sabato 29 ottobre 2011

La danza macabra di Lars

Mercoledì sera sono andata al cinema con un'amica Torinese (Ida) e abbiamo optato per Melancholia.
Raramente guardo le critiche e le recensioni prima di andare al cinema, solitamente le leggo il giorno dopo, solo dopo aver provato a riflettere sulla pellicola utilizzando il mio cervellino. Questo film mi ha un po' disarmata. Innanzi tutto è da catalogare tra i film indefinibili, quelli che non puoi consigliare o meno, quelli che non puoi definire belli o brutti. E' un prodotto di Lars Von Trier, un perfetto puzzle fotografico-musicale-retorico-poetico-scientifico-religioso....il tutto alla Lars Von Trier. Non c'è niente che sia lasciato al caso. Ogni scena, ogni oggetto, ogni frase è pensato e strutturato per dare delle emozioni, per decidere se lo spettatore si angoscerà, tratterrà la lacrimuccia, si fermerà a pensare. Direi che questi tre ingredienti sono perfettamente parte del mega impasto di Lars (chiamiamolo così, in amicizia). 
La fine del mondo. 12/12/2012, ormai questa data ha influenzato tutto, quando la Barilla finirà le scatole dei 150 anni dell'Unità d'Italia, sfodererà quelle della fine del mondo con decorazioni in stile Maya. Barilla a parte, forse anche Lars ha voluto dire la sua sulla fine del mondo, Maya e profezie apocalittiche a prescindere. L'uomo da millenni si domanda, ahimè retoricamente: Esiste una fine del mondo? Come finirà il mondo?
Lars ha provato ad ipotizzare questo ma non dando una risposta, bensì ponendo una nuova domanda, molto sottile a mio parere: se sapessimo che stiamo per vivere il nostro ultimo giorno, come lo vivremmo? Con chi trascorreremmo queste ultime ore sulla Terra?
Le risposte possono essere ovvie, oppure folli; ognuno di fronte alle catastrofi reagisce in modo differente. Lars, per rispondere, parte da un dualismo, un doppio, Justine e Claire (che sono anche i due capitoli del film), due sorelle in conflitto. Claire sposata con John, presumibilmente scienziato, madre di Leo, donna apparentemente perfetta e solida come una roccia, ma incline ad attacchi di ansia. Justine, donna bellissima e apparentemente felice, in realtà ha seri disturbi psicologici, è vittima di una specie di depressione che la porta a trascorrere lunghe giornate a letto. Nonostante questo, Leo la chiama "Zietta spezz'acciaio", epiteto che sicuramente vuole raccontarci qualcosa sul suo carattere, ma che per quasi tutto il film percepiamo come ossimorico rispetto alle caratteristiche della donna.
La storia comincia con il matrimonio di Justine e Michael, un matrimonio in cui c'è una continua voglia di assentarsi da parte della sposa, un matrimonio con un ricevimento organizzato da altri a cui gli sposi arrivano in ritardo, un matrimonio non accettato dalla madre di Justine, la quale non crede in questa istituzione.
Matrimonio che purtroppo finisce ancora prima di cominciare a crescere a causa di Justine, incapace, a quanto sembra, di gestire le situazioni, di gestire la propria vita e le proprie scelte.
La malattia è uno dei protagonisti di questo film che si contrappone alla ragione della scienza che è incarnata dal marito di Claire, John; John sa che Melancholia, il pianeta che sta passando vicino al nostro, non colpirà mai la Terra, i calcoli lo dimostrano, gli scienziati lo sanno. Egli cerca di tranquillizzare la moglie attraverso le sue teorie, Claire è molto preoccupata per la minaccia di Melancholia e quello che dice il marito non le basta per calmarsi.
Melancholia, grande protagonista indiscusso di questa storia, è colui che detta le regole dell'intera vicenda, comparendo in modo quasi impercettibile al matrimonio di Justine, sarà lui a decidere le sorti dei nostri personaggi, quasi come se fosse una cattiva stella, un influsso in grado di modificare la psiche delle persone ma anche degli animali. Nessuno è immune, anche John, che come abbiamo detto, incarna la ragione, ad un certo punto vacillerà. Melancholia è la depressione, è la presenza/assenza della malattia nella psiche, quella che pesa dentro di noi come un pianeta, un macigno, ci colpisce, a volte sembra si allontani, ma spesso torna indietro e la seconda volta è più difficile scappare. La depressione è la malattia che ti porta alla morte, così come Melancholia, in caso di collisione con la Terra, distruggerà tutto.
Melancholia però ha anche il suo fascino, la sua luce blu intensa richiama Justine durante la notte che, denutatasi completamente, si stende sulla riva del fiume come se si trovasse al mare, il tutto sotto lo sguardo della sorella che rimane esterefatta da questo gesto, da questa volontà della sorella di accettare l'influsso del pianeta.
Una danza macabra che porta lo spettatore a grandi riflessioni.

