sabato 29 dicembre 2012

La vita è meravigliosa: recensione!

Oggi parliamo di un film che è uscito qualche anno fa, giusto un paio, esattamente nel 1946, il film in questione è La vita è meravigliosa di Frank Capra.
Nel marasma dei film natalizi che ogni anno vengono riproposti, non capisco come mai non scelgano di inserire anche questo film meraviglioso.
George Bailey è un giovane di grandi speranze, vorrebbe fare molto nella sua vita, ma per un motivo o per l'altro si ritrova sempre ancorato alla città dove è nato, Bedford Falls, e decide quindi di dedicare la sua vita a fare del bene agli altri grazie anche alla cooperativa di risparmio fondata dal padre.

La vigilia di Natale lo zio Billy va in banca a versare 8000 dollari, ma a causa di strane vicissitudini finiscono nelle mani del cattivo della città, il ricco e antipatico Henry Potter (si sembra Harry Potter, ma fidatevi, non ha niente a che vedere con il maghetto!). Henry Potter cerca di ricattare George, tentando in tutti i modi di acquisire la sua cooperativa, offrendogli vane speranze.

George litiga con i famigliari e in preda allo sconforto cerca di togliersi la vita gettandosi nel fiume, ma proprio mentre sta per gettarsi, nel fiume compare un uomo, decide di salvarlo. E' un angelo. Noi del pubblico lo sappiamo bene, ma George farà molta fatica a comprenderlo. 
L'angelo, Clarence Oddbody, mostra a George come sarebbe stato il mondo senza di lui, cosa sarebbe successo nella sua cittadina e ai suoi abitanti.
La vita è meravigliosa è un film che fa riflettere davvero moltissimo gli spettatori, Frank Capra era un genio e credo che questa pellicola sia la migliore tra tutte quelle che ha realizzato.
Il modo in cui egli mostra e racconta questi anni difficili dell'America che è appena uscita da una crisi ed ha appena terminato una guerra è davvero singolare perché alterna alla leggerezza tipica delle commedie, un senso di grande profondità e presa di coscienza. Un senso di responsabilità che tutti i personaggi hanno, un senso di appartenenza alla nazione, al paese in cui vivono. 
Credo che questo film rientri tra le pellicole che bisogna vedere almeno una volta nella propria vita, senza pregiudizi sul bianco e nero e riguardo il fatto che è un film del 1946. E' un'esperienza, diciamo così, un viaggio, una cosa da fare, un film da vedere perché sono sicura che non resterete a bocca asciutta, anzi, sarete meravigliati.
Buona visione!

giovedì 27 dicembre 2012

Il corpo umano di Paolo Giordano: on the road!

Se avevo divorato in un giorno La Solitudine dei numeri primi, questo nuovo libro di Paolo Giordano, Il corpo umano, mi sta occupando più tempo del previsto.
Per carità, è scritto bene, la storia ha un suo perché, è ben articolata, si vede che lui ha svolto ricerche sul campo, ma...manca di grip. O per lo meno, fino a dove sono arrivata a leggere non trovo nulla che mi costringa ad andare avanti se non il fatto che voglio terminarlo. Spero non si trasformi in uno scheletro nell'armadio, spero vivamente di riuscire a terminarlo! Credo molto in questo scrittore, lo apprezzo davvero tanto e quando avevo letto i vari articoli di presentazione di questo libro ero incuriosita, perché è un libro sofferto, sudato, non è un libro scritto così, senza riflessioni.
Ho sempre pensato che fosse un libro che meritava di essere letto, invece mi sono arenata. Forse non è il momento giusto, non so. 
Diciamo che mi trovo anche in un periodo in cui faccio particolarmente fatica a leggere perché mi perdo a guardare film, a sistemare la tesi, a fare millemila altre cose. E' un libro che merita tempo e attenzioni, non è di certo da leggere a cuor leggero. Non che la Solitudine lo fosse, tutt'altro, ma questo lo è ancora di più.
Magari qualcuno di voi lo ha letto?
Fatemi sapere, perché fino ad ora ho sentito pareri molto discordanti e so che diversi lo hanno abbandonato.
Io cercherò di stringere i denti, ma non vi prometto nulla.

Cosa mi ha portato Babbo Natale?


Dopo due giorni di festa, mangiate, pranzi degli avanzi, cene degli avanzi, pranzi ex novo, pranzi saltati per eccesso di cibo ingerito nelle 24 ore precedenti...si cerca di ritornare alla quotidianità. 
E allora si ritorna al pc, si aggiorna nuovamente il blog e mi sono detta: raccontiamo cos'ho ricevuto per Natale!
Comincio subito col dirvi che, causa tesi in vista, Babbo Natale si è giustamente contenuto, ma qualche pacchetto l'ho scartato, eccovi la lista:
Un paio di orecchini hand made
Un portafogli con Titti
Un portamonete
Un set di smalti Pupa per fare le unghie sfumate
Un poster del Circolo dei Lettori
Una matita con uno smeraldo verde
Cioccolato
Bagnoschiuma+crema corpo
Soldi, soldini (che probabilmente investirò visto che mi serve un cellulare e vorrei prendermi il kindle)
E cosa più importante di tutte: una casa!
Ebbene sì, dal 21 gennaio 2013 lavorerò a Torino e quindi mi ritrasferisco, come vi avevo già anticipato, ma è notizia di questi ultimi giorni che ho ufficialmente un appartamento. Sono ufficialmente in modalità trasloco, sono in mezzo a pacchi e pacchettini, mentre correggo la tesi aggiorno l'elenco delle cose che devo portare, sento la mia coinquilina e vedo cos'ha lei...
L'idea di ritornare a Torino mi rende molto felice, mi ero trovata benissimo in questa città e quando ero partita mi risuonava in testa una frase: "Tutto questo mi mancherà!". Pensavo che non avrei mai più passeggiato sotto le luci d'artista, lungo via Lagrange, non sarei più andata al cinema Greenwich o al Lux, non avrei più visto il regolo matematico illuminato sulla Mole. Mai dire mai!
Il bello di tornare a Torino è che...è vero, lavorerò e quindi non essendo studente le cose saranno diverse, ma potrò andare al circolo dei Lettori, potrò vedermi un sacco di film che qui non arrivano, potrò...passeggiare alla sera sotto le Luci d'Artista e poi da Piazza Castello guardare lungo via Po, verso la Gran Madre e ammirarla in tutto il suo splendore.
Potrò sedermi sulle panchine di Piazza Vittorio e immaginare l'interno degli appartamenti che si affacciano su questa piazza, potrò visitare il quartiere di Porta Palazzo e il cortile del Maglio, potrò girare tra le bancarelle di libri vecchi, avrò Libraccio vicinissimo a casa...
Mi hanno già prenotato il divano per una Woody Marathon, ci sarà di che divertirsi, per non parlare della decina di musei da visitare (tra cui quello della Resistenza!).
Certo, gli amici di Borgomanero non sono lietissimi all'idea della mia partenza, ma il weekend tornerò a casa, tra le colline novaresi, quindi cercherò di non perdermi nessuno per strada, in questi casi ringrazio facebook che ti permette di mantenere i rapporti anche a distanza, così come Skype. Ovviamente non è la stessa cosa, ma piuttosto che niente...
E pensare che a ottobre non volevo assolutamente tornare a Torino. 



