martedì 27 settembre 2011

Legal Pad, they come back!

Continua la caccia ai Legal Pad, questa volta il soggetto in questione è How I Meed Your Mother, precisamente la puntata 03 della prima stagione!!!!
Guardate un po' cos'ha il nostro amico sulla scrivania?


Waiting for...Johnny!

Amanti di Johnny Deep, siete pronti/e alla prossima performance del mitico e camaleontico attore?
Proprio in questi giorni sono spuntate le prime foto del nuovo film, Dark Shadows, tratto dall'omonima soap andata in onda in America dal 1966 al 1971. Naturalmente essendo coinvolti Tim Burton e Johnny Deep, non poteva essere una soap qualsiasi ambientata in un quartiere newyorkese, anzi, i protagonisti sono mostri, streghe, vampiri e zombie. Quindi prepariamoci all'ennesimo travestimento di Johnny e della bravissima Helena Bonham Carter, moglie del regista.
We wait!




domenica 25 settembre 2011

Lo scatolone dei ricordi....la scrittura!

Ogni tanto è bello ripercorrere quello che abbiamo visto e vissuto qualche anno fa, tutti noi avranno album fotografici con centinaia di scatti dal primo bagnetto ai primi passi, dai pranzi nel seggiolone alle prime candeline spente. Crescendo poi ognuno di noi ha collezionato ricordi di ogni genere: cartoline, biglietti dei concerti, biglietti del treno, abbonamenti del pullman, biglietti del cinema..diari. Io no, ma di certo qualcuno di voi avrà scritto dei diari! L'unico che mi "vanto" di aver scritto è un diario a tre, realizzato in collaborazione con due mie compagne del liceo, per il resto al terzo giorno di stesura della fatidica e canonica frase di inizio d'opera (Caro Diario), non sapevo già più cosa scrivere, non perchè non avessi materiale, ma perchè scrivere una cosa fine a se stessa, mi sembra assurdo!
Diciamocelo, chi di noi farebbe mai leggere il suo diario? Oltretutto parliamo sempre di diario segreto. Ora, per avere un diario SEGRETO a casa mia, devo avere una fossa per nasconderlo, io non ho il letto-deposito tipico degli adolecenti americani, mia mamma ha sempre passato l'aspirapolvere sotto il letto...
Non per questo la mia sete di scrittura non è stata soddisfatta! Anzi, mi sono dilettata nei racconti o nelle storie di ogni genere e lunghezza, alcune hanno avuto la fortuna di avere un finale, altre vegetano nel vuoto. Alcuni di voi a questo punto diranno: un conto è scrivere storie, un altro è scrivere un diario. Dipende. Lo scrittore, come ho già detto più volte nei post passati, attinge sempre dal suo vissuto, dal reale, rileggendo storie scritte quasi 10 anni fa mi sono resa conto di quanto di quello che stavo vivendo era là dentro, di quanto di quello che avevo visto e letto era finito nel racconto! Modi di dire, espressioni, ragionamenti, luoghi, avvenimenti, personaggi erano tutti parte della mia vita. Si potrebbe dire che questo racconto sia...un diario, no?
Se qualcuno di voi ha avuto queste esperienze, è invitato a provare a rileggere le proprie storie. Se io ripenso al mio tema dell'esame di quinta elementare, sorrido. Una delle tracce proposte richiedeva di scrivere un racconto d'avventura. Il mio sembrava la trascrizione dei Goonies! La maestra, correggendolo mi aveva detto che avevo fatto lavori migliori durante l'anno...tutto mi sarei aspettata, ma non quella frase, piuttosto ero preoccupata che riconoscesse il film...e invece no!
Detto questo, nei prossimi giorni proverò a rileggere altri dei miei racconti dell'eta adolescenziale, chissà cosa potrei riscoprire!

sabato 24 settembre 2011

Super 8

Ammettiamolo, eravamo tutti in attesa di vedere cos'avessero combinato Spielberg e Abrams insieme e finalmente abbiamo la risposta: i Goonies in versione Hollywood che fuggono da ET in versione Predators. Beh, forse questo sunto è un po' eccessivo, ma diciamo che chi conosce bene i due soggetti Hollywoodiani si sarà accorto che Super8 è un'autocelebrazione 2.0, sia esplicita che implicita.  
Il film comincia con il funerale della madre di Joe, morta in un incidente sul lavoro, da questo breve e localizzato episodio veniamo a sapere che il padre di Joe, che a detta dei vicini non ha mai fatto il padre, è vice sceriffo e ha una forte antipatia per un uomo biondo, tale Louis Dainard. 
Quattro mesi più tardi la scuola finisce, Joe e i suoi amici Cary, Preston e Martin, collaboreranno alla realizzazione del film di Charles sugli zombie. La sceneggiatura è quasi terminata, ma all'ultimo egli decide di inserire la moglie del detective, che interpreterà Alice Dainard, figlia di Louis Dainard.
Ognuno di loro ha un ruolo, c'è chi recita, Martin e Alice, chi trucca, Joe, chi si dedica agli effetti speciali, Cary, una troupe completa insomma.
Fino a qui niente di che, ma ad un certo punto la vita dei ragazzini cambia, durante una delle loro prime riprese un pick up, con a bordo scopriremo il loro insegnate di biologia, cercherò di fermare un treno merci. Naturalmente non ci riesce, ma causa un deragliamento del mezzo, liberando qualcosa di mostruoso che terrorizzerà la città ma soprattutto che mobiliterà l'intero esercito degli Stati Uniti.
Una storia ricca di suspence, in pieno stile J.J. Abrams, il quale non risparmia sugli effetti speciali e inserisce esplosioni in gran quantità, senza a volte considerare bene il danno che queste potrebbero causare, ad esempio i vetri dell'auto di restano intatti...fantascienza!
Per non parlare della catenina che viene attratta dall'alieno magnetico alla fine del film. Nel 1979 non credo venisse utilizzato del materiale magnetico per costruire gioielli, quindi questa scena è poco credibile, utile solo per dire che Joe ha ricostruito il rapporto con il padre, lasciando andare il ricordo che lo lega maggiormente alla madre. Per il resto la sceneggiatura regge abbastanza a parte qualche piccolo punto risolto troppo facilmente o poco approfondito, ad esempio il ragazzino che ha appena perso la madre sembra non avere il benchè minimo problema a socializzare, quello che faceva prima lo fa anche ora. C'è solo uno scontro con il padre, alcune frasi durante il funerale che ci indicano che era molto legato alla donna, per il resto poteva tranquillamente lasciarla in vita, costruendo l'antipatia tra il vice sceriffo e Louis su altre linee.
La questione cani scomparsi dalla contea non viene risolta, anzi a quanto sembra non fanno mai ritorno a casa, omissione o scelta? Sarebbe interessante saperlo. 
Poi una cosa che mi domando da qualche giorno è: perchè questo vive al cimitero? O meglio, nello sgabiotto del cimitero? Non riesco a trovare una risposta...
Concludendo, appena terminata la proiezione ero abbastanza soddisfatta, ma ripensandoci in questi giorni credo che i due guru cinematografici avrebbero potuto far di meglio, forse, consapevoli di essere dei nomi, hanno optato per qualche piccola lacuna nel film, lacuna che poi non è così fastidiosa, ma ai pignoli, come la sottoscritta, scovare le lacune nei film, piace un sacco! Non sono molto d'accordo sul bilanciamento del film, mi spiego, arrivati ad un certo punto ci si domanda: ma possibile che sto alieno, evocato in ogni modo, che rapisce le persone e, a quanto pare, le mangia, alla fine nel giro di mezz'oretta o poco più si costruisce la sua astronave e vola via? Insomma, diciamocelo, mi aspettavo qualcosa di più truculento, più sadico. Di fronte a delle premesse così spaventose ci ritroviamo con un alieno che "tiene cuore umano"...troppo umano forse! Sembra il cugino di ET in versione ragno!
Diciamo che il film sì, mi è piaciuto, lo riguarderei perchè il ritmo è buono, non stanca, ma, come dire, ci voleva un po' più di pepe! Complimenti per i titoli di coda, almeno salvano un po' il finale. Spero di non aver "spoilerato" troppo il film e se qualcuno vuole esprimere le sue opinioni, è libero di commentare qui sotto! Accetto anche gli insulti! 