martedì 25 ottobre 2011

Nuovo Loooooook!

Ogni tanto cambiare fa bene, oggi, dopo aver terminato di studiare un libro, non avevo voglia di fiondarmi su un attento ripasso degli anni 70 quindi ho deciso di optare per un restyle del blog, che a dire il vero avevo cominciato ieri. Ho scelto questo stile molto minimal, serio e poco colorato, lo ammetto. Un po' forse dettato dal clima gelido di questi giorni, un po' in stile "strega bianca" delle Cronache di Narnia, un po' infinito, se volete. Insomma potete interpretarlo come meglio credete, a me piace pensarlo un po' in contrasto con il titolo: Life in Technicolor VS total white. Un ossimoro simpatico, non trovate? 

Detto questo, spero che il nuovo look del blog vi piaccia e prometto che presto tornerò a scrivere cose più sensate in questa sede! Purtroppo sono sempre un po' tirata con i tempi e quindi posso partorire solo: bazzecole! 
Devo anche intervistare Alessandra....vi assicuro che prossimamente comparirà un post sul suo libro e con la sua intervista!!!!!
Buona serata!

venerdì 21 ottobre 2011

Parole, parole, parole!

Scrivere per far passare il tempo è sicuramente molto divertente. Per chi scrive. Un po' meno per chi legge. Ecco perchè oggi inizio questo nuovo post. Non ho un argomento su cui andare a parare, ma visto che ho tempo ho detto: "dai, scriviamo un nuovo post!". Sapete, sono in attesa di andare in stazione a prendere il treno, ma c'è sciopero...LOVE! Quindi resto in Collegio almeno ancora una mezz'oretta poi mi appropinquo verso Porta Nuova.
Il problema di scrivere un post quando non si ha l'argomento è che si rischia di vomitare una serie di parole a vanvera senza arrivare in nessun posto, rischiando anche di annoiare il lettore (ehi, ehi! Sveglia!) che probabilmente in questo momento sta già bevendo il sesto caffè della giornata oppure sta cercando nel cassetto della scrivania il kit del suicidio.
Fermati carissimo perchè queste poche righe mi hanno dato un'idea!
Questa settimana mi sono imbattuta, su fb of course, in un link interessantissimo: l'associazione La Dante promuove un'iniziativa molto divertente. Accedendo al loro sito potete adottare una parola della lingua italiana diventando i suoi custodi, difendendola dagli usi impropri e anche dai non utilizzi. Insomma, diventerete i paladini della giustizia del termine scelto. 
Nel momento in cui adotterete la parola vi verrà richiesto di iscrivervi al sito, una volta registrati la parola, se è ancora disponibile, è vostra! Vi arriverà via mail un link, cliccate, accedete con le credenziali con cui vi siete iscritti....ed ecco che siete nella vostra "zona riservata" dove avete il certificato di adozione della vostra parola e da dove potrete scegliere di adottare altre parole. 
Insomma, siete ancora qui? Correte subito sul sito di LA DANTE e adottate la vostra parola!


