sabato 27 luglio 2013

Inferno di Dan Brown: recensione!

Ebbene sì, l'ho letto anche io. A dire il vero l'ho finito da un po' di tempo, ma solo ora riesco a sedermi al pc a raccontarvi le mie impressioni su Inferno di Dan Brown. 
Faccio una piccola premessa.

Dan Brown è sbarcato in Italia con "Il codice Da Vinci" e una marea di polemiche legate a quanto egli racconta, a quello che dice per quanto riguarda l'arte, ma anche per quanto riguarda la religione. Onestamente non ho mai voluto "puntare il dito" contro Dan Brown, trovo sia un errore accusarlo di aver detto cose sbagliate, semmai bisogna preoccuparsi se ancora c'è gente che usa i romanzi come se fossero libri di storia. 

Se necessito di una lettura critica di Leonardo Da Vinci, di certo non vado a prendere Dan Brown, ma prendo un libro che tratta nello specifico di questo pittore, poi ne prendo un altro e un altro ancora, magari consulto studiosi che hanno posizioni differenti, per crearmi poi una mia idea, se voglio, su Leonardo Da Vinci. 
Che poi Dan Brown abbia detto: "Mi sono basato su teorie vere..." eccetera, eccetera, questo è un suo problema, il lettore deve sempre ricordarsi di una cosa: ha in mano un romanzo, al massimo può essere un punto d'ingresso nella storia dell'arte o nella Storia, quella con la S maiuscola, ma quello non è un trattato storico o artistico. All'inizio dei libri di Dan Brown, come accade all'inizio di molti romanzi, ci sono cinque, sei righe che dicono che i fatti narrati sono pura fantasia. 
Certo, forse se uno scrivesse un romanzo dove Cristoforo Colombo è sbarcato in Giappone invece che in America, potrebbero esserci dei problemi, per quanto tutti sappiano che è sbarcato in America, forse sarebbe meglio se lo scrittore si attenesse alle vicende della realtà, ma nulla vieta di rimescolare le carte. 
Mi fermo qui perché altrimenti non recensisco più inferno...e non va bene!

Inferno è l'ultima fatica di Dan Brown, un ottimo romanzo da ombrellone che io ho letto, per motivi di prezzo, in formato ebook. Onestamente non pensavo di leggerlo, mi ero fermata ad Angeli e Demoni, ho sempre apprezzato moltissimo lo stile di questo scrittore, scorrevole, affascinante, intrigato al punto giusto. Un'amica mi ha detto che lo stava leggendo, aggiungiamoci il fatto che io apprezzo quando gli scrittori stranieri scelgono di ambientare le loro vicende in Italia, insomma, queste due cose mi hanno fatto cliccare sul tasto acquista di Amazon.it.
Mentre lo scaricavo, a soli 9.90 euro, pensavo a quanto costi il cartaceo, 25 euro...tantissimo a parere mio per un libro! Certo è un bel volume, ma costa assai!! E' chiaro che Mondadori abbia voluto puntare sulla vendita dell'ebook, oltretutto è un libro che si presta visto che è parecchio spesso. Non so come siano andate le vendite, ma credo che in ben pochi abbiano accettato di investire così tanto per il cartaceo e soprattutto per un libro di Dan Brown, che nessuno vuole esporre in salotto, anzi, c'è chi si vergogna di averlo letto!
Appena ho cominciato questo libro sono stata subito trascinata nello stile di questo scrittore, unico e inconfondibile. La storia è molto semplice: il mitico professore Robert Langdon è stato ingaggiato per comprendere un arcano segreto che si cela dietro una serie di indizi tutti legati all'Inferno di Dante, con tanto di morti, inseguimenti e rischi di malattie gravissime che potrebbero sterminare parte del genere umano.

La ricetta di Dan Brown è sempre la solita, un morto all'inizio, un intrigato mistero da risolvere, una donna che accompagna Robert Langdon nel suo percorso, una città, Firenze in questo caso e aggiungerei senza anticipare troppo, non solo Firenze, un cattivo super cattivo con un piano iperdiabolico e tanta, tanta, tanta cultura. 
Un libro che ovviamente si presenta ben scritto, si divora davvero in pochi giorni, ma un libro con qualche piccolo neo.
Arrivata al 25% circa di lettura, mi sono ricordata di quanto sia anticlericale il personaggio di Langdon, che io identifico con Dan Brown e di quanto siamo stereotipati noi poveri Italiani! La storia è ambientata in Italia e possiamo renderci conto di come il nostro scrittore americano racconti a tutto il mondo che in Italia aleggia un odore di caffè. Ma!? Sta bene? Insomma, per Dan Brown gli Italiani sono tutti spaghetti, pizza, caffè, calcio e mandolino. Che fantasia. Fortuna che è un romanzo e quindi è un'opera di fantasia. 
Riguardo la questione dell'anticlericalismo, è una cosa che può urtare se si è credenti. Ha questa avversione contro la chiesa e le sue regole che quasi in alcuni punti risulta fastidiosa, ma raggiunge il suo apice alla fine del libro.