mercoledì 21 settembre 2011

Captain America e Thor

Se state aspettando anche voi I vendicatori, Captain America e Thor sono due tappe fondamentali nel percorso per il film più atteso di tutti i tempi.
Proseguiamo con ordine di visione (dovete vederli in questo ordine!!) e inizio ad aprire le danze con Thor.


THOR non è malaccio, forse un po' eccessivo, effetti speciali alla zumpappero, il Bifrost (che non è il cugino della Bofrost, ma è il mezzo di trasporto che collega il mondo dove abita Thor, Asgard, con gli altri nove mondi, tra cui la nostra Terra che è posto alla fine di un ponte denominato Jotunheim. Che figata questi nomi eh! Insomma la storia non è niente di nuovo, è il viaggio dell'eroe che si crede furbo e invece a molto da imparare, per imparare viene mandato sulla terra senza poteri e [spoiler] dopo varie peripezie riuscirà a riottenere i suoi poteri, ovvero il martello, e a ritornare ad Asgard, salvare il padre e la città. Niente di nuovo, le solite carte rimescolate neanche poi così bene.
Nel cast poi si sprecano i grandi nomi, vediamo Natalie Portman nei panni di un'improbabile scienziata, o meglio astrofisica, Anthony Hopkins nel ruolo di Odino, Tom Hiddleston nei panni di Loki fratellastro di Thor...etc... Il punto fratellastro vorrei approfondirlo. Premetto che non ho mai letto il fumetto, ma insomma...prendere un bimbo biondo e uno castano e dire che sono fratelli...è cinematograficamente un messaggio per dire che non lo sono. Il film è scontatissimo, Loki odia il fratello, glielo si legge in faccia ancora prima che possa dire: "Bah!", gli amici di Thor poi non lo sopportano. Insomma, una storia già vista.
Passaggio fondamentale per arrivare a vedere i Vendicatori l'anno prossimo.

CAPTAIN AMERICA-Il primo vendicatore mi ha entusiasmato molto di più, ma non poi così tanto. Diciamocelo, lui sarà anche la torcia dei Fantastici 4, ma almeno non sembra fuggito da Highlander come Thor. Un supereroe strano, certo, un ragazzo [spoiler] che da priccolo nanerottolo insignificante diventa il biondino figo e affascinante. E anche qua, niente di nuovo. Diciamo che è la storia che caratterizza un po' tutti i supereroi, in questo caso però è interessante vedere il contesto di nascita che più che mai è legato alla storia vera dell'America. Ci troviamo infatti durante la Seconda Guerra Mondiale e tutti i giovani maschi americani tentano di arruolarsi. Steve, futuro Captain America, non ha i requisiti adatti, ma al quinto tentativo viene notato da uno scienziato, tale Abraham Erskine, interpretato da Stanley Tucci (mega sorrisone per chi ha visto Il Diavolo veste Prada), che vuole farne una macchina da guerra. 
Il punto però da "spanciarsi dalle risate" avviene nel momento in cui in scena compare il SUPERCATTIVONE. Lancerei la sua entrata così: lo abbiamo visto in versione agente Smith, con occhiali neri, giacca e cravatta, poi come Elrond con i capelli lunghi e la parlata incomprensibile ora gente lo abbiamo preso e dipinto di rosso per farlo diventare Teschio Rosso, stiamo parlando di: Hugo Weaving. Che carriera invidiabile quest'uomo eh!!!
Insomma, quando avrete finito di ridere a causa di questa scoperta, continuerete a guardare il vostro film fino a quando Mr Teschio Rosso ancora in versione borghese verrà moltiplicato sullo schermo, roba che nemmeno l'agente Smith aveva immaginato!!!! Teschio Rosso è a capo dell'Hydra e cercherà di moltiplicare la potenza di un cubo che ruberà all'inizio del film. Weaving è l'uomo delle moltiplicazioni!
A parte questo, il film scorre veloce, forse è un po' sbilanciato perchè più di metà è incentrato su un Captain America pressochè inutile e ridotto a mero burattino, mentre solo nella parte finale c'è una corsa contro il tempo dove la battaglia contro l'HYDRA (ometto commenti riguardo il saluto che è meglio) ha finalmente inizio.

Due film da vedere se volete appunto guardare I Vendicatori senza porvi troppe domande. La loro bellezza è relativa...speriamo che con i Vendicatori sparino tutte le cartucce che non hanno sparato con questi.

Robin NON Hood

Salve miei prodi lettori, avete guardato anche voi Miss Italia su Rai 1? Io no. Ho preferito dare altro cibo ai miei neuroni. Cibo magari non ottimo, ma culturalmente più elevato di Miss Italia. Certo, anche un disegno di un bimbo della scuola dell'infanzia è culturalmente più elevato di Miss Italia...lo sappiamo. Sta di fatto che il mio cibo-per-i-neuroni è stato un film. Robin Hood, quello con Russel diretto da Ridley Scott.
Non lo avevo ancora visto, perchè forse ero legata a quello con Kevin Kostner che aveva profondamente segnato la mia adolescenza, non lo avevo ancora visto perchè il fumetto alla fine di Ciak in occasione dell'uscita di questo film aveva smontato la performance di Russel.
Che cosa ne penso?
Dunque, premesso che non ho mai letto nessun romanzo su Robin Hood e che il mio Robin ha la faccia o di una volpe o di Kevin, mi sono trovata un po' a barcollare nel buio di fronte alla storia messa in scena da Ridley Scott (che io amo a causa di Blade Runner). Mi spiego meglio. Essendo una fan convinta del Robin Hood con Kevin Kostner, mi aspettavo che codesto Robin di Loxsley si chiamasse di nascita Robin di Loxsley e soprattutto fosse Ser Robin, invece è un popolano qualsiasi che "ruba" il titolo ad un Sir morto in battaglia, tale Sir è appunto quel Robin di Loxsley. Insomma, Russel si chiama Robin ma è Robin Longstride. Detta così sembra la duecentomilionesima puntata di Beautiful e, credetemi, Robin Hood di Ridley dà un po' questa impressione. 
La storia appunto ruota tutta intorno a questo Robin Fortunello che sa semplice arcere si ritrova con moglie e terre, diventa esponente dei sindacati anonimi dei baroni del nord e inizia a riprofessare quello che diceva il padre, originariamente dimenticato, ma poi ricordato grazie al padre dell'altro Robin, Sir Walter. In questo modo cercherà di riappacificare re e baroni proponendo al re di firmare la carta dei diritti, che suona come la Bill of Rights del 1689, ma questa era decisamente un'altra cosa. 
Sintetizzando, via con la listra dei pro e dei contro. 
I PRO(sciutti)
- Bella la fotografia
- Belli i paesaggi