mercoledì 19 ottobre 2011

Colazione con la mamma-fashionista

Andare a lezione alle 8 del mattino può avere i suoi pro e i suoi contro, di certo, andare a lezione a palazzo nuovo a quell'ora significa sfidare le intemperie umane causate da tutti gli studenti delle medie e delle superiori che si ammassando di fronte ai rispettivi istituti, accanto alla sede dell'università.
Ragazzini e ragazzine di 12-13 anni si accalcano verso le gradinate dell'entrata trascinando pesanti zaini rigolosamente con rotelle, roba che ai miei tempi era fantascienza e tutto doveva essere caricato sulle spalle. Nella mano libera solitamente sfoggiano una di quelle cartellette da disegno, oppure un altra borsa con dentro scarpe per la lezione di educazione fisica.
Al loro seguito poi ci sono diversi personaggi. Si passa dai papà assonnati con ancora la riga del cuscino sulla faccia, dal fratello o sorella maggiore che vanno al liceo vicino e quindi fanno la strada con l'insopportabile fratellino più piccolo e poi...ci sono loro: le mamme!
Premessa: quando io andavo alle medie era sempre mio papà ad accompagnarmi, mi "scaricava" davanti a scuola e poi andava al lavoro, le rare volte che mi portava mia mamma (che era addetta ad accompagnare mio fratello) faceva la stessa cosa. 
Vivendo a Torino ho imparato che esistono genitori che accompagnano i figli, attendono l'entrata e poi vanno al lavoro, altre lo lasciano davanti a scuola e proseguono al lavoro e poi c'è la mamma torinese fashionista che alle 8 del mattino sfoggia già un tacco 12, decolletè con il bel tempo e tronchetti ora che inizia a fare freddo. Indossa un abbigliamento che sembra appena uscito dall'ultimo numero di Vogue, vanta un'abbronzatura che potrebbe far impallidire Carlo Conti e solo con la sua borsetta potrebbe risollevare le sorti della nostra povera Italia. Codesta mamma-fashionista si sveglia al mattino, probabilmente già truccata e pettinata, sceglie dalla sua cabina armadio l'ultimo capo acquistato, stacca il cartellino, si veste e intanto sveglia il frugoletto. A questo punto mentre il figlio si lava la faccia, il 99% delle mamme italiane gli prepara la colazione, lei no. Si infila il tacco 12, inizia a sfogliare l'ultimo numero di Vogue per aggiornarsi sulle ultime dal mondo della moda e una volta che il bimbo è pronto lo porta a fare colazione nel bar vicino alla scuola. 
Entra al bar, prende due cappuccini e due croissant, dei tramezzini e quando paga alla cassa lascia in media 7 euro, ogni giorno.
Tu intanto, che sei notoriamente iscritta al partito di "quelli che al mattino hanno ancora la forma del cuscino stampato sulla faccia e fino a quando non bevo un caffè non riesco a capire chi sono e dove sono", la osservi. Inizi dalle scarpe e già hai un mancamento. Primo sorso di caffè. Sali e vedi queste gambe interminabili, magre, perfette. Secondo sorso di caffè. Vedi che non ha un filo di grasso, come se quel bambino fosse stato portato dalla cicogna. Terzo sorso di caffè. Vedi che sfoggia una borsa da urlo da cui estrae un portafogli altrettanto da urlo, facendo attenzione a non rovinare lo smalto sulla cerniera. Quarto sorso di caffè. E qui inizi a considerare che tu sei lì, mezza arruffata, in scarpe da ginnastica, jeans, giacchetto, con una tracolla tamarrissima con scritto London, non avrai mai quell'abbronzatura e soprattutto non avrai mai quel look alla mattina alle 8. 
Intanto, mentre tu ti perdi nei tuoi pensieri ed inizi a perdere gradualmente la tua autostima, lei e il frugoletto escono alla volta delle medie. Dialogo zero. Cellulare in mano. 
Finisci il caffè e senti che non sei l'unica a "farti delle domande". Paghi ed esci. 
Eccola là, in mezzo alla folla delle altre mamme. Fortunatamente queste hanno scarpe basse, pantaloni comodi e capelli...da mamma, ordinati, ma non da sfilata di moda. E così la tua autostima inizia a risalire.

