martedì 31 luglio 2012

London 2012

Le Olimpiadi sono iniziate e per la terza volta nella storia dell'Olimpiade moderna si svolgono a Londra, città magica e multietnica, città che adoro.
Venerdì 27 si è svolta la cerimonia di inaugurazione, diretta da David Boyle il regista di Trainspotting e The Millionaire ha saputo dar voce alla storia britannica esaltandone la sua forza, la sua bellezza e la sua internazionalità. Dai verdi prati della campagna inglese siamo finiti ne pieno della rivoluzione industriale con uno splendido Kenneth Branagh che ha recitato alcuni versi de La tempesta, poi è stato il momento della cultura, centinaia di letti a ricordo del Grate Ormond Street Hospital, ospedale a cui Barrie ha devoluto tutti i diritti del suo celebre Peter Pan, è stato il momento di Voldemort, del Children Catcher e di Mary Poppins, capitolo sulla letteratura per l'infanzia aperto dalle prime righe di Peter Pan letto da Johanne Kathleen Rowling. Momento comicitá con tanto di James Bond che recupera la regina a Buchingam Palace e la scorta allo stadio olimpico e poi Mr. Bean con il suo Chairots of Fire, per noi Italiani Momenti di Gloria.
Poi c'è stata la musica: Queen, Beatles e altri, intervallati da soap opera e televisione, il tutto è culminato in una parata di 10000 atleti a cui è seguita l'accensione del braciere olimpico, nascosto al centro del campo.
Una cerimonia spettacolare, magica, Inglese. Ho letto molte critiche riguardo l'eccessiva autocelebrazione del Regno Unito, gente che preferiva Pechino, altri che denunciavano la struttura troppo sconclusionata.
Non so che cerimonia abbiano visto queste persone.
Certo, era lunga, io ammetto di non aver retto fino alla fine, ma parliamo della storia dell'auto celebrazione: cosa dovevano are per tre ore e mezza? Invitare la Merkel a fare un monologo? Inserire uno streep tease di Victoria Beckam? Oppure infilarci una sfilata di moda? Non so... Certe volte di fronte a certe critiche resto sconvolta, soprattutto quanto mi trovo davanti a giudizi infondati o espressi spesso senza motivazione.
Penso che ieri sera Danny Boyle abbia portato a casa il suo oro olimpico mettendo in mostra le bellezze dell'Inghilterra, ricordando che nella west End ci sono più musical che a Broadway, dimostrando che la cara Elisabetta non è così fredda e inespressiva come sembra, anzi, si è prestata bene al gioco. Ha dimostrato che gli inglesi non hanno paura di sfoderare Mr Bean e di ricreare su di lui la scena madre di uno dei film che ha consacrato agli Oscar la cinematografia inglese, oserei, post Hitchcock! Ha dimostrato che se prendo Kenneth Banagh posso fargli recitare Shakespeare in mezzo a un Prato, poi ci metto la Rowling, una scrittrice, a leggere Peter Pan, un attore che si finge James Bond...insomma, io quando vedo queste cose penso: cos'avremmo fatto noi in Italia? 
Poi però ripenso alla cerimonia di Torino 2006 e mi dico: no dai, siamo capaci di esaltare il nostro bel paese, nonostante tutto. Forse è il periodo storico che mi fa cadere le braccia, purtroppo si vedono sempre i soliti incapaci sorpassare chi vale e queste cose fanno venire il nervoso. Sapete, credo che noi Italiano siamo bravi a svenderci all'estero e a non credere minimamente nelle nostre possibilità. Potremmo essere una delle nazioni più invidiate eppure...ci perdiamo in un bicchiere d'acqua. 
La cerimonia olimpica serve forse da campanello di richiamo per dire alla nazione: ehi, non vedi quello che sei? Non ti accorgi di quello che hai, della tua gente, della tua ricchezza che non si misura in titoli, ma in persone?
Il Regno Unito forse è più patriottico dell'Italia, noi no, siamo un po' esterofili! Forse dovremmo rivederci quella cerimonia di Torino 2006, forse dovremmo provare ad andare in libreria e prenderci un libro di Pavese, di Verga, di Bassani, di Calvino, di Levi, della Morante, di Moravia...dovremmo prenotare una vacanza a Firenze, a Roma, a Venezia, a Napoli, a Palermo....dovremmo mangiare una pizza in più. Ma sto divagando.
Tornando alla tanto dibattuta cerimonia: Boyle ha fatto bene a fare queste scelte, se proprio vogliamo trovargli una pecca allora io gli domanderei dove sia finito Sherlock Holmes, ma onestamente a fronte dello splendore e del genio messo in atto ieri sera, sono disposta a chiudere un occhio. Ha esaltato il Regno Unito, ha fatto quello che doveva.
Il prossimo che mi parla di cerimonia troppo autocelebrativa mi deve spiegare cos'avrebbe fatto al suo posto, perchè davvero, sono curiosa. A tal proposito dimenticavo che noi Italiani diventiamo allenatori, registi, scrittori on demand: siamo opinionisti nel sangue, o meglio, siamo come i signori che si ritrovano in piazza, a Borgomanero il venerdì quando c'è mercato. Questi signori si trovano lì, sotto la statua della Madonna e iniziano a dibattere sui problemi della settimana e diventano economisti, allenatori, designer, stilisti...fanno quei bei discorsi da bar. Anche su questo punto noi Italiani dovremmo crescere un pochettino, al bar si possono anche fare discorsi più furbi eh!
Basta, mi sono dilungata troppo. A me la cerimonia è piaciuta, tanto di cappello a Boyle, al Regno Unito e alla bellissima cultura inglese, nota non solo in Inghilterra, ma conosciuta a livello Internazionale. 
Spulciando qua e là su internet ho trovato due articoli interessanti che parlano della cerimonia olimpica, a quanto pare ai Britannici non è dispiaciuta poi tanto.


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