I CONTRO(corrente) [NB: Con Robin NON Hood si intende Russel]
- Russel ormai può fare solo film in costume.
- Russel è un tantino vecchio per il ruolo.
- Ma che boiata è quella che lui ricorda improvvisamente il suo passato toccando l'elsa della spada?
- Secondo il mio modestissimo parere è impossibile che un arciere, quale Robin NON Hood, potesse saper leggere in quel periodo storico.
- Hanno finito le attrici donna? Possibile che dovevano prendere Cate Blanchett per il ruolo di Marian? Ha la faccia da regina Elisabetta ormai!
- Dialoghi pessimi! Robin NON Hood probabilmente lavorava per l'ufficio del telegrafo. 
- Scene di azione statiche per il caro Russel...
- Schizzi di sangue gratuiti, boiata imane la cicatrice gocciolante su Marian.
- Marian, oh cara Marian...ma tu mi devi andare a mungere le mucche? Ma sei o non sei la moglie del figlio di un barone del Nord?
- Sta spada...allora...Sir Walter l'aveva presa al padre di Robin NON Hood e poi l'aveva data a suo figlio il vero Robin di Loxsly, che dopo essere stato colpito in un'imboscata l'aveva affidata a Robin NON Hood chiedendogli di riportarla a casa. Robin NON Hood ritorna a casa e eredita la spada in quanto a Sir Walter fa comodo riavere un figlio per assicurare alla nuora le terre. Nel caso in cui la nuora fosse rimasta vedova, avrebbe perso le terre. Ma sta spada...........si illumina di blu se vede gli orchi? Ma l'arma di Robin HOOD, quello vero, non era un arco? Ah già, questo è Robin NON Hood....
- Il cavallo bianco è del re...ma poi non si capisce se se lo tiene o è un altro...
- Belle le corone che variano a seconda dell'esigenza...
- Varie ed eventuali....

VOTO: 5
DA VEDERE: soltanto se c'è Miss Italia o il GF in tele.

ATTESE, SPERANZE, POSSIBILITA'...: spero vivamente che non ci sia un seguito, ma il finale mi ha dato questa impressione...save me! Russel avrà 10 anni in più....

PICCOLA POSTILLA SULLA MUSICA: Ma avete presente qual è la celeberrima canzone del Robin Hood con Kevin Kostner? Everything I do...Bryan Adams. Parliamone! Solo per la frase "Everything Ido, I do it for you doveva vincere un Emmy, un Oscar, un Tony Awards e pure un Pulitzer....questo Robin NON Hood invece...oh, che tristezza!

lunedì 19 settembre 2011

Io e la letteratura

Guardando i miei corsi per il nuovo anno accademico, visto che sarà l'ultimo, ho ripensato un po' al mio percorso culturale che mi ha portato all'ultimo anno di Università.
In terza media ho scelto di andare al Liceo Classico, amavo leggere e scrivere, amavo passare giornate a divorare libri sdraiata sulla panchina del balcone, mi piaceva scoprire nuovi scrittori. Volevo fare la scrittrice e quindi il mio percorso ideale era Liceo Classico + lettere e poi via, avrei scritto un romanzo tipo Harry Potter, sarei diventata la Rowling italiana pubblicando il mio libro da Salani. Questa era la mia prospettiva di vita. Ai tempi avevo già conosciuto Chaplin, Hitchcock e altri grandi autori grazie ad un piccolo cineforum, ma non comprendevo che il cinema potesse essere anche un luogo dove lavorare, ero ancora nell'ottica del cinema come mero passatempo e la questione "come si fa un film?" ancora non mi toccava. Volevo scrivere io! Per mettere a dura prova il mio talento mi lanciavo in tutte quelle imprese in stile scuola media che la mia mitica prof di lettere ci proponeva. Storie, storie a fumetti, giornalino della scuola, in prima media io e la mia classe ci siamo pure inventati uno spettacolo in cui imitavamo i professori. Non è mai andato in scena, però eravamo seri! Avevamo fatto anche un pomeriggio di prove!
Insomma, in realtà avevo già un piede nella fossa dell'arte, ma non me ne ero mai accorta!
Terminata la terza media, licenziata con Ottimo, mi sono fiondata nell'avventura del liceo classico, greco e latino; 18 ore con la stessa prof, ansia da compitini dei verbi, un otto e mezzo impensato in una versione di greco, la ginnastica in mezzo ai campi (la palestra era in costruzione) sono i ricordi che mi hanno segnato del ginnasio. Passata al liceo...beh, alla sinfonia si sono aggiunte filosofia, chimica e storia dell'arte. Ho cambiato l'insegnante di letteratura e latino, guadagnando un maratoneta non solo nella vita, ma anche nella spiegazione. Credo che nessuno abbia mai battuto i suoi record di spiegazione di una cantica della divina commedia: 6 giorni e Dante si faceva tutto l'inferno! Robe da pazzi! Mi sono votata alla Bignami per sopravvivere e capirci qualcosa! Bel modo di spiegare la Divina Commedia, neanche il peggiore dei peccatori dell'Inferno poteva pensare di dare così poco spazio allo studio di quest'opera. Ma se pensate che Dante fosse solo un caso isolato nel genio istruttivo di tale insegnante, vi sbagliate di grosso. Ricordo ancora quando arrivammo a Verga. Verga, chi era costui? Potrei ancora domandarmi chi sia, se non avessi incontrato docenti più formati al'Università che mi hanno spiegato questo autore. Per il mio insegnante del liceo molte cose erano date per scontate, altre, potevano essere ridotte a poche parole. Mi domando se questo sia insegnare....ci vorrebbe d'Avenia! Quello sì che è un prof!
Tutto questo per dire che la mia formazione da "liceo classico" è alquanto imbarazzante, è vero i libri si possono leggere autonomamente, ma credetemi non è la stessa cosa! Se io sento raccontare da un altro un'avventura, se lui/lei me la racconta con trasporto, con entusiasmo, anche il libro più barboso del mondo può avere un suo perchè e può meritare di essere letto. Ci sono libri che se non si leggono al liceo...è difficile avere il tempo per leggerli dopo. Credo ci siano una serie di volumi che tutti devono aver letto prima dei 20 anni, come esistono i programmi ministeriali per le varie materie, dovrebbe esistere un programma ministeriale di lettura. Beh, magari ministeriale no, ma sarebbe interessante stilare un elenco di libri che devono essere letti. 
Probabilmente ne esistono parecchi, come per quelli di film.
Fortunatamente le mie lacune letterarie le ho colmate un po' all'università, ma sinceramente rimpiango di non aver letto "I Malavoglia" mentre facevo il liceo, oppure "Mastro don Gesualdo", oppure "Le metamorfosi"...insomma, un sacco di cose. Con il tempo si recupera tutto, speriamo! Non che io non abbia letto durante quegli anni, io leggevo altro! Leggevo altro perchè mi veniva l'orticaria quando mi avvicinavo a quegli autori spiegati in maniera ultra rapida e spesso senza la benchè minima passione.
Il punto universitario per alcuni potrebbe essere un po' dolente, studiare letteratura ad un Dams diciamo che non è ovvio, certo, ho frequentato un corso di letteratura con il celeberrimo prof. Baldi che mi è servito moltissimo, ma io sono andata lì per studiare cinema e invece ho imparato molto anche di letteratura! Devo ringraziare proprio gli insegnanti di cinema che mi hanno fatto riscoprire autori spesso boicottati oppure altri che non avevo mai considerato. 
Molti di voi probabilmente penseranno che questo ragionamento non abbia senso, ma io rimango e rimarrò sempre del parere che deterimante cose si leggono e si studiano durante gli anni delle superiori, a prescindere dalla scuola o da quello che si vuole fare in futuro. La cultura deve essere parte di ogni individuo, gli scienziati devono sapere chi era Verga, così come i letterati devono sapere chi era Einstein. Poi gli studi settoriali li porteranno o meno ad approfondire un determinato argomento, ma ci sono dei mattoni fondamentali che tutti dobbiamo avere. Non è un caso che oltre oceano, dai nostri tanto odiati e tanto amati amici americani, al primo anno di università, a prescindere dalla facoltà, si fa un corso di letteratura in cui vengono selezionati dei libri di letteratura canonici che uno studente deve conoscere. Così anche quelli che sono a Wall Street hanno letto almeno qualcosa di Fitzgerald. La questione dell'essere canonico o meno poi è un argomento che non voglio approfondire ora, magari prossimamente. 
Detto questo so che qualcuno dirà: "Sai che noia dover leggere certi autori!", e qui rispondo a voi e dico a tutti gli insegnanti di letteratura: Amate i libri, amate i personaggi, amate gli autori ed immedesimatevi. Immaginate perchè Salinger abbia scritto la storia di Holden, perchè Fitzgerald si sia suicidato prima di terminare Gli ultimi fuochi, perchè Calvino si sia preso la libertà di raccontare la storia di uno che vive sugli alberi, perchè Orwell abbia scritto La fattoria degli animali...eccetera. Certo, ci sono libri di una noia mortale, quelli vanno presi in piccole dosi e forse richiedono una maggiore sforzo agli insegnanti per spiegarli e uno altrettanto grande agli studenti per comprenderlo. Però, se leggiamo solo cavolatine...non cresceremo mai! Buona lettura gente, spero che almeno voi abbiate letto qualcosa di più durante i vostri anni del liceo!