Mina e il suo fan

Ormai credo siano tutti al corrente dell'ultimo fatto accaduto a Mina, ebbene, la cantante più sfuggente degli ultimi anni ha ricevuto tra i vari pezzi proposti dai suoi fan-musicisti, un brano che ha deciso di includere nel suo album. Ogni anno ricevono un sacco di proposte, tutte, spiega il figlio di Mina, vengono sottoposte ad un attento ascolto da parte della cantante, in questo modo sono stati scoperti gruppi musicali come gli Audio 2. Fino a qui niente di che, anzi, complimenti a chi è stato così bravo da impressionare Mina a tal punto da far inserire il brano nel suo disco. Purtroppo l'autore ha commesso un errore: non ha lasciato contatti insieme al brano consegnato alla casa discografica...e adesso? Chi è questo musicista fantasma?
Mina e il suo staff sono in fase "caccia all'uomo", in modo anche da potergli attribuire i diritti d'autore, nel caso in cui costui non saltasse fuori, la Siae accantonerà i diritti. 
In queste ore probabilmente migliaia di persone cercheranno di rivendicare la paternità dell'opera, ma il figlio di Mina ha dichiarato che la voce si sente chiaramente ed è senza accenti, quindi suppongo che verranno fatti i dovuti controlli e confronti prima di svelare il nome dell'autore. 
Il brano in questione si chiama Questa canzone e può essere ascoltato dal sito ufficiale di Mina a questa pagina CLICCA!
Una storia che ha dell'incredibile, una storia strana e curiosa, capitata ad una delle cantanti che da anni non vuole più mostrarsi in pubblico, ad una cantante-icona che vive del suo volto passato ma sconvolge ancora tutti con la sua voce sempre potente e meravigliosa. Una storia che a parer mio merita di essere raccontata da un film, magari un po' romanzata, certo, ma...pensate se l'autore ha voluto fare questo dono a Mina e alla musica, indipendentemente dal guadagno, sarebbe la più bella dichiarazione d'amore fatta verso la musica. Un autore fantasma che compone brani meravigliosi....chissà che qualche sceneggiatore non stia già componendo un soggetto!

domenica 16 ottobre 2011

Cultura mon amour!

Oggi non voglio spendere molte parole, ma voglio dedicare un po' di spazio ad un comico italiano: Giacomo Poretti.
Personalmente non amo la città di Milano, ma le sue parole sono molto toccanti e meritano di essere ascoltate da tutti, credenti e non. Buona visione!
 





sabato 15 ottobre 2011

Italo Calvino

88 anni fa nasceva a Cuba, più precisamente a Santiago de Las Vegas, un personaggio molto importante, un personaggio fondamentale per la nostra letteratura Italiana: Italo Calvino.
Nel mio "cursus studiorum" non ho avuto la fortuna di studiare molto le opere di Calvino, ho letto Il barone rampante liberamente costretta dalla prof di lettere del biennio, non mi era piaciuta molto la storia di quel birbante anticonformista che saltellava da una pianta all'altra senza voler più rimettere piede a terra. 
Ho iniziato ad apprezzarlo solo recentemente con libri come Il castello dei destini incrociati, ma soprattutto lo adoro per le Lezioni Americane. Ho sempre voluto leggere le sue opere, Palomar, Le cosmicomiche, Se una notte d'inverno un viaggiatore...eccetera, forse senza la costrizione dall'altro riuscirò ad apprezzarle, soprattutto mi farò consigliare da una mia amica, Alessandra Chiappori, amante spassionata di Calvino e soprattutto autrice di un libro molto interessante che a breve recensirò sul blog. Sono entrata in possesso solo ieri della sua pubblicazione calviniana e spero di poterne parlare presto in questa sede, magari anche attraverso un'intervista alla stessa autrice, che sembrava favorevole a prestarsi per questa cosa un po' nuova.
Per chi fosse interessato il libro è intitolato: Originalità della scrittura giornalistica di Italo Calvino, edito da Albatros, autrice Alessandra Chiappori.
Preparatevi all'intervista del secolo, perchè sarà molto divertente!!!