Il bambino con il pigiama a righe: recensione!


Parlare di un film come Il bambino con il pigiama a righe è tutt'altro che semplice. Non mi viene naturale dire se sia bello o brutto, è un film da vedere che difficilmente vorrete riguardare.
Ambientato in Germania durante la Shoah, i suoi due piccoli protagonisti sono un bimbo di razza ariana, Bruno, e un bimbo ebreo, Shmuel, i due s'incontrano lungo la linea di recinzione del campo di concentramento, costruiscono giorno dopo giorno la loro amicizia, dimostrando che ebrei ed ariani possono convivere pacificamente senza problemi. Eppure per gli adulti questa amicizia sembra impensabile, gli ebrei devono essere sterminati, come dice Hitler e anche i bambini devono essere al corrente e iniziare a denigrare gli ebrei fin da piccoli.
Un film duro, molto toccante e sconvolgente che fa vivere la realtà dei campi con gli occhi dei bambini, dai documentari che raccontano i campi come luoghi di svago e vacanza, fino alla triste realtà delle camere a gas, delle ciminiere che separano le famiglie e le distruggono.
Vorrei evitare di raccontare il finale, ma proprio a partire da questo nasce la riflessione che davvero colpisce lo spettatore. Bruno raggiunge l'amico all'interno del campo per aiutarlo a cercare il padre, durante quest'avventura vengono trasportati nella camera a gas insieme agli altri uomini della baracca. Nonostante il padre, generale dell'esercito, accorra per salvare il figlio, non arriverà in tempo. Bruno muore come l'amico ebreo. Non c'è differenza tra loro. La macchina infernale si macchia erroneamente di sangue ariano. Il finale è straziante, si spera fino all'ultimo che il bambino possa salvarsi, ma purtroppo non sarà così.
Credo che Il bambino con il pigiama a righe meriti di essere visto, può diventare un ottimo mezzo di riflessione e disquisizione sulla Shoah. 
Tutte le volte che leggo libri, vedo film, visito luoghi che hanno a che fare con il genocidio ebraico, mi domando come possa certa gente negare! Trovo sia assurdo! Ma soprattutto perché inventarsi una cosa del genere? Se davvero fosse finta, perché la mente umana dovrebbe immaginari una sterminazione?
Vorrei sapere sulla base di cosa questa gente parla.
Detto questo, non vi consiglio di vederlo per la sua bellezza, ma deve essere visto per non dimenticare, per ricordare e raccontare.

lunedì 24 dicembre 2012

O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai!

Il post che state per leggere probabilmente vi sembrerà la fiera dell'utopia, quindi, se siete deboli di cuore, tendenzialmente inclini a mandare a stendere chiunque vi parli dello spirito natalizio, beh...chiudete subito questa pagina, datemi solo il tempo di augurarvi buon Natale. Se invece lo spirito del Natale sembra essersi impossessato di voi e da qualche ora alternate Jingle Bells a Tu scendi dalle stelle, se avete trascorso il vostro pomeriggio tra fiocchi e fiocchetti, carte colorate e regali...proseguite, male non dovrebbe farvi.
Dunque, che dire... Avete presente quando in questo periodo la gente continua a ripetere che a Natale si è tutti più buoni? Beh, è vero...potrebbe essere un luogo comune. Forse lo è. Eppure vi invito a fermarvi un attimo.
Effettivamente lo spirito natalizio a volte vi porta a fare cose che normalmente non fareste. È difficile non essere contagiati da questa febbrile gioia, questo senso di attesa di un momento magico. Siate voi credenti o meno, il Natale è davvero un momento di attesa, c'è chi attende la venuta del bambinello, chi di riabbracciare persone lontane, chi attende un momento da trascorrere con la famiglia. Ognuno vive la sua attesa, c'è chi la esterna e chi la tiene segreta.
Il Natale è emozioni, è famiglia, è riabbracciare i vecchi amici, è riscoprire vecchie amicizie, è rinnovare l'amore.
Charles Dickens scriveva: “Ho sempre pensato al Natale, quando arriva, come ad un tempo di bontà; tempo di gentilezza, di perdono, di amore; il solo tempo che io conosca nel lungo calendario dell’anno in cui gli uomini e le donne sembrano concordi ad aprire i loro chiusi cuori liberamente, ed a pensare agli uomini al di sotto di loro come se fossero davvero dei compagni nel viaggio verso la tomba, e non un’altra razza di creature dirette ad altri lidi” .
Ma dobbiamo proprio attendere il Natale per tutto questo? Non è un po' assurdo che ci sia solo un periodo all'anno per ricordarsi di chi è meno fortunato di noi, per riallacciare rapporti che si sono incrinati e sembravano ormai perduti da tempo?
Ovviamente no.
O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai. È inutile interpretare Mr Scrooge tutto l'anno e poi il 24 e 25 dicembre diventare le persone più felici, festose e contagiose della storia. Credere che il Natale sia il pretesto per essere più buoni è come nascondersi dietro un dito. 
Facendo sempre appello a Dickens, nel Canto di Natale leggiamo: “Onorerò il Natale nel mio cuore e lo farò per tutto l’anno
Charles Dickens aveva ragione.
Portate il Natale con voi e contagiate tutti con la sua bellezza.