mercoledì 14 settembre 2011

Can't resist smelling the pages

Questo post e dedicato a tutte le mie amiche lettrici, 
divoratrici di libri 
e collezioniste di storie.
Ringrazio Alessandra per avermelo inviato!

"Date a girl who reads. Date a girl who spends her money on books instead of clothes. She has problems with closet space because she has too many books. Date a girl who has a list of books she wants to read, who has had a library card since she was twelve. Find a girl who reads. You’ll know that she does because she will always have an unread book in her bag.She’s the one lovingly looking over the shelves in the bookstore, the one who quietly cries out when she finds the book she wants. You see the weird chick sniffing the pages of an old book in a second hand book shop? That’s the reader. They can never resist smelling the pages, especially when they are yellow. She’s the girl reading while waiting in that coffee shop down the street. If you take a peek at her mug, the non-dairy creamer is floating on top because she’s kind of engrossed already. Lost in a world of the author’s making. Sit down. She might give you a glare, as most girls who read do not like to be interrupted. Ask her if she likes the book. Buy her another cup of coffee. Let her know what you really think of Murakami. See if she got through the first chapter of Fellowship. Understand that if she says she understood James Joyce’s Ulysses she’s just saying that to sound intelligent. Ask her if she loves Alice or she would like to be Alice. It’s easy to date a girl who reads. Give her books for her birthday, for Christmas and for anniversaries. Give her the gift of words, in poetry, in song. Give her Neruda, Pound, Sexton, Cummings. Let her know that you understand that words are love. Understand that she knows the difference between books and reality but by god, she’s going to try to make her life a little like her favorite book. It will never be your fault if she does. She has to give it a shot somehow. Lie to her. If she understands syntax, she will understand your need to lie. Behind words are other things: motivation, value, nuance, dialogue. It will not be the end of the world. Fail her. Because a girl who reads knows that failure always leads up to the climax. Because girls who understand that all things will come to end. That you can always write a sequel. That you can begin again and again and still be the hero. That life is meant to have a villain or two. Why be frightened of everything that you are not? Girls who read understand that people, like characters, develop. Except in the Twilightseries. If you find a girl who reads, keep her close. When you find her up at 2 AM clutching a book to her chest and weeping, make her a cup of tea and hold her. You may lose her for a couple of hours but she will always come back to you. She’ll talk as if the characters in the book are real, because for a while, they always are. You will propose on a hot air balloon. Or during a rock concert. Or very casually next time she’s sick. Over Skype. You will smile so hard you will wonder why your heart hasn’t burst and bled out all over your chest yet. You will write the story of your lives, have kids with strange names and even stranger tastes. She will introduce your children to the Cat in the Hat and Aslan, maybe in the same day. You will walk the winters of your old age together and she will recite Keats under her breath while you shake the snow off your boots. Date a girl who reads because you deserve it. You deserve a girl who can give you the most colorful life imaginable. If you can only give her monotony, and stale hours and half-baked proposals, then you’re better off alone. If you want the world and the worlds beyond it, date a girl who reads. Or better yet, date a girl who writes."

Un po' di Montale...

Oggi iniziando il capitolo del nuovo libro per l'esame (Il concetto di modernità nel cinema di Giorgio deVincenti) mi sono imbattuta in una poesia che voglio qui riportarvi. Nel libro è citata solo la prima strofa, ma qui voglio postarla tutta.

I Limoni
 
Ascoltami, i poeti laureati

si muovono soltanto fra le piante

dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.

lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi

fossi dove in pozzanghere

mezzo seccate agguantanoi ragazzi

qualche sparuta anguilla:

le viuzze che seguono i ciglioni,

discendono tra i ciuffi delle canne

e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli

si spengono inghiottite dall'azzurro:

più chiaro si ascolta il susurro

dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,

e i sensi di quest'odore

che non sa staccarsi da terra

e piove in petto una dolcezza inquieta.