mercoledì 12 ottobre 2011

Carnage

Se siete fan di Polanski non potete di certo perdervi il suo ultimo film. 
Tratto da Il dio del massacro, opera teatrale di Yasmina Reza, Carnage inizia con una scena che dà il via all'intera vicenda: Zach colpisce Ethan al volto con un bastone, in seguito a questo incidente i rispettivi genitori decidono di incontrarsi per risolvere la situazione dei figli. 
I genitori di Ethan, il ragazzo colpito, sembrano la coppia perfetta. Madre, Penelope, scrittrice, ma che non vuole dire che lavoro fa, padre, Michael, venditore di oggetti per la casa sembrano aver educato il loro figlioletto secondo i principi della pace tra gli uomini. Penelope nel tempo libero cucina dolci, modificando anche le ricette dettate dalla suocera, Michael sembra il padre modello che tutti vorrebbero diventare. La spada di Damocle però che pende sulla sua testa e che inizia a far traballare la sua maschera, è rappresentata dal criceto, animale domestico della figlia, che egli abbandona per strada poichè è un animale fastidioso, che dorme di giorno e disturba di notte non facendo dormire la famiglia.
I genitori di Zach invece sono sicuramente parte della classe più ricca, quella degli uomini perennemente incollati al blackberry, come Alan, e delle donne manager, Nancy, costrette ad intraprendere da sole il ruolo di educatrice nei confronti dei figli. 
Dopo un primo incontro tra le due coppie, in cui vengono chiaramente messe in evidenza le loro posizioni, mentre stanno dialogando sulla porta di casa, Alan e Nancy vengono fatti rientrare per bere un caffè ed assaggiare una fetta della famosissima e squisita torta di Penelope. 
La porta del salotto è quasi una linea di demarcazione, un punto che quando viene sorpassato tende a ribaltare i ruoli delle coppie, ecco che quindi a turno salgono sul banco degli imputati e vengono messi in evidenza i loro difetti.
I primi ad essere accusati sono Alan e Nancy: vengono tampinati di domande da Penelope che sembra voler sottolineare che non hanno saputo educare bene il proprio figlio.  Alan riconosce di avere un figlio testone e a parere suo è impossibile dettargli legge, ma Nancy non vuole saperne, non è assolutamente vero. Alan sembra essere un padre perennemente assente, troppo preso con il lavoro presso le case farmaceutiche non ha tempo per crescere il figlio, non se ne occupa minimamente. Nel momento in cui la moglie getta il suo cellulare nel vaso di tulipani, egli si dispera, quasi come se avesse perso un figlio.
Nancy sembra  capace di reagire solo attraverso il vomito e quindi il rigetto verso questa situazione. Il vomito di Nancy va ad intaccare i libri di arte di Penelope che sono disposti sul tavolino, sono libri rari, uno è un catalogo del 1957, introvabile. Dopo una prima reazione scontrosa al danno involontario arrecato da Nancy, Penelope sembra scusarla, quasi cercando di rimettere a posto i cocci della sua maschera di mamma perfetta. La sua schizofrenia però non è oscura allo spettatore che la vede più volte lamentarsi con una donna, probabilmente quella delle pulizie, che mette in frigor la torta e nel mobiletto la cocacola, che sposta i secchi delle pulizie. La domanda però sorge spontanea: ma questa donna delle pulizie esiste veramente o è solo frutto della sua immaginazione o di uno sdoppiamento della personalità? Quando accompagna Alan in bagno notiamo che il letto matrimoniale non è ancora stato rifatto, segno che la signora delle pulizie non è ancora passata quella mattina, oppure lei stessa, Penelope non ha fatto i lavori di casa. 
Michael viene accusato di essere stato crudele con il criceto, infatti secondo Nancy, ma anche secondo Penelope è stato assurdo abbandonare quell'esserino per strada, un piccolo esserino indifeso che Michael ha rovesciato dalla scatola perchè schifato all'idea di doverlo toccare.
Ecco quindi che la maschera di perfezione di Penelope e Michael comincia a vacillare e si rompe completamente nel momento in cui entra in gioco una bottiglia di Scotch scozzese. Nessuno si rifiuta di bere e pian piano tutti i lati peggiori dei quattro personaggi vengono messi in evidenza, Penelope abbandona la sua perfezione e fa sospettare addirittura di essere alcolista, Michael non è il padre fantastico che tutti vorrebbero avere, Nancy è una madre sola e attaccata ai beni materiali, la borsetta con i trucchi, così come il marito Alan ama il suo cellulare.
Dei genitori decadenti insomma, incapaci di essere adulti ed incapaci quindi di educare i propri figli, genitori che si ubriacano nella prima parte della giornata, probabilmente al mattino, genitori che non sono in grado di accordarsi su quello che è accaduto ai propri figli. Vengono spesso ripetute le parole "vittima" e "carnefice", spesso a sproposito, spesso con scarsa obbiettività. Alla fine la vicenda resta non risolta, non sappiamo se Zach si sia effettivamente pentito del gesto e se si sia recato a casa di Ethan per scusarsi, sicuramente lo spettatore è cosciente del fatto che entrambi i ragazzini sono vittime, non l'uno dell'altro, ma vittime di genitori che non sono stati in grado di crescerli e di responsabilizzarli. 
La scena si svolge tutta nel salotto della casa di Penelope e Michael, salotto che diventa quasi un ring, una scatola, a tratti anche labirintica.