Quest'anno voglio farvi gli auguri di Natale così, con l'aiuto di uno scrittore.
Vi auguro di trascorrerlo con le persone che amate, di ricevere tutto l'affetto di cui avete bisogno, di regalarlo agli altri, vi auguro di ricevere doni che durino in eterno, che non vengano logorati dal tempo.
Vi auguro un Natale che sia come quei famosi diamanti: un Natale per sempre.

Auguri cari lettori!

giovedì 20 dicembre 2012

Un libro per Natale!

Non so se questo capita anche a voi, ma sotto Natale mi viene sempre voglia di leggere un libro natalizio, che sia Dickens o altro, mi viene sempre voglia di leggere qualcosa sul Natale.
Di fatto poi sono rarissime le volte che leggo qualcosa.
E dire che di libri sul Natale ne ho...in quantità industriali, ma il tempo in questo periodo è sempre poco, poi quest'anno con una tesi in consegna, ancora meno!
L'intenzione era quella di leggere Le Campane di Charles Dickens, accantonando Rowling e Giordano (si, sto leggendo ancora loro...), fermare tutto, per dedicarmi solo a Charles. Riuscirò?
Non ne ho la benchè minima idea, fortuna vuole che venerdì mi attende un viaggio in treno quindi potrei dedicare le 4 ore di transumanza alla lettura, ma avrei anche una tesi da correggere. Devo organizzarmi.
Ma quali sono le letture che meritano di essere rispolverate per Natale?
Eccovi un rapido elenco:

Il primo dono di Paul Richard Evans
Una giovane coppia si trasferice con la figlia nella lussuosa residenza di un'anziana Mary per occuparsi di lei e della casa. Ma troppo spesso gli occhi di Mary sono arrossati dal pianto... E a chi sono dirette le lettere nascoste in soffitta che iniziano tutte con "Tesoro mio"...? Un romanzo struggente.

L'abete di Hans Christian Andersen
Una fiaba natalizia. Protagonista un giovane abete che ha un unico desiderio, quello di crescere. Il suo destino sarà quello di diventare un albero di Natale e vivere una commovente avventura.

Un giocattolo per Natale di Gianni Rodari
Entrai nel bugigattolo, nel quale c'era posto solo per due sgabelli di legno e per uno scaffaletto su cui erano disposte quattro o cinque minuscole scatole. «Scusi» dissi «ma non vedo giocattoli». «Li vedrà». E l'omino aprì una delle scatolette e ne trasse un apparecchio che a prima vista mi sembrò un normale telecomando. Invece...

La freccia azzurra di Gianni Rodari
Nella notte di Natale, in tutto il mondo, Babbo Natale porta i suoi doni ai bambini che sono stati buoni. Quelli italiani sono i più fortunati, perché la notte tra il 5 e il 6 gennaio ricevono degli altri regali: volando a cavallo di una scopa glieli porta la Befana, una vecchia burbera ma buona. Ma un 5 gennaio di tanti anni fa i bambini italiani rischiarono di non avere nessun dono. Da qui parte una fiaba moderna animata da indimenticabili personaggi, dal trenino Freccia Azzurra al capitano Mezzarba, dal cagnolino Spicciola all’indiano Penna d’Argento. La befana e la sua serva Teresa dovevano distribuire ai bambini i giocattoli che avevano nella vetrina del loro negozio. Un treno a vapore, la freccia azzurra era esposto in un negozio e un bambino, Francesco lo desiderava tanto, ma siccome era povero non poteva averlo. Quella notte i giocattoli uscirono dal negozio e girarono per la città per donarsi ai bambini meno fortunati.

Le lettere di Babbo Natale di J. R. R. Tolkien
Il 25 dicembre 1920 J.R.R. Tolkien cominciò ad inviare ai propri figli lettere firmate Babbo Natale. Infilate in buste bianche di neve, ornate di disegni, affrancate con francobolli delle Poste Polari e contenenti narrazioni illustrate e poesie, esse continuarono ad arrivare a casa Tolkien per oltre trent'anni, portate dal postino o da altri misteriosi ambasciatori. Una scelta di questi messaggi annuali, trascritti a volte in forma di colorati logogrifi, formano questa fiaba intitolata "Le lettere di Natale", scritta a puntate da un Tolkien non tanto in vena di paterna e didattica allegria, quanto in groppa all'ippogrifo della sua fantasia filologica e ironica.

Il canto di Natale di Charles Dickens

Nella gelida notte della vigilia di Natale il vecchio Scrooge, che ha passato tutta la sua vita ad accumulare denaro, riceve la visita terrificante del fantasma del suo socio. Ma è solo l’inizio: ben presto appariranno altri tre spiriti, per

trasportarlo in un vorticoso viaggio attraverso il Natale passato, presente e futuro. Un viaggio che metterà Scrooge di fronte a quello che è realmente diventato: un vecchio tirchio, insensibile e odiato da tutti, che ama solo la compagnia della sua cassaforte. Riuscirà la magia del Natale a operare un miracolo sul suo cuore inaridito?


Le campane di Charles Dickens
Il messaggio di amore e di fiducia nell'uomo viene affidato in questo racconto (1844) alla voce delle campane, vecchie compagne dello sparuto, affamato Trotty Veck, perennemente in attesa di messaggi o pacchi da recapitare. Divenute immense spettrali figure, lo guidano attraverso il difficile cammino dell'apprendimento, additando nella sfiducia verso l'umanità la sua colpa. Gli scorrono davanti agli occhi le immagini di un futuro amaro e senza riscatto, in cui gli esseri amati si degradano nella miseria, nella prostituzione, nel crimine. In un incerto equilibrio tra la vita e la morte il racconto consente, sin quasi alla fine, una doppia lettura: visione d'incubo di un futuro possibile; oppure "realtà" di cui Trotty, ormai spettro, viene messo al corrente. Il finale serve al personaggio e allo scrittore, per prefigurare una marea del Tempo che spazzi via come foglie i sopraffattori.

