domenica 22 aprile 2012

Emma Travet: the meeting!

Mercoledì 18 aprile ho avuto la fortuna di conoscere finalmente dal vivo Emma Travet, alias Erica Vagliengo, autrice di Voglio scrivere per Vanity Fair. L'evento è stato organizzato presso e dal Circolo dei lettori, punto culturale di Torino che personalmente amo non solo per la sua ragione di vita, ma anche per la bellezza di ogni sala che lo costituisce. Appena arrivata al Circolo avevo una missione: presentarmi a Erica, visto che la stessa mi aveva comunicato più volte su facebook che se avessi deciso di partecipare all'incontro mia sarei dovuta far conoscere. 
Varcare il portone di Palazzo Granieri della Rocca ti fa sentire intelligente, nel senso che non stai entrando in uno dei soliti posti mondani, già dal red carpet che si stende oltre il portone si capisce che lì dentro succede qualcosa di strano, di diverso.
La tua seconda prova di intelligenza la mostri quando digiti il codice sul campanello, codice che è inciso sull'apposita targhetta di ottone, ma il solo fatto di pigiare una sequenza di tasti in un palazzo di quel genere ti fa sentire più figo di James Bond e di tutti gli agenti speciali del mondo.
Una volta varcata la porta di legno e vetro ecco che compare davanti ai tuoi occhi: la meravigliosa scala, anche quella ricoperta da un fantastico tappeto rosso, e un gradino dopo l'altro si arriva finalmente alla sede del circolo al primo piano e da lì in avanti, non ce n'è per nessuno. Insomma dopo aver avuto tutta questa serie di sensazioni, che credetemi si ripete ogni volta che io vado al Circolo, sono arrivata nell'atrio e, dopo i consueti bagni di folla over 70, che ti fanno capire quanto sia bello essere in pensione, ecco che sulle sedie verde acido del bar vedo seduta Erica. Avevo visto le sue foto dalle varie interviste sul web, ma si sa che spesso non è così semplice associare un'immagine 2D a una in 3D.
Mi sono avvicinata e dopo un mio timido Ciao, Erica mi ha subito riconosciuta, che mito! E da lì mi ha invitato a sedermi al tavolino con la sua, chiamiamola, cricca di amici e fotografi, poi dopo pochi minuti ci ha regalato un fantastico tartufo della Galup. E beh, chi regala Tartufi , secondo la mia logica, può solo acquistare punti. Io AMO i tartufi di cioccolato!
Alle 18 poi ci siamo recati nella sala rossa, meraviglioso salotto del circolo: divani, sedie tavolini, tutto era disposto in modo che Erica potesse essere intervistata comodamente seduta ad un tavolino rotondo e il resto del pubblico potesse guardarla e ascoltarla in completo relax! Prima però di cominciare Erica ha distribuito a tutti i presenti i famosi tartufi, ottimo modo di cominciare e ottimo modo di presentarsi, infatti tutti hanno gradito il delizioso pensiero!
Mentre i denti sminuzzavano i dolcetti e assaporavano il cacao che li avvolge e che costituisce la maggior parte dell'impasto, l'intervista é cominciata, punto di partenza di tutto era ovviamente il libro scritto da Erica: Voglio scrivere per Vanity Fair e il progetto di comunicazione che ha costruito creando il personaggio di Emma Travet.
Le domande di Federico Audisio di Somma sono state molte, parecchio divertenti, si è passati dall'amore per il vintage al fidanzato e marito (di Emma) Marco, a un suo presunto tradimento, ai viaggi, alla data 11 settembre 2001 che nella vita di Erica ha inciso molto: infatti era in America quando sono crollate le Torri Gemelle. Largo spazio è stato dato anche alla nascita della vocazione di scrittrice nella sua vita, Erica ha raccontato di aver scritto diari fin dall'età di 13 anni.
Lia Bianco, amica di Erica, ha dato voce al romanzo, leggendo alcuni stralci dei punti più significativi, aiutando così i presenti a conoscere meglio lo stile e la storia narrata.
Un'oretta e tante simpatiche domande hanno fatto conoscere a pubblico non solo il libro, ma anche l'autrice, perché si sa che, quando si legge un libro, il rischio, che io stessa corro sempre, è quello di mitizzare l'autore, di crederlo lontano, gobbo, parzialmente cieco e racchiuso in una torre d'avorio circondato da carte, calamai, vocabolari e fogli, fogli e fogli, quintali di carta appallottolata e disordinata. Erica no! Penso abbia dimostrato e penso lo dimostri ogni giorno di essere una di noi, una giovane che ha la passione di scrivere e ci riesce anche bene! Erica non è cieca, non è gobba e non credo abbia una torre d'Avorio in cui rinchiudersi, Erica ci vede bene e il suo racconto del precariato lo mostra pagina dopo pagina, senza omissioni e tanti giri di parole.
Sono stata molto contenta di averla conosciuta da vivo e soprattutto di aver potuto toccare con mano quanto ci sia di Erica in Emma e di Emma in Erica.

Prima di andare al Circolo un'amica mi ha scritto un SMS: "Speriamo non sia una delusione!" Purtroppo è vero, spesso ci facciamo delle idee sugli scrittori che non coincidono con la realtà, quando poi abbiamo la fortuna di conoscerli veramente. Fin da quando sono piccola ho un sogno, poter conoscere la Rowling, ma viste certe esperienze di conoscenza degli scrittori...preferirei mantenere il beneficio del dubbio, a meno che sia come Erica: una persona vera, spontanea e non costruita secondo canoni dettati da qualche manciata di libri venduti. Già perchè come dice sempre mio papà non è il titolo che onora l'uomo, ma è l'uomo che onora il titolo. Grazie Emma/Erica per il bellissimo incontro. Ora attendo il secondo libro, perché dai minuscoli spoiler fatti durante l'intervista...ci sarà di che divertirsi!

2 commenti:

  1. Mi hai fatto venire una curiosità tremenda riguardo a questo romanzo... devo leggerlo assolutamente!

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  2. Ho appena scoperto che è reperibile a questo indirizzo in ebook : http://www.ultimabooks.it/voglio-scrivere-per-vanity-fair perché in versione cartacea, come avevo già anticipato è difficile da trovare! Se lo leggi...fammi poi sapere! =)

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