martedì 11 ottobre 2011

How I Met Your Mother

Arrivo tardi, come al solito, a parlare di una sitcom che negli USA sta spopolando da mesi, anzi, da anni! La serie in questione, come avrete notato dal titolo è How I Met Your Mother, tristemente tradotto nel nostro bel paese con E alla fine arriva mamma, poi successivamente ritrattato con How I Met Your Mother - E alla fine arriva mamma. Come al solito gli italiani dimostrano scarsa abilità nella traduzione dei titoli anche quando non ci sono giochi di parole tipo Eternal Sunshine of a Spotless Mind o Confessions of a Shopaholic. Evidentemente un semplice Come conobbi la mamma non vendeva, allora a quel punto lasciamo il titolo originale che è meglio. Ma titolo a parte, di cui in questo post ci interessa relativamente, sono diversi i punti che meritano di essere ammirati in questa sitcom, quello che mi colpisce maggiormente riguarda le storie dei personaggi e il loro meraviglioso ed architettonico sistema di presentazione all'interno dell'intera vicenda.
How I Met Your Mother racconta di come Ted ha conosciuto la moglie, ma la strada è lunga, si perde, passa per strade parallele, lancia indizi, a volte anche falsi, depista lo spettatore. Ci ritroviamo quindi nella storia di Ted che è anche la storia di Lily e Marshall, la storia della sua relazione con Robbie, la storia di Barney. 
Ted ama perdersi nei particolari e la storia di questo incontro con la moglie si trascina e si trascina ben oltre il previsto, ma lo spettatore è felice di questo perchè il ritmo della narrazione (20 minuti circa ogni puntata) non scende mai, Barney ha sempre la battuta pronta su tutto e i neologismi coniati in ogni situazione rendono il quintetto unico. In molti hanno paragonato i cinque di How I Met ai sei di Friends, altra ben nota serie tv che ha spopolato e ha contagiato milioni di telespettatori in tutto il mondo. Le carte sul tavolo sono le stesse: giovani, amore, amicizia, coppie, lavoro, genitori.... ma la cosa che differenzia questa serie è che stranamente il punto di arrivo è dichiarato fin dall'inizio. E' certo che Ted alla fine si sposerà, sappiamo che ha due figli, perchè sono due i ragazzi a cui racconta la storia dell'incontro, inoltre c'è la parola "mamma" nel titolo. Nonostante sappiamo già come va a finire, è impensabile colmare il vuoto della congiunzione Ted Mosby-futura signora Mosby senza guardare ogni singolo episodio.
La bravura degli sceneggiatori americani è messa in risalto in ogni secondo, ogni personaggio ha un passato ben costruito, un presente e un futuro, sono tutti perfettamente credibili, sembra quasi esistano veramente nella realtà. Barney è il mio preferito. Certo, non condivido molto i suoi pensieri riguardo le relazioni, ma sicuramente è il pepe giusto che scuote le dinamiche del gruppo e rompe gli schemi che potrebbero diventare monotoni e ripetitivi. Spesso, quando mi trovo davanti a questi prodotti made in USA, mi domando se mai in Italia verrà prodotto qualcosa di simile. Ci hanno provato con Boris ed è andata bene, ma penso di esprimere il pensiero di molti dicendo che sarebbe veder nascere qualcosa del genere nel nostro bel paese. Non è forse uno stile propriamente italiano, certo...ma mai dire mai! I hope!!! 
Un consiglio per chi guarda la serie: lingua originale e se servono sottotitoli, snobbiamo la versione doppiata, perde parecchio!!



venerdì 7 ottobre 2011

To Steve...