Il grillo del focolare
John Peerybingle vive felicemente con la moglie Piccina, chiamata affettuosamente così perché molto più giovane di lui, quando il vecchio Tackleton mette in dubbio la fedeltà della sua giovane sposa. Insinuazione che sembra trovare conferma in un'immagine fugace e inaspettata che John ha di Piccina in colloquio intimo con un bel giovane. La storia sembra volgere in tragedia, ma interviene il grillo del focolare, nume tutelare della casa, simbolo della felicità domestica. Un racconto sul perdono, sulla fiducia, sull'amore coniugale e filiale, dove anche gli inganni a fin di bene causano un oscillante e ansioso stato d'animo tanto nei protagonisti quanto nei lettori. Una favola domestica in cui un piccolo grillo parla, col suo canto garrulo, di virtù e di sacrificio divenendo così un prezioso genio domestico, come vuole una popolare usanza inglese che si ricollega, andando indietro nel tempo, al culto presso gli antichi greci della cicala, celebrata da Anacreonte, oppure alla venerazione che gli egizi mostravano verso lo scarabeo. Si tratta, cronologicamente parlando, del terzo racconto di Natale di Charles Dickens (1812-1870) che fece palpitare i lettori del XIX secolo e che contiene una toccante e sempre attuale riflessione sulla forza dell'amore.

I re magi di Giovanni da Hildesheim
Un libro che narra la storia dei Magi e ne spiega i loro doni, un'opera antichissima redatta in latino.

La battaglia della vita
La vicenda si apre con una descrizione di un paesaggio inglese di campagna che tempo prima aveva fatto da sfondo ad una terribile battaglia in cui avevano trovato la morte decine di soldati e cavalli. È sempre qui che si svolge la storia. Su quel campo si trova infatti la residenza del dottor Jeddler, un filosofo che considera il mondo come un grande scherzo; con lui vivono le due figlie, Grace, la più grande, e Marion, la minore. Da quando le due hanno perso la madre, Grace si è sempre occupata della sorella più piccola di cui è divenuta, col passare del tempo, un punto di riferimento. In casa lavorano il signor Britain e Clemency Newcome, una domestica che ama procurarsi ferite ai gomiti ed esibirle. Marion ha una storia d'amore con un certo Alfred, al quale è stata promessa in sposa, e tutti sembrano credere che le cose fra i due vadano bene. Alfred ha concluso degli affari con gli avvocati Snitchey e Craggs ed ora deve partire per qualche tempo per fare un po' di esperienza. Durante l'atteso giorno di ritorno del ragazzo, in casa Jeddler viene organizzata una grande festa per accoglierlo e ad essa vengono invitati parenti e conoscenti del dottore che ammirano la grazia delle sue figlie, in particolar modo Marion. La ragazza, tuttavia, non pienamente convinta di questa sua relazione con Alfred, decide di fuggire assieme a Werden, un uomo che già da qualche tempo manifestava qualche interesse per la giovane e ne aveva già parlato con gli avvocati Snitchey e Craggs. La notizia della fuga della ragazza porta grande sconcerto presso gli invitati e quando, una volta giunto, Alfred lo viene a sapere, cerca di trovare lì vicino Marion, ma per lui non c'è più nulla da fare. Intanto il tempo trascorre e le cose cambiano: Craggs muore, lasciando da solo il suo attaccatissimo collega Snitchey; Clemency e Britain si sposano, lasciano casa Jeddler e aprono un'osteria in proprio; Grace ed Alfred si sposano nel tentativo di dimenticare la fuga di Marion, da entrambi sempre amata, e di consolarsi a vicenda. Sei anni dopo la fuga, Marion ricompare; dapprima Werden si presenta in osteria dove viene riconosciuto da Clemency; poi Marion va nella casa del padre e lì incontra finalmente la sorella Grace ed Alfred, che da tempo immemore desideravano rivederla. La gioia è grande in casa Jeddler e la zia di Marion, presso la quale la ragazza era andata a vivere, riprende a parlare con il fratello, il dottor Jeddler, con il quale non parlava da tempo. Ora Marion fa capire che la sua fuga è stata un sacrificio per la sorella, per ringraziarla dell'amore con la quale si era presa cura di Marion: avendo la ragazza capito che le cose con Alfred sarebbero potute andare meglio a Grace piuttosto che a lei, aveva abbandonato la casa natale nella speranza che i due si potessero sposare e trovare così il vero amore.

Il patto col fantasma
Il patto col fantasma (1848) è sicuramente il racconto più cupo della raccolta; nonostante l'inevitabile lieto fine infatti, il testo ruota intorno a un tema difficile e perturbante, su cui Dickens ha già scr tto e su cui tornerà a scrivere, quello dello sdoppiamento della personalità. Protagonista e motore dell'azione, accanto all'alchimista, è il suo spettro, figura vagamente demoniaca che offre all'altro se stesso la speranza fallace dell'oblio. Ma l'oblio del passato e dell'antica ferita, porta con sé non solo la morte del proprio dolore, ma anche la frigidità emotiva, la cancellazione della sensibilità e del sentimento che soli rendono la vita degna di essere vissuta. È questa la lezione che il fosco personaggio apprende nel corso del racconto, accogliendo in sé la memoria come un tesoro prezioso e irrinunciabile.





venerdì 14 dicembre 2012

From Japan with love!

Oggi vi voglio parlare di una blogger che ho scoperto grazie a youtube proprio qualche ora fa. Si tratta di


Micaela Braithwaite

Youtube--> CLICCA!
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Una ragazza canadese che abita in Giappone
Calcolando che io non sono mai stata nè in Canada, nè in Giappone, molti di voi si domanderranno: perché dovrebbe interessarti?
Dunque, Micaela posta dei video e scrive dei post bilingue, solitamente sono abituata ai blog in Italiano e Inglese, in questo caso scrive in Inglese e Giapponese. Trovo sia un interessante esercizio per noi Italiani, sia ascoltarla che leggere quello che scrive, si capisce perfettamente e non ha uno stile troppo complicato. Ovviamente io leggo la parte in Inglese. 
I suoi video poi sono ricchi di spunti e riferimenti alla cultura giapponese, se siete amanti di questo popolo, non lasciateveli scappare! Sono tutti sottotitolati, inglese o giapponese in base a quello che sta dicendo e con chi sta parlando.
Se non sbaglio, Micaela è anche musicista, ho guardato troppi pochi video per sapere tutto sulla sua vita, ma mi pare di aver capito qualcosa del genere. Di certo ha frequentato una scuola di musica in Giappone e ovviamente ha studiato Giapponese ed è da un po' di anni che vive in questa nazione. 

Io ho un'amica giapponese (che ogni tanto legge anche Life in Technicolor) e che l'altro giorno ha provato a spiegarmi come funzionano gli ideogrammi e i tre alfabeti giapponesi, diciamo che due o tre cose le ho capite, ma non riuscirò mai a memorizzare quei simboli! Mi sembra una cosa impossibile, perlomeno per me!
Quindi se mai andrò in Giappone, credo che parlerò in...inglese! Oppure mi farò capire a gesti, tanto noi Italiani siamo bravi in queste cose, no?