Qui delle divertite passioni

per miracolo tace la guerra,

qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza

ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose

s'abbandonano e sembrano vicine

a tradire il loro ultimo segreto,

talora ci si aspetta

di scoprire uno sbaglio di Natura,

il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,

il filo da disbrogliare che finalmente ci metta

nel mezzo di una verità.

Lo sguardo fruga d'intorno,

la mente indaga accorda disunisce

nel profumo che dilaga

quando il giorno piú languisce.

Sono i silenzi in cui si vede

in ogni ombra umana che si allontana

qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo

nelle città rurnorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.

martedì 13 settembre 2011

Under...paper!

In questi giorni non sono in vena di post dattiloscritti, ma di post fotografici! =)
Le foto di oggi raccontano la storia della mia scrivania (in questo caso è il tavolo della sala) prima di iniziare a studiare.... Diciamo che mi dedico a letture di vario genere! 
Buona visione!


Ecco una panoramica del mio tavolo, perfettamente ordinato! Of course!

 
Qualche cataloghino con le collezioni invernali...


Letture seriamente serie

La mole di mensili, settimanali, periodici che sto accumulando in questi giorni.....(e ora che ci penso non sono nemmeno tutte..)


Immancabili Simpson che fanno da sottofondo, anche perchè questa puntata con Troy McClure l'ho già vista!!

venerdì 9 settembre 2011

To be or not to be....

Alzi la mano chi non ha mai sentito nominare la scrittura creativa, penso che le mani alzate siano poche, almeno lo spero. Certo, in Italia la "moda" non è così diffusa come negli USA, ma pian piano stiamo capendo anche noi che la scrittura creativa è utile come sistema di stimolazione delle idee. E' una specie di palestra di allenamento. Come gli sportivi per arrivare alle Olimpiadi si allenano, così gli scrittori, o meglio, coloro che ambiscono a diventare scrittori devono allenarsi scrivendo. Ma scrivere per scrivere non basta, a volte penso sia necessario mettersi dei paletti, sperimentare, esercitarsi. Esistono molti e molti libri su questi argomenti, alcuni funzionano altri no, fondamentalmente i manuali servono e non servono, diciamo che bisogna saperne fare un giusto uso. Secondo il mio modestissimo ed insignificante parere ognuno di noi, dopo aver letto un certo numero di libri, e con letto non intendo leggiucchiato e con libri non intendo Moccia, è in grado di percepire determinati stratagemmi, determinati stili che contraddistinguono gli scrittori.
I manuali non fanno di te il nuovo Verga o il nuovo Moravia, o lo Stephen King del vecchio continente, ma ti aiutano a capire come prendono forma i racconti, i personaggi, le descrizioni, i libri. Sono fondamentalmente delle esercitazioni che poi uno può fare o meno, uno può anche leggerli per cultura personale e poi rimetterli sulla libreria o addirittura rivenderli, altri possono impararli alla nausea per evitare i fatidici blocchi dello scrittore, ammesso che funzionino.
Diciamo che quando si scrive non va lasciato niente al caso. Lo scrittore deve sapere come, dove, quando è nato il suo personaggio, quali sono i suoi libri preferiti, quali sono i suoi gusti di gelato, le sue allergie, il suo peso, la sua altezza, il colore degli occhi, le sue passioni, etc. Lo scrittore deve sapere se la via Pincopalla incrocia via Pincopallino nella città XXX che ha creato per il suo romanzo, deve sapere cosa prova il suo cattivo quando mette in atto i piani più diabolici, deve capire che nel suo mondo le regole è lui e lui solo a dettarle, deve capire che niente è impossibile nel mondo della letteratura, ma che tutto può prendere forma se studiato con accuratezza.
Noto che ultimamente certi scrittori perdono poco tempo a delineare i personaggi, creando esseri piatti e praticamente inesistenti nella vita di tutti i giorni. Se la scrittura trae spunto dalla vita, allora il personaggio deve trarre spunto dalla gente. Qualche anno fa leggendo la raccolta di scrittura creativa realizzata presso Deagostini dalla Holden di Torino, dicevano che lo scrittore gira tra la folla e prende appunti, ascolta, osserva e soprattutto assorbe.
Lo scrittore è un ladro, un ladro di attimi di vita, di persone, di nomi, di comportamenti, lo scrittore fotografa e registra quello che gli sta attorno e sa rivoltare le situazioni ed inserirle nei suoi romanzi. Lo scrittore non sta nella torre d'avorio a guardare il mondo dall'alto, lo scrittore è nel mondo e gira, visita, scopre, conosce, legge. Ecco legge. Conosci il tuo nemico, dicevano. Lo scrittore deve conoscere quello che fanno i suoi colleghi, deve conoscere i libri che vendono, deve leggerli (Moccia si può anche non conoscere), deve capire perchè vende Tizio e non vende Caio, ma non per questo deve scendere a patti quando scrive!
Insomma lo scrittore deve vivere in questo mondo, questo è uno dei pilastri fondamendali per essere scrittore.
Riguardo i sopra citati manuali, ne esistono di ogni genere, dai meno manuali, mi viene in mente la Grammatica della fantasia di Gianni Rodari, a manuali veri e propri come quello edito da Dino Audino, Lezioni di scrittura creativa, che riporta le lezioni del Gotham Institute negli USA che dicono sia una delle più grandi ed importanti scuole di scrittura. Altro libro degno di nota è Il viaggio dell'eroe di Vogler, famoso ad Hollywood, ma anche tra i narratori perchè scritto con lo scopo di analizzare la figura del protagonista. Questi due libri dovrebbero arrivarmi presto da IBS, sono molto curiosa, soprattutto perchè il secondo che ho nominato dicono sia davvero un libro base per la formazione degli scrittori.
Per il corso di sceneggiatura poi ho avuto l'onore di leggere il celeberrimo Story di McKee, libro-bibbia per gli sceneggiatori hollywoodiani, anche questo è un ottimo manuale che viene promosso ed ampliato dallo stesso autore attraverso weekend di formazione per gli sceneggiatori. Basandosi su questo volume sono state scritte una miriade di sceneggiature per cinema e serie tv.
Vi farò presto sapere come sono i due manuali in arrivo, voi restate sempre sintonizzati e se conoscete altri manuali più o meno validi, fatemi un fischio!!