Mi spiace dovervi rivelare così tanto, anzi, se non lo avete letto vi consiglierei di chiudere qui, ma alla fine dell'intricato mistero, dopo aver setacciato Firenze sulle orme di Dante, dopo aver letto la divina commedia su iPhone chiesti in prestito davanti alla tomba di Beatrice (ditemi che l'ha pagato la Apple!), dopo aver avuto a che fare con una donna il cui QI supera quello di tanti geni, dopo aver scoperto che la donna a capo dell'organizzazione mondiale della Sanità è un bel peperino, si arriva alla fine. Scopriamo che il cattivo super cattivo, protetto da un'organizzazione segreta, è riuscito a creare un virus tremendo che ha liberato in una grotta sotterranea a Instambul, incrociando concerti di musica con Dante, si arriva al punto in cui tutte le cose tornano e in cui io mi sono detta: Oddio che visione triste.

Vi spiego, che è meglio.

Il cattivo super cattivo, detto anche Zobrist, è un genetista, è convinto che la popolazione della Terra sta crescendo all'impazzata, una volta c'erano le pestilenze che servivano a decimare la popolazione ed erano perfette per evitare una sovrappopolazione del pianeta, oggi invece si va verso l'autodistruzione. Verrà un giorno in cui non ci sarà cibo per tutti. Egli propone questa teoria, che io ho veramente reso in modo spicciolo, a Elizabeth Sinskey, la donna a capo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Questa non è assolutamente convinta di quanto dice Zobrist. Lui però decide di agire a prescindere dalla volontà di questa donna e architetta un piano per liberare qualcosa che causerà una decimazione della popolazione.
Ammetto che sul subito ho pensato a una nuova peste, visto che la maschera del medico della peste del medioevo viene stracitata, poi la maschera di Dante assume un ruolo davvero importante nel romanzo, ma la cosa più ovvia non è quella giusta se lo scrittore è bravo.
Infatti Dan Brown riesce a trascinarti bene nella vicenda, regge la storia, costruisce una bella trama fitta che ti porta  a scoprire che cavolo si è inventato Zobrist. Lo scopriamo e rimaniamo a bocca asciutta. Diciamo che ad un certo punto si capisce che cosa si è inventato il cattivone, ma uno non vuole crederci perché è tremendo!

Praticamente Zobrist ha inventato una specie di virus passivo che non dà sintomi, ma che renderà sterile un determinato numero di uomini, non permettendo a tutti di procreare e quindi mantenendo così sotto controllo il numero di persone presenti sul pianeta.
Si può essere d'accordo o meno. Nel mio "Inferno" ideale io avrei proposto all'Organizzazione Mondiale della Sanità di cercare un antidoto, perché non concepisco questa logica del contenere la popolazione mondiale. Personalmente vedo ogni giorno che nel nostro mondo viene sprecato talmente tanto cibo che il terzo mondo potrebbe vivere molto meglio, per non parlare di un'educazione sessuale fatta in modo sensato verso i paesi che ancora non sono sviluppati. E qui non stiamo parlando di "preservativo sì/preservativo no", c'è un discorso etico ed educativo più ampio da fare in questi casi. Inferno finisce con l'accettazione da parte di Elizabeth di questa teoria di Zobrist, aiutata anche dalla donna con il QI supersonico, Sienna Brooks che ha visto le popolazioni povere da vicino e ha capito che non si può aiutare tutti nel mondo.
Praticamente Inferno è un libro dove alla fine si fanno male in pochi, il cattivo super cattivo vince e i buoni alla fine dicono: "Toh guarda, tutto sommato aveva anche ragione". Non so, io ho percepito questo. 
Non voglio tediarvi eccessivamente, il post si sta allungando oltre ogni previsione.
Concludo dicendo che, finale a parte, il libro si fa leggere in modo piacevole, ottimo libro da ombrellone, libro da prendere con le pinze, ricordatevi che è pur sempre un libro e non un trattato scientifico. Apprezzabile tutto il lavoro fatto su Dante, apprezzamento di tipo fanatico e non da studiosa. Non so se sia tutto corretto.


VOTO:
e mezzo!

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