Detto questo, torno alla mia tesi. 
Alla prossima!


mercoledì 12 dicembre 2012

Paris-Manhattan: recensione!


Poor little Woody! Mi verrebbe da dire così, eppure Woody è al corrente della boiata che hanno cercato di costruire su di lui.

Di cosa sto parlando?
Dunque, il mese scorso è uscito al cinema Paris-Manhattan, ero letteralmente esaltata dall'idea di vedere questo film perché io amo Woody Allen, avevo addirittura segnalato la pellicola tra le sei da vedere su ArtInTime, ebbene, me ne pento amaramente.
La Movie List viene fatta a scatola chiusa, è quello che io mi annoto ogni mese sull'agenda: questo mese voglio vedere....e mi segno i titoli. Poi da quelli ne scelgo sei e li inserisco in ArtInTime. Non essendo una giornalista, non vengo invitata alle anteprime e quindi è inevitabile fare così. Solitamente seleziono sulla base di: registi, attori, argomenti, produttori. Ogni tanto va bene, ogni tanto: disastro colossale!
Paris-Manhattan è stato proprio una delusione! Onestamente la storia prometteva davvero bene, infatti non sono l'unica ad averlo inserito nella lista dei film da vedere, peccato che questi avevano un'idea geniale per le mani e l'abbiano gettata al vento. Alice è una farmacista, ama Woody Allen, non riesce a trovare l'uomo della sua vita e a casa dialoga con il ritratto del regista. La trama è molto semplice, ricorda Provaci ancora Sam, ma essendo dichiaratamente un film su Woody, ci sta, e il fatto che sia così tremendamente semplice, non preannuncia necessariamente un disastro cinematografico (scusate l'esubero di avverbi!). Il punto è: bisogna valutare come viene messa in pratica questa idea.
Ecco.
La sceneggiatura non convince proprio. 
Se io potessi parlare con la regista e gli sceneggiatori gli farei notare queste cose:
1. Il ritratto di Woody parla per "aforismi" che sono citazioni di altri film di Woody. Carino, anche Bogart in Provaci ancora Sam era Rick di Casablanca, ma era Rick in tutto e per tutto! 
Qui si scade nel banale, citazioni fini a se stesse, quasi buttate lì, che ad un certo punto poi svaniscono e non vengono più inserite perché lei stacca il poster di Woody perché decide che non è più l'uomo della sua vita. L'idea è in sè carina, ma calcare un po' di più la mano?
2. Woody Allen ha uno stile unico, i suoi personaggi sono dei tipi inconfondibili che in questo film davvero scompaiono. Non era più divertente riproporre dei tipi alla Woody all'interno del film?
3. La cura con i DVD. Questa è da denuncia. In primis da parte dell'ordine dei medici, in secondo luogo tutti i cineasti e cinefili dovrebbero fare un'insurrezione. Ma non è credibile! Che l'idea potrebbe essere carina, ma messa così sembra una cosa in stile Walt Disney. Woody Allen ha poteri taumaturgici nel senso che ti fa fare grasse risate, va bene, ma non puoi sostituirlo al paracetamolo! Insomma spendi del tempo, fai un film di 90 minuti invece che di 70 e gioca con quest'idea, non mettermi un ladro...un ladro che Alice fa uscire dal retrobottega con in mano dei film perché ha avuto un'infanzia difficile e quindi deve essere aiutato. Poi lui glieli restituisce pure!
4. Che fine fa il fidanzato di Alice? Forse mi sono addormentata, ma ad un certo punto è sparito o sbaglio?
5. La sorella che partecipa a serate a tre è veramente il tipico "sesso" da infilare nei film per vendere. Non vedo niente di così utile in questa scelta.
6. I genitori di Alice. La madre alcolizzata e il padre sono due personaggi che alla fine nella cornice hanno un loro perché, ma quando trovano Alice nel letto della sorella con Victor, parliamo della loro reazione? No, non parliamone: non reagiscono. Due battutine di circostanza e di nuovo sotto a cercare indizi sui presunti tradimenti del genero.
Palesi riferimenti a Misterioso omicidio a Manhattan, ma siamo lontani anni luce da tutto questo.
7. Paris. Dov'è? Siamo un po' nelle vie secondarie. Il che può essere interessante, ma se mi parli di Woody Allen minimo mi fai vedere i luoghi tipici di Parigi. Manhattan è un tributo all'isola, se qui nomini Parigi...fammi vedere la Parigi che tutti conoscono! Sarà la fiera dell'ovvio? No, è un film che vuole parlare di Woody, quindi dovrebbe esserci un po' di "punto di vista di Woody" e in Woody la città conta. Hanno speso milioni di parole sul rapporto Woody-città!!!
8. Woody alla fine del film. So che è uno spoiler, carissimi lettori, ma devo assolutamente dirlo! Evidentemente gli hanno fatto leggere una sceneggiatura carina...
Però, un momento.
Diciamolo. La storia in sé non è malvagia, è un'idea interessante, solo che si sono fermati allo strato esterno, se rompevano la crosta e andavano in profondità, caratterizzavano e rendevano davvero in stile Allen l'intero film, attenzione, senza plagiare, ma cercando di fare un tributo, secondo la mia modestissima e insignificante opinione, avrebbero potuto offrire un prodotto da Oscar. Non lo nego. 
Così...è un film che lascia il tempo che trova, che non aggiunge nè toglie niente al panorama cinematografico. Che passa senza lasciar traccia.
Un vero peccato!
9. La storia si perde, va in una direzione e poi: dispersi nel deserto, oppure nella savana...cioè..ma un filo logico? E dire che non è niente di complesso, è una commedia!

Basta, mi fermo. Volevo fare anche il punto 10...ma non è il caso.
Se per caso a voi è piaciuto, fatemelo sapere. 
Alla prossima! 

lunedì 10 dicembre 2012

Vidi: Le sei reincarnazioni di Ximen Nao di Mo Yan

Attenzione, attenzione, si torna a parlare di libri
la cattività-della-stupidera sembra essere stata placata, 
sarà la volta buona? 
Ricomincerà questo blog a riprendere le linee guida? 
Lo scoprirete solo leggendo! 