giovedì 8 settembre 2011

Boy

Tutti voi avrete letto almeno una volta nella vostra vita una storia, un racconto, un libro di Roald Dahl, qualcuno di voi magari si è seduto a pranzo con gli Sporcelli, qualcun altro ha accompagnato Charlie e il nonno durante la visita alla Fabbrica di cioccolato, qualcun altro si è innamorato della dolcezza del GGG, oppure ha odiato a morte la mefelica Spezzindue che torturava Matilda e i suoi amici, oppure si è imbarcato sul grande ascensore di cristallo per vedere cosa esisteva oltre la fabbrica di cioccolato. Ognuno di noi insomma ha avuto più o meno modo di entrare a contatto con i libri di Dahl durante la sua infanzia, se non avete mai avuto possibilità di leggerli, beh, probabilmente avete avuto un'infanzia triste! 
Se siete invece dei fan sfegatati dell'autore inglese di origini norvegesi, allora dovete assolutamente leggere, se non l'avete già fatto, la sua autobiografia: Boy.
Questo libro era stato acquistato da mia mamma un po' di tempo fa ed è rimasto per parecchio tempo intonso nella mia libreria pensando fosse una cosa più seriosa e noiosa. So che è sbagliato pensare che Roald possa scrivere cose noiose, ma essendo un'autobiografia la cosa è possibile, soprattutto se una persona ha avuto una vita noiosa. Ad esempio se uno ogni giorno della sua vita si alza, fa colazione, guarda la tele, pranza, guarda la tele, cena, guarda un film...beh, non è che un'autobiografia su di lui possa essere così interessante....
Fortunatamente Roald (scusate se lo chiamo per nome, ma infondo è un po' nostro amico) ha avuto un'infanzia e una vita decisamente avventurosa, letta a posteriori poi è praticamente come leggere uno dei suoi libri. Lungo la sua esistenza ha incontrato, a quanto dice, tutte quelle persone che hanno influenzato i suoi libri, è stato in collegi con persone che odiavano i bambini, ha partecipato a selezioni di gusti di cioccolato...insomma, ogni ingrediente delle sue storie è stato tratto dalla sua vita. Ecco perchè è consigliato ai veri fan. Di certo è una lettura un po' per ragazzi, ma rimango sempre del parere che ogni cosa se letta in determinati modi, non ha età. Non dico che è come Il piccolo principe, ma il principio è lo stesso.
Sperando di avervi innestato una briciola di interesse per questo libro, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo post! A presto!

P.S. Come tutti i libri di Dahl, anche questo in Italia è stampato da Salani.

Impariamo ad indignarci!

Ieri sera dopo la serata Corrida organizzata dalla Proloco della mia zona, vinta dal gruppo dei MusicalBox, ho parlato a lungo con una mia amica (PlayToPlay guarda caso!) riguardo il nostro futuro. Riguardo il nostro presente che ci rende impossibile immaginare o sognare un futuro. Beati i tempi in cui si potevano avere sogni nei cassetti ed era possibile tirarli fuori! Beati i tempi in cui era LEGALE che un ragazzo potesse studiare quello che voleva senza rischiare di pentirsene. Viviamo in un mondo, che denominerei Italia, in cui alle ragazze basta essere belle, magre, mezze rifatte per avere stipendi decorosi e ai ragazzi basta saper prendere a scarpate un oggetto tondo per avere stipendi miliardari.
Dobbiamo indignarci! Dobbiamo avere il coraggio di dire che a me il calciatore strapagato fa schifo! Stimo l'operaio che con 800€ al mese riesce a vivere, a sopravvivere, stimo le mamme o i papà rimasti soli ad accudire i figli, stimo le donne che scelgono di diventare mamme rinunciando a volte al lavoro. Non stimo le veline sculettanti e con il cervello pari a quello di uno scoiattolo, con tutto il rispetto per gli scoiattoli.
Dobbiamo indignarci davanti agli scalda poltrone da Roma che costringono i ragazzi a scaldare poltrone per il resto della loro vita, le poltrone di casa però, non quelle del Senato o della Camera, quelle sono già destinate ad altri, che probabilmente hanno avuto la possibilità di frequentare le mitiche università blasonate e in più hanno la fortuna di avere il papy ben fornito economicamente.
Dobbiamo indignarci di fronte a quella gente che ti dice che è inevitabile che un giovane per lavorare debba andare all'estero. Ma certo, svuotiamo l'Italia, freghiamocene dei cervelli che scappano!! Hanno ragione a scappare, ma dobbiamo proprio lasciarli andare negli altri stati? Dobbiamo per forza fare la valigia una volta laureati? Un anno, due, potrebbe essere un'esperienza interessante, ma tutta la vita...perchè non dare più soldi alla ricerca in Italia? Perchè non dare più soldi alla cultura in Italia? Vi spiego il perchè, perchè noi paghiamo i cinepanettoni, Lele Mora, le scappatelle del Berlusca, i tagli di capelli della Gelmini....eccetera eccetera. 
Dobbiamo indignarci di fronte agli stipendi dei parlamentari che aumentano in base al costo della vita...come se prendessero poco normalmente!!!!!!
Dobbiamo indignarci di fronte alle case editrici che ti pubblicano quelle stronzate firmate Moccia e poi i libri di Fitzgerald non vengono ristampati dal 77 (e sono solo esempi!).
Dobbiamo indignarci di fronte ai telegiornali che ci trattano come se fossimo idioti che pensano solo ai cani abbandonati e al tempo che farà domani, tanto se piove o c'è il sole, in Italia siamo sempre nella m**** fino al collo!
Dobbiamo indignarci più spesso, dobbiamo far valere i nostri diritti, dobbiamo fagocitare quello che la televisione non dice, dobbiamo essere capaci di spegnere quella scatola nera che ultimamente ci regala prodotti scadenti, dobbiamo accendere il nostro cervello per creare un futuro! In questi casi di crisi nera, vince chi sa rinnovarsi, chi sa essere innovativo, chi non si fa sottomettere dai grandi, perchè non si è grandi solo con 100.000€ in tasca al mese, o se si sculetta bene, o se si sa prendere a scarpate un pallone!
Dobbiamo imparare ad accendere delle luci, per fare in modo che questo periodo di notte dell'Italia possa tornare presto ad essere giorno, tanto i politici le luci non le accendono! Anzi, quelli sono buoni solo a tagliare i cavi della corrente elettrica. E non parlo solo di una fazione politica, sono tutti così! Uno peggio dell'altro! 
Accendiamo le luci, guardiamo le stelle, ricerchiamo i nostri sogni, i nostri desideri e crediamoci! Indignamoci per costruire un futuro migliore!!!!!!!!!!!


mercoledì 7 settembre 2011

Carissimi lettori e carissime lettrici è ufficiale, oggi 7 agosto 2011 è cominciata una nuova fase della vita delle mie dita..mi spiego, da oggi ha inizio per me una fantastica collaborazione con il sito Virgole nelle Virgole, vi invito quindi a visitarlo, a leggere gli articoli e a condividerlo!
E' un sito gestito da studenti, da giovani che vogliono informare in modo apartitico e apolitico le persone trattando vari temi, un'informazione libera e giusta. Un blog da leggere e seguire ogni giorno!
Io scriverò principalmente di tematiche cinematografiche e letterarie, ma voi leggete gli articoli di tutti eh!!!!!!!!
Il primo articolo pubblicato è una rivisitazione di quello su The Truman Show che avevo pubblicato qui, poi prossimamente ne arriveranno altri e altri e altri!!! 
Che dire, stay tuned anche su quello, non vi deluderemo!!!
Eccovi il link alla pagina: CLICCCCCCATE!!!

