendo anche gli amici, arrivando a postare cose che agli altri magari momentaneamente non interessano, ma poi ad un certo punto si rendono conto di non poterne fare a meno.
Prendiamo ad esempio la pubblicità di Apple, l'azienda americana in pochi minuti vi fa capire che senza un prodotto Apple non potete vivere, oppure potete vivere, certo, ma la vostra vita non sarà supersonica come con un prodotto con l'etichetta della mela morsicata. Verità o bugia? Nella pubblicità la linea tra le due è molto sottile, quasi invisibile. La pubblicità serve per vendere, nient'altro. 
Coca Cola cattiva? Apple iper cattivissima? Sono solo due esempi, provate a guardare le pubblicità e divertitevi a smontarle per capire quanto il prodotto debba sembrare indispensabile per lo spettatore. Alcuni ci riescono e trasformano lo spettatore in promoter, altri lo legano a lui per moda, altri ancora non ce la fanno, ma la marca resta grazie anche a slogan e quant'altro e quando dovrete comprare qualcosa, quelle immagini vi ritorneranno in mente e la vostra mano acquisterà il prodotto più noto a discapito di quello meno conosciuto.
E' il mondo della pubblicità.
Per quanto mi riguarda, da quando ho scoperto MoleCola preferisco bermi quella e prima di lei preferivo la Pepsi alla Coca Cola. Dovevo dirvelo! 

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