Avete mai letto qualcosa del premio Nobel Mo Yan?
Io no.
Questa mattina (sì, siparietto simpatico) mi sono svegliata e nella casella della posta elettronica c'era ad attendermi la solita mail di Book Republic: i libri di Mo Yan a 3,99 € (gli ebook!), solo per oggi!!!
Sono corsa su Amazon e dopo aver messo in lista Sorgo Rosso ho deciso di acquistare Le sei reincarnazioni di Ximen Nao. Ora, non so come sia, forse era meglio prendere Sorgo Rosso...non so se ho scelto bene e se davvero questo premio nobel possa rientrare nel club dei libri che mi piace leggere, ho sentito un sacco di critiche su di lui, ma io sono un San Tommaso e se non vedo, leggo, tocco con mano: non mi fido. Preferisco avere delle opinioni mie, quindi prossimamente (spero presto), cercherò di leggere qualcosa di suo, in primis quello che ho acquistato.
Vi lascio qui sotto la trama.

TRAMA


Primo gennaio del 1950: Ximen Nao, un ricco proprietario terriero, è stato giustiziato dai suoi mezzadri alla vigilia della rivoluzione cinese e da due anni vive nel mondo delle tenebre. Sebbene subisca i più crudeli e dolorosi supplizi, rifiuta di pentirsi: è convinto di avere condotto una vita giusta e di essere invece stato immeritatamente condannato. Re Yama, il terrifico signore della morte, è talmente stufo di lui, delle sue continue, fastidiose lagnanze che alla fine gli dà la possibilità di reincarnarsi nei luoghi dove ha vissuto. Ximen Nao spera di riprendere così possesso della moglie, delle due concubine, della terra, dei suoi averi. Non immagina che tanta generosità nasconde una ancora maggiore insidia: perché Re Yama decide di farlo reincarnare non in se stesso, ma in un asino. Al momento di tornare sulla terra, Ximen si rifiuta inoltre di bere una pozione che gli consentirebbe di dimenticare il passato e di liberarsi progressivamente delle pulsioni, del desiderio, dell'odio, della sete di vendetta. Vuole che le esperienze della vita precedente rimangano impresse nella sua memoria. Che senso avrebbe, altrimenti, tornare nel mondo degli uomini per riparare all'ingiustizia subita? Nell'arco di cinquant'anni all'asino faranno seguito il toro, il maiale, il cane, la scimmia. Un lasso di tempo che basterà a Ximen per liberarsi di ogni rancore e durante il quale sarà partecipe degli eventi piccoli e grandi che hanno contribuito a trasformare la Cina. E alla fine giungerà anche il momento in cui Re Yama gli consentirà di ridiventare uomo: il 31 dicembre del 2000, la notte della nascita del nuovo millennio, verrà al mondo un bambino di nome Lan Qiansui, ossia «Lan mille anni»; sarà lui, che ha un «corpo piccolo e magro e la testa insolitamente grande, una memoria eccellente e una parlantina sciolta», a iniziare, il giorno del suo quinto compleanno, il racconto della propria storia: «Dal primo gennaio dell'anno 1950...».




Sempre del premio Nobel Mo Yan, vi ricordo:

Sorgo Rosso
L'uomo che allevava i gatti e vari racconti
Grande seno, fianchi larghi

sabato 8 dicembre 2012

Accio: Il seggio vacante di J.K.Rowling

Ebbene sì, l'ho preso!
Non vedevo l'ora che uscisse, ammetto che era il MIO libro più atteso dell'anno, l'altro giorno ero a Torino (alla ricerca della casa perduta) con la coinqui-futura e insieme, da brave fans della zia Rowling ci siamo ritagliate una buona mezzora per cercare il manoscritto.
Ma andiamo con ordine.
Giovedì 6 dicembre a Torino c'era la manifestazione, quando sono scesa a porta Susa e sono risalita dalla stazione sotterranea ho cercato di fiondarmi a prendere un 13 o un 56, ma le bandiere rosse dei sindacati svettavano su una folla ferma all'inizio di via Cernaia: messaggio chiaro, piazza Statuto, via Garibaldi, piazza Castello e finalmente via Po. Una passeggiata.
A dire il vero una corsa, perché avevo appuntamento-colazione con due amiche tra cui la coinqui-futura, alle 11 un appuntamento per la casa...insomma una giornata full! Quindi pronti, attenti via! In mezz'ora neanche ero in centro, affamata e con un'insana voglia di brioches al cioccolato (quella del Benecosì che è cioccolato+nutella) e di sedermi cinque minuti.
Scusate il racconto, ma era un siparietto simpatico...che servirà a capire una cosa che accadrà tra qualche riga.

Torniamo a noi.

Dopo la colazione ristoratrice, inizia il tour con la coinqui-futura, ma di questo vi parlerò in un altro post.Tra una visita e l'altra: 
Io: "Ale, vero che andiamo a prendere il libro della Rowling?"
Coinqui-futura: "Ovvio!"
Speranzose ci avviamo verso la Feltrinelli di Piazza Castello. 
Nessun libro della Rowling all'orizzonte. Caspita, con quei colori non passa di certo inosservato!
Chiedo alla cassiera, che con leggerezza (quasi mi dicesse una cosa ovvia): "Eh, arriverà domani..."
Panico!
Mezzo mondo sapeva che il libro della Rowling sarebbe arrivato in Italia il 6 dicembre...e questa mi dice: "Eh, arriverà domani..."?
Non poteva essere così! 
Puntiamo alla libreria Coop.
Scena plateale. 
Dopo aver passato in rassegna le novità ed esserci annotate i nuovi titoli, parto verso la cassiera.
Imbarazzata mormoro una cosa che probabilmente assomigliava a: " Giorno...non....libro....wling?"
La tizia, che evidentemente non era sveglia dalle 6 e mezza come la sottoscritta, e che dopo anni di lavoro riesce a comprendere anche i modi di parlare più strampalati, mi guarda e dice: "I colli del corriere sono in consegna, a causa della manifestazione sono in ritardo...se non ti spiace passa nel pomeriggio."
Mi giro, guardo la coinqui-futura e annuiamo: potevamo resistere.
Nel frattempo la commessa fa una telefonata: "Ah, quindi lo hanno già consegnato...ma c'è anche il libro della Rowling...aspetta!" Mi guarda: "Una copia o due?"
La guardiamo: "Due!" Ovviamente! Che domande!
Lei finisce la telefonata e ci dice: "Stanno arrivando!"
Io, felice come un bambino la mattina di Natale, esclamo: "Woooow! Sembra Il Diavolo veste Prada: la ricerca del manoscritto inesistente!"
La commessa ovviamente mi guarda come se fossi una malata mentale di quelle proprio gravi e annuisce sfoggiando un sorrisetto di circostanza, che lasciava intendere: "Ma tutte a me?"
Dopo pochi minuti ci consegna i libri e io (faccia da culo!): "Fate il 15% di sconto sui libri appena usciti?" Avevo visto degli adesivi che dicevano qualcosa del genere...oh, uno ci prova eh!
"No...però facciamo il 10% agli studenti!"
Mai come in quel momento il tesserino è stato fondamentale, fortunatamente lo avevo nel portafogli e a tempo zero: il libro era nelle nostre mani!