martedì 6 settembre 2011

Storia della mia gente

La settimana passata è stata un pullulare di letture, tutti romanzi brevi, certo, però tutti degni di nota e tutti di generi alquanto differenti. 
Il primo che ho divorato è stato Accabadora di Michela Murgia, di cui vi ho già parlato in un post precedente, a quello è seguito Storia della mia gente, di Edoardo Nesi e poi Boy di Roald Dahl.
In questo post darò spazio a Nesi e prossimamente al caro Roald.
Storia della mia gente non è un romanzo simpatico dal punto di vista dei contenuti, è una storia nuda e cruda dell'Italia tessile, di quell'Italia che nel giro di pochi anni ha perso tutto quello che i suoi nonni avevano costruito, quell'Italia che, a causa di scelte politiche errate, come spiega Nesi nel suo libro, è stata costretta a lasciarsi invadere dal mercato cinese che si è espanso in maniera tale da distruggere moltre industrie italiane.
Il settore tessile, di cui Nesi è nipote e figlio, è stato uno dei primi ad essere colpito da questa crisi, ma è un settore che purtroppo è sempre stato sottovalutato, è colui che crea il tessuto, la stoffa che andrà poi consegnata ai sarti che la disegneranno, la taglieranno e la faranno diventare capi di abbigliamento che verrano poi marchiati con i nomi del grande Made in Italy italiano. Un tempo era così, oggi sono sempre più gli imprenditori che investono oltreoceano o nell'est europeo e oltre pur di ridurre i costi della produzione, sfruttando a volte gli operai facendoli lavorare in condizioni precarie e con orari massacranti, pagandoli una miseria per produrre capi che magari costeranno quanto il loro stipendio di una vita intera.
Questo è diventato il settore tessile da qalche anno, non è tutto così, per carità, ma leggendo Edoardo Nesi ci rendiamo conto che il suo è un viaggio, è la storia di come la sua gente da protagonista è diventata spettatrice di un mercato che si è espanso altrove oppure è rimasto nelle mani di pochi, pochissimi. Quei telai che avevano risollevato Prato dopo la Seconda Guerra mondiale oggi non risollevano più nessuno, sono rottami abbandonati in fabbriche chiuse oppure messi in moto da mani diverse, da gente che parla lingue diverse.
Nessuno viene risparmiato in questo libro di denuncia, una parola è spesa anche a sfavore degli stilisti che tiravano il prezzo dei tessuti per poi rivenderli sotto forma di cappotti a quattro volte il valore effettivo.
Un libro, ripeto, duro che non si limita ad urlare contro chi ha visto e non ha fatto nulla, un libro però che prende in considerazione anche gli operai, non solo gli imprenditori, un libro che trasuda amore per Prato, per i Pratesi, ma amore per la nostra cara e vecchia Italia, patria tanto amata quanto odiata da molti. Un libro che guarda caso vince il premio Strega in un periodo di crisi, nell'anno dei 150 anni. 
All'inizio pensavo di non leggerlo perchè temevo fosse troppo saggistico, invece è importante leggerlo perchè fa riflettere, ci fa pensare, ricorda quello che eravamo e che non possiamo più essere.
Leggetelo e quando leggerete sulle etichette delle grandi marche "Made in China" vi arrabbierete ancora di più!

lunedì 5 settembre 2011

Cantamimi, o Diva, del Pelide Achille...

« [...] noi sappiamo dire molte menzogne simili al vero,
ma sappiamo anche, quando vogliamo, il vero cantare »
(Esiodo, Teogonia, incipit, 27-28) 


Da qualche anno a questa parte seguo con un occhio di attenzione quello che succede nel mondo dell'editoria, quali sono i libri più venduti, più criticati, più chiacchierati, più premiati. Tra i premi noti in Italia c'è il Premio Strega che da quando esiste è stato consegnato a scrittori che hanno fortemente segnato la storia della nostra letteratura italiana.
In questi ultimi anni i premi strega sono stati molto discussi, soprattutto perchè assegnati a scrittori alle prime armi e quindi poco noti nel mondo letterario. Se sia giusto o meno io non lo so, certo è un premio significativo, ma come tutti i premi, a parte il Nobel forse, lascia il tempo che trova. Nel senso che se vinci il premio Strega non è detto che sei il nuovo Moravia, hai semplicemente scritto un libro che è piaciuto più di tutti quelli selezionati per il concorso. Con questo non voglio snobbare il premio Strega, non sia mai! Anzi, tanto di cappello a chi lo vince! Quello che voglio dire io è che vincere un premio così dopo il primo romanzo ti fa un certo effetto perchè se non sei una persona mentalmente posata, ti monti la testa e credi di essere il nuovo Fitzgerald della letteratura italiana, in versione non alcolizzata (per quanto possibile). Quindi si rischia di idolatrare più lo scrittore dell'opera in sè.
Non è matematico che uno scrittore mantenga sempre lo stesso livello artistico in tutte le sue produzioni, ecco perchè nel caso dei concorsi letterari è bene considerare il libro come opera di Tizio, opera, non come Tizio scrive sempre così. Detto questo bisogna anche considerare il periodo storico, chi viene selezionato, le altre proposte letterarie, insomma tutto quello che ruota intorno al concorso. E infine c'è un tassello che è a dir poco fondamentale: l'apprezzamento da parte del lettore.
L'apprezzamento da parte del lettore è sicuramente qualcosa di molto relativo, che varia da persona a persona, varia anche a seconda di quello che sta vivendo colui che si imbatte in quel libro. Sento spesso, e penso di essere parecchio d'accordo con questa tesi, che i libri devono essere letti nei periodi giusti, è vero! Pensate a quante volte avete abbandonato un libro perchè non riuscivate proprio ad andare oltre ad un determinato punto, poi la seconda volta che lo avete preso in mano lo avete divorato nel giro di pochi giorni. Certo, ci sono poi anche libri totalmente incompatibili con i vostri gusti, che solitamente non riescono ad "andare avanti" nemmeno al secondo, terzo (se c'è) tentativo.
I gusti letterari quindi, come tutti i gusti, sono qualcosa di altamente relativo. Se per me Zafon scrive in modo meraviglioso, state pur certi che per qualcun altro è letteratura da ombrellone e nemmeno Moccia scrive così male. Ammetto che quest'ultima affermazione è azzardata...ma passatemela solo come esempio per riflettere insieme.
Qualche mese fa parlando con un don insegnante di Arte mi aveva detto che a parer suo  il miglior modo per mettere in pratica un corso di arte era il seguente: al termine delle lezioni bisognava proporre agli allievi un budget da spendere in un negozio di antiquariato, in quel momento i ragazzi sarebbero stati liberi di acquistare quell'oggetto che dava loro delle sensazioni particolari, quell'oggetto particolare che secondo loro era degno di nota. Probabilmente su una classe di venti alunni sarebbero stati selezionati venti oggetti diversi, a questo punto sarebbe stato necessario spiegare perchè era successa questa cosa. Ognuno dei venti ragazzi ha dei gusti diversi, dei canoni di valutazione differenti, quello che è arte per me per te è feccia. Questo accade in tutte i campi in cui avviene una creazione artistica, in tutti i campi artistici: cinema, arte, letteratura, musica....
Concludendo questa lunghissima riflessione posso dire che non bisogna aver paura di dire "questo mi piace" il problema è che bisogna sempre dire il perchè e questo perchè deve essere fondato e scientificamente dimostrabile. Se ad esempio dite: "Mi piace Moccia per il grande approfondimento psicologico dei personaggi", beh, sappiate che i personaggi di questo scrittore hanno lo stesso approfondimento psicologico di Pimpa, quindi forse quest'affermazione non verrà accettata positivamente dal resto del pubblico.
Insomma, non abbiate paura di crearvi delle vostre gallerie artistiche, una per ogni disciplina, una per ogni musa!
Sono davvero alla fine ora e vi lascio con i nomi delle sette muse greche che erano le protettrici delle arti. 

