martedì 8 gennaio 2013

Le campane di Charles Dickens: recensione!

Sono commossa, sono finalmente riuscita a leggere Le campane di Charles Dickens, un libro che ho iniziato praticamente ogni anno sotto le feste di Natale e che non ho mai finito!
In realtà l'ho terminato ieri, 7 gennaio, quindi le feste di Natale erano concluse, ma sono ugualmente contenta perché non è una storia Natalizia, quanto di Capodanno, quindi una lettura adatta ai primi giorni dell'anno.
Le campane racconta la storia di Toby Veck e di sua figlia Meg, lui è un fattorino mentre Meg è una giovane donna, innamorata di Richard. I due giovani vorrebbero sposarsi a Capodanno, ma le opinioni della gente non appoggiano questo matrimonio perché i due ragazzi meriterebbero di crescere ancora un po' prima di scegliere con chi condividere il resto della loro vita. 
A fare da cornice in questo racconto di Dickens è il campanile, con le sue campane, Toby sente le loro voci, viene chiamato da queste, tanto che una notte gli sussurrano che la porta del campanile è aperta, quindi corre a chiuderla ed è proprio in questo momento che ha origine il suo viaggio.
Toby si ritrova in preda ai folletti della campane, spiritelli che lo portano a conoscere il futuro, la storia della sua amata Meg che, rimandato il matrimonio con Richard, si ritrova povera e sola, triste, sempre al lavoro per mantenersi. Lui è morto, quindi la figlia deve provvedere da sola al suo sostentamento.
Una storia triste con uno scopo didascalico che ricorda il più celebre Canto di Natale, i folletti sono paragonabili allo spirito dei Natali futuri e Toby non è propriamente come Mr Scrooge, ma occupa la stessa posizione, è colui che deve rivedere i suoi ideali per vivere il nuovo anno in modo migliore rispetto a quello passato. 
Credo che Le campane sia un racconto molto interessante, da leggere dopo il Canto di Natale e da regalare a chi si vuole bene proprio come augurio per il nuovo anno che sta per nascere. E' meraviglioso il modo attraverso il quale Dickens racconta della venuta dell'anno nuovo, come la gente lo attende, quali siano i rimorsi, le speranze, storie dell'800, ma che hanno un'attualità che in alcuni punti è disarmante. 
Una cosa che mi ha colpito è il modo in cui Dickens ci descrive i folletti delle campane, come parlano, come si presentano, come se lui stesso li avesse visti. Dickens aveva vissuto nel periodo della fantasmagoria, della lanterna magica, era appassionato di fantasmi e tutto questo si riversa nei suoi racconti donando loro un forte senso di realismo.
Penso sia chiaro che questo libro mi è piaciuto davvero molto, certo, è un'opera datata, che potrebbe presentare dei problemi a livello di lettura, perché non ha quella dinamicità tipica dei contemporanei, ma è comunque leggibile, il lessico è semplice e la stesura è lineare. 
Credo sia un bel libro da regalare per Natale, davvero! Me lo devo segnare!

Vi saluto con le ultime righe di questo libro, perché possano essere un augurio per il 2013 appena nato: 

"Possa dunque il nuovo anno essere felice per te 
e per tutti quelli la cui felicità dipende da te! 
Possa dunque ogni anno essere più felice del precedente 
e anche il più piccolo dei nostri fratelli 
e delle nostre sorelle 
possa godere della giusta parte 
di quel che il creatore gli ha destinato."

VOTO:



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