Naturalmente l'ho cominciato subito mentre tornavo in treno, ma non vi dico nulla! Ah-ah-ah! Posso solo affermare una cosa, la parte che avevo letto in inglese...tutto sommato l'avevo capita! Grande Giove!
Basta, la smetto!
Prometto di tornare presto a pubblicare post sensati che parlino di libri, film e quant'altro.
A presto!

P.S. Leggete il numero di dicembre di ArtInTime: CLICCA!



sabato 1 dicembre 2012

Quando meno te lo aspetti...compri un'agenda!

Questo è un post della serie: 
pochi libri, pochi film...tanti cavoli miei! 
Se non vi va, 
spero di rifarmi con il prossimo! 

Sono un po' latitante in questo ultimo periodo perché sto terminando di scrivere la mia tesi di laurea magistrale e quindi cerco di dedicare la mia scrittura a quella, nella speranza di produrre qualcosa di decente e leggibile. Non ho intenzione di abbandonare il blog, perché ormai è diventato un punto fisso e anche se non riesco più ad aggiornarlo così spesso come facevo qualche mese fa, se avrete un po' di pazienza cercherò di raccontarvi il più possibile le mie letture e le mie visioni cinematografiche.
Purtroppo sto guardando davvero pochi film e sto leggendo pochissimo, mi dispiace perché sto accumulando un sacco di libri sul comodino e il tempo è sempre meno, in più questa settimana.... sorpresa! 
Una notizia inaspettata mi ha "sconvolto" piacevolmente i piani. Altolà, non sto per sposarmi, non sono incinta, ma semplicemente ho ricevuto un'offerta di lavoro che mi richiederà il trasferimento a Torino.

Non voglio dilungarmi troppo e anticipare perché è tutto ufficioso e sulla via per ufficializzarsi, siccome ancora non ci credo...non vedo davvero l'ora di vedere il tutto scritto nero su bianco. L'idea di tornare a Torino, come immaginerete, se mi seguite da più tempo, mi affascina un sacco e mi rende tremendamente felice, soprattutto perché sarò in appartamento, insomma una casa! Io che ho sempre vissuto in collegio...beh, vuol dire tanto! E' un cambiamento abnorme!

Inoltre non sarò da sola, ma sarà con me un'amica che nomino spesso da queste parti, ma anche di questo vi racconterò strada facendo, soprattutto quando avrò una casa, un tetto sulla testa...eccetera eccetera. Magari poi vi faccio una foto? Non so... (Sono euforica!)
Insomma, aria di novità e sconvolgimenti piacevoli. Si preannuncia un 2013 torinese e ancora non ci credo e soprattutto non sto nella pelle!
Penso che se mi dovessero telefonare e dirmi: "Era uno scherzo!" beh..potrebbe essere una delusione allucinante, un trauma ineguagliabile.
Scusate se vi ho anticipato le cose un po' alla "più o meno", ma non posso dilungarmi troppo, ma prometto che appena tutto sarà più chiaro e sarò certa al 100% (cosa che accadrà solo dopo il primo giorno di lavoro) perché davvero, stento a crederci, vi farò un mega post per raccontarvi tutto.
A questo punto vi chiederete, ma le foto dell'agenda?
Beh, la storia è lunga e coinvolge due amiche (nessuna delle due sarà la coinquilina) Barbara e Ida. Entrambe hanno acquistato già da qualche mese, io mi sono detta e ho detto a entrambe che non avrei preso l'agenda quest'anno...tanto essendo a casa, poi con l'ipad, non mi sarebbe servita.
A quanto pare...non sarò proprio a casa, quindi giovedì tra un appartamento e l'altro sono andata alla libreriacoop di Torino con la coinquilina (oh, ma chi sarà mai?) e l'ho acquistata, anche perché scarrozzarsi ogni giorno l'ipad...dato che qualche settimana fa mi è cascato ammaccandosi...ma funziona eh!  

Ora vi saluto.
A presto, cari lettori e...abbiate pazienza! Ve pregoooo! 




lunedì 26 novembre 2012

La cugina americana di Francesca Segal: recensione!