sabato 3 settembre 2011

Fanfiction

Mi sono resa conto che questo blog sta lentamente diventando una specie di moleskine, o, per dirla all'italiana, un taccuino dove appunto e approfondisco quello di cui parlo con gli amici, quello che trovo su altre pagine web, quello che scovosu youtube. Non so se la cosa possa piacervi o meno, ma io mi diverto parecchio. Oggi ad esempio il fulcro del post sarà costituito dalla FANFICTION, come avrete appunto letto dal titolo.
Ne parlavo giusto un paio di giorni fa con un'altra amica, che non è PlayToPlay questa volta, ma si chiama Chiara, ho scoperto che è una grandissima appassionata di queste forme..chiamiamole espressive e artistiche.
Ma per tutti i profani di questo termine: cosa sono mai queste fanfiction?
Analizziamo la parola, tranquilli, non deriva dal greco! Non so quale sia la sua radice, ma di certo temo sia inglese ed è composta da fan+fiction, e fino a qui abbiamo scoperto solo che l'acqua è bagnata.
Il fan o i fan (che si può scrivede ad libitum con o senza s finale) sono quelli che si appassionano in maniera folle ad una cosa tanto da seguirla in ogni modo, in ogni tempo e ogni spazio, nel caso di Scano in tutti i luoghi, in tutti i laghi in tutti i mari. 
La fiction: beh, qui casca l'asino. Noi italiani siamo soliti indicare con codesto termine quei meravigliosi (permettetemi merdavigliosi) surrogati cine-televisivi che ci sparano in prima serata, i miscredenti direbbero tutti incentrati su preti, santi e suore, io dico incentrati su personaggi famosi e anche qualche santo, vero, ma ultimamente non così tante! La traduzione di fiction è finzione. Effettivamente questi cosi sono dei finti film. Peccato sia finzione nel senso di "cosa costruita", "non documentario", quindi fittizia, quindi cinematografica. 
La fiction nel vocabolario inglese però indica semplicemente il termine storia: science fiction è appunto una storia di fantascienza. 
Insomma, tirando le somme: la fanfiction è una storia scritta dai fan, ma codesta storia ha come base l'argomento di cui questi fan sono fan. Comprendo che sto scrivendo cose alquanto astruse e che tu lettore stai già spostando il mouse verso la X in alto alla tua destra, ma dammi ancora qualche riga e mi spiego.
Faccio un esempio pratico.
Il caso Harry Potter ha permesso che nascessero delle storie parallele, per colmare l'attesa tra un libro e l'altro molti, anzi moltissimi ragazzi si sono dilettati a scrivere ipotetiche storie di Harry Potter, ma queste stesure proseguono anche oggi e sono frutto di quelle fantastiche frasi tipo: "E se tizio avesse saputo da caio questo allora avrebbe potuto evitare questa cosa e fare quest'altra." Insomma, i se e i ma diventano il fulcro, il mattone da cui viene sviluppata e quindi costruita la nuova storia di Harry Potter by fan. 
Queste storie esistono in forma scritta, ma anche sotto forma di video!
Concludendo e premiandovi per la pazienza dimostrata qualche istante fa non cliccando sulla X, vi regalo questo divertentissimo video su Harry Potter! 
Se non avete letto tutti i libri...state attenti: SPOILER in agguato!!!



venerdì 2 settembre 2011

Trucchi e libri: Federica Frezza

Credo sia ormai chiara la politica che ho sposato in questo blog, credo sia chiaro che mi piace leggere scrivere...e non far di conto, anche perchè scoprirei sempre che sono una spendacciona, cosa che so già e con la quale preferisco non confrontarmi troppo spesso! E' venerdì sera e sono a casa perchè ho rifiutato una serata yeah con un'amica (PlayToPlay) che non vedevo da un po' (72 ore??) a causa di un divertentERRIMO lavoretto estivo che urgeva di essere terminato per rientrare nei tempi prestabiliti, terminato il lavoretto, scusate la piccola digressione su fatti della mia noiosa vita quotidiana ma era una premessa inevitabile, sono finalmente riuscita a vedere i tre video di youtube che oggi avevo passato all'amica PlayToPlay (dopo vi spiego perchè si chiama così). Siccome dopo averli visti mi sono accorta che sono a dir poco interessanti voglio postarli qui sul mio blog! 
La ragazza dei video, al secolo Federica Frezza, dopo aver scritto e pubblicato un libro (Squeegee) ora ne sta scrivendo due in contemporanea, Mokita e Jules uno in italiano e uno in inglese e ha deciso di fare un video-diario della lavorazione. Mi sono imbattuta nel volto di Federica un giorno mentre cercavo tutorial di make up su youtube e lei, bluebeam310, mi aveva colpita particolarmente per due cose: abita a Londra, città che io amo, e ha una parlantina degna di nota, ma una parlantina che nascondeva un sottotesto, un retroscena che andava oltre ai pennelli e agli ombretti. Fu così che gira e rigira mi sono imbattutta nel suo secondo canale di youtube: prismatic310, luogo dedicato alla cultura letteraria, cinematografica, televisiva eccetera, un luogo per geek, nerd...insomma sfigati che si dedicano ancora a buone letture e buone pellicole. Lieta di essere tra loro! Diciamo che lei dimostra che le ragazze che sanno che le parole blush e fard indicano la stessa cosa non sono necessariamente le cugine delle veline o delle schedine, ma oltre il trucco c'è di più!!!
Da questi tre video si vede chiaramente che Federica si dedica a quest'arte con grande passione e dedizione, lo si capisce da come ne parla, da come le brillano gli occhi. Ama raccontare! Si appunta le cose, scrive, cancella, riscrive..come le replay! Ora però non voglio anticiparvi troppo!
Vi incollo i video in successione, armatevi di popcorn, sedia comoda perchè sono lunghetti, ma credetemi ne vale la pena.....e buona visione!
Dimenticavo... sono consigliati ad un pubblico che ha davvero una grande passione per la scrittura e vorrebbe farne, perchè no, un mestiere. Un pubblico che sa quanto sia complicato scrivere cercando di essere originali e non ridondanti o ovvi. Nel pubblico includo la mia vicina di stanza, attualmente in trasferta in England (mannaggia a lei!!) e alla mia amica sopracitata PlayToPlay, che poi è quella che ho citato anche negli ultimi post.
Ah, prima di terminare spiego: PlayToPlay grazie al cielo ha anche un nome ed è Barbara (Beba), ma l'ho soprannominata così perchè il suo blog su blogger si chiama PlayToPlay. Concludendo, guardate i video ma visitate anche il suo bellERRIMO blog!!! CLICCATE QUI PER IL BLOG!!!






LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...