E' difficile recensire questo libro, perché non so dirvi se mi sia piaciuto o meno.
La cugina americana di Francesca Segal è un libro che parla di dovere e passione, li mette in rapporto e fa scegliere al protagonista, Adam, tra i due. Ho impiegato un po' di tempo a leggere questo libro, non perché fosse lungo (il che è anche vero, ma c'è di peggio), ma perché leggendolo io attendevo solo una cosa: che Adam tradisse Rachel con la cugina Ellie, la cugina americana appunto. So che molte di voi diranno: ma come? Ma povera Rachel! Ma non si è mai sentito un discorso così da parte di una donna!
Allora, carissimi lettori, a me Rachel sta proprio antipatica. E' una di quelle classiche donne da romanzi rosa, in attesa del vero amore, che pensano solo a sposarsi, con questo non voglio dire che è un male, anzi, ben per lei se ha trovato l'uomo ideale in Adam, ma...che noia mortale!
Insomma, è una storia di un libro e se nemmeno nei libri possiamo provare l'ebbrezza del tradimento, che poi a un certo punto questo avviene, scusatemi lo spoiler, ma da lì in avanti. 
Dunque tradimento a parte, non è un brutto libro, anzi! E' ben scritto, molto scorrevole, l'autrice ha ottime abilità narrative e i passaggi tra la prima, la seconda e la terza parte del libro sono resi con dei salti temporali degni di un film. Il montaggio è ben studiato e anche gli stessi personaggi sono caratterizzati in modo realistico.
Io ho avuto questa sensazione di orticaria dall'inizio: e insomma, tradiscila! Rachel è una palla colossale! Scusate il gergo scurrile e poco consono a una donzella, forse ho letto questo libro in un momento sbagliato della mia vita, o forse semplicemente mi aspettavo dell'altro, molto altro. 
Ne parlavo proprio con la responsabile della rubrica Books di ArtInTime e lei, che l'aveva già terminato quando le facevo queste osservazioni, diceva: "Vai avanti, vai avanti!" Effettivamente andando avanti migliora...un pochetto.
A libro terminato poi, per carità: tanto di cappello ad Adam che sceglie di restare con la moglie (scusate se vi svelo un sacco di cose, ma serve!) e quindi si guadagna duecento punti di stima per questa scelta che stride con quello che accade oggi nel mondo. Però io sono in una fase "leggo tutto in modo negativo" e vi dirò: che il finale è aperto e lascia pensare che Adam e Ellie si rivedranno e succederà dell'altro. E' troppo ovvio e benpensante il finale di questo libro.
Parentesi, poi io sarei la prima a strozzare le persone in caso di tradimento, per cui non so nemmeno bene perché volessi il tradimento a tutti i costi, forse solo perché Adam è chiaramente infelice, ma sono anche domande ovvie, credo, le sue, tipiche di chi sta per sposarsi. 
A conclusione di questa recensione, che ammetto è una cozzaglia di pensieri, posso dire che in qualsiasi caso il lo leggerei questo libro, può anche farvi bene! 

Alla prossima!




venerdì 23 novembre 2012

Sono (anche) su Tumblr



Qualcuno di voi sicuramente l'avrà già notato, altri ancora no, ma da qualche mese ho scelto di riprendere il mio blog su Tumblr, creato secoli fa e presto abbandonato. Voi direte: ma non ti bastava Life in Technicolor?
Effettivamente sì, ma mi piaceva un sacco Tumblr perché posso aggiornarlo dall'iPad, mentre sono in viaggio, senza problemi di formattazione, è diventato una specie di taccuino dove posto foto, scrivo qualche pensiero, qualche appunto, qualche citazione. L'ho chiamato Life in Technicolor #2 proprio perché rappresenta un'estensione di questo blog, il suo dietro le quinte, i percorsi che mi portano anche a fare determinate scelte di cui poi scrivo qui, i pensieri che mi crucciano a mezzanotte.
Non viene aggiornato con grande frequenza, dipende un po' dallo stato dell'ispirazione, volevo addirittura farlo bilingue, ma la cosa diventava un po' complicata...visto che quando devo scrivere in Inglese, penso in Italiano...e mi complico la vita in modo allucinante!

Se avete piacere di seguirmi, questo è il link: 


Vi aspetto anche su Tumblr!
A presto, cari follower!


mercoledì 21 novembre 2012

Ebook gratis (o quasi!)

Ammettiamolo, gli ebook iniziano a piacere
Piacciono a chi deve viaggiare, a chi legge quantità industriali di libri, a chi vuole diventare un lettore ecologico. 
Piacciono a chi legge anche in lingua straniera e a chi ha fretta di avere tra le mani l'ultimo libro del suo scrittore preferito.
Piacciono a chi deve iniziare cinque libri prima di trovare quello adatto a lui e a chi vorrebbe possedere tutti i libri del mondo.
Non piacciono a chi rimane cronicamente legato alla carta e a chi non ha mai provato l'ebbrezza di viaggiare con i Pilastri della Terra in borsa.
Non piacciono a chi crede che l'ebook reader renda ciechi e a chi non ha tempo di documentarsi su internet per scoprire che l'ebook reader non è retroilluminato e quindi regala un piacere di lettura naturale.
Non piacciono a chi vorrebbe leggerli ma si trova disarmato davanti ai prezzi degli ebook. E questo è proprio il punto di partenza di oggi: diciamolo chiaramente, alcuni ebook costano ancora troppo! Lo dicevo l'altro giorno chiacchierando su face con un'amica-cibernetica, per chi legge molti libri (come noi blogger) gli ebook potrebbero essere una soluzione economica e che non occupa spazio, ma che prezzi, che prezzi!

Eppure, un modo c'è per risparmiare!
Se qualcuno pensa che io stia per scrivere un manifesto pro pirateria, si sbaglia di grosso! 
Esistono molti siti che propongono quotidianamente sconti sugli ebook, basta iscriversi e il gioco è fatto. Personalmente da qualche settimana tengo sotto controllo questi due siti: 
http://www.ebookgratis.it/ --> potete seguirlo su twitter per restare sempre aggiornati.
http://www.bookrepublic.it/ --> se vi iscrivete alla newsletter verrete aggiornati ogni giorno con le novità editoriali.
Spesso si trovano anche gli ebook gratuiti, altre volte si tratta di libri scontati, ma che pagate 0,99€, o 1,99€ o 2,99€, non sono mai prezzi eccessivi tipo 11,99€ che onestamente ritengo assurdo come prezzo per un ebook (quando il libro cartaceo costa pochi euro di più!).
So che questo discorso potrebbe non piacere agli editori, ma il lo dico principalmente agli studenti: l'ebook reader serve e potete anche risparmiare. Non voglio sembrare il Beppe Grillo della situazione, ma penso che in tempi di crisi bisogna farsi due calcoli. Qualche benpensante ora dirà: "Sì ma il lettore di ebook costa minimo 79 €!" verissimo, ma lo ammortizzate, fidatevi! Di sicuro più di due anni vi resiste, se non ci credete fatevi un giro su internet, oppure chiedete a chi lo usa in modo intensivo, ho sentito davvero pochissime lamentele in merito. Sono tantissime le persone che lo possiedono e che lo usano quotidianamente, fatevi un giro sulla metro londinese, ma anche in quelle italiane iniziano a farsi vedere.
Per ora io leggo da iPad e vi assicuro che a lungo andare può dare fastidio...quindi spero prossimamente di riuscire a prendere il Kindle. Per ora acquisto i libri sul Kindle store in modo da metterli nel cloud, così li avrò anche sull'ebook reader, però so che Kindle è uno degli ebook reader, ce ne sono molti altri. Quale sia il migliore? Dipende dalle vostre esigenze.

Un'ultima battuta, il libro a me piace sempre cartaceo...però se è un modo per risparmiare...ci faccio un pensierino!


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