Con un giorno di ritardo, anche questo blog vuole ricordare un grande personaggio che è morto ieri. Steve Jobs. Ho scelto questo poster che ho trovato su fb realizzato da un grafico, questa è la sua pagina su facebook. https://www.facebook.com/pages/Alessandro-Giammaria-Graphic-Web-Designer-Freelance/149050005135223 




Notre Dame de Paris

Sono passati ormai 10 anni da quando per la prima volta il primo Gringoire ha intonato sui palchi più importanti di tutta Italia il celeberrimo "Tempo delle cattedrali", 10 anni ricchi di grandi successi per Riccardo Cocciante che prima con Notre Dame de Paris e poi con Giulietta e Romeo ha contagiato tutti con le sue note. 
Naturalmente non è solo la musica a colpire di questo spettacolo, ma è l'impianto scenico che per noi Italiani è qualcosa di "mai visto prima".
Cocciante però non li chiama Musical, ma Opere Popolari.
Venerdì 30 settembre, dopo 10 anni di attesa, ho avuto la fortuna di vedere finalmente dal vivo Notre Dame de Paris: penso non ci siano parole degne che possano raccontare lo splendore, la maestosità di questo spettacolo e della macchina scenica.
Scrivere l'ennesima recensione su questo spettacolo potrebbe essere rischioso, molto probabilmente si dice qualcosa di già sentito oppure si dice altro che magari la maggior parte del pubblico non apprezza. Penso non sia da mettere in discussione la genialità di Cocciante e del suo librettista Luc Plamondon sono obiettivamente senza pari in Italia, dove da anni non esistono produzioni made in Italy che possano reggere il confronto con i loro prodotti.
Fin dalle prime note si viene trasportati in un mondo meraviglioso in cui ti viene voglia di cantare e di ballare, si rimane con il fiato sospeso sia quando cantano i cantanti, sia quando gli acrobati danno il meglio di sè regalandoci numeri quasi circensi.
Non ci sono più i ben noti Lola Ponce e Giò di Tonno, ma il secondo Cast non è di certo una seconda scelta, anzi, in alcuni casi si tende a preferire le tibriche di questi attori rispetto ai precedenti interpreti. Certo, se si finisce sotto le grinfie di Cocciante e del suo staff, bisogna davvero essere bravi, bisogna essere delle macchine da palcoscenico, precisi fino ai minimi dettagli.
Purtroppo mi è impossibile fare un confronto tra la prima e la seconda edizione dal momento che ho assistito solamente alla seconda dal vivo, mentre l'altra l'ho vista in televisione, ma credo che bene o male le cose cambiate siano pochissime e comunque poco rilevanti rispetto alla struttura complessiva dello spettacolo.
Apice della serata, a parere mio, è il numero in cui vengono introdotte sul palco le campane, credo sia impossibile descriverlo in modo da spiegarvi quello che si prova, però vedere tre campane, ondeggiare sospese nel vuoto, con gli acrobati che si esibiscono in piedi su di esse...è qualcosa di magico!
Negli anni in molti hanno provato ad affibiare ai prodotti di Cocciante l'etichetta musical, ma, lui si è sempre risentito, a causa della diversa impostazione di base che hanno le sue opere rispetto a quelle della West End o di Broadway. Si tratta di Opera Popolare, prossimamente vi spiegherò anche il suo significato, o per lo meno come la interpreto io. 
Un ultimo appunto riguardo il teatro in cui ho visto lo spettacolo. Originariamente il "tributo" doveva andare in scena a fine giugno a San Siro, la data è stata posticipata a settembre presso il Teatro Arcimboldi, che per capirci velocemente è dove registrano Zelig, situato in zona Bicocca a Milano. Penso che la visione di questo spettacolo all'aperto, sia un'esperienza unica, ma la produzione riteneva poco adatto uno stadio vista la ricorrenza. Letta tra le righe: non avevano venduto tutti i biglietti, cosa che si è dimostrata vera dal momento che venerdì sera c'erano molti posti vuoti! 
Per il resto vi saluto e vi chiedo scusa per aver impiegato una settimana a scrivere questo brevissimo post.

sabato 1 ottobre 2011

Quando la MODA scende in campo...

Si può essere d'accordo o meno con il j'accuse lanciato da Della Valle, ma sinceramente visto quello che sta facendo LA CASTA in questo periodo, mi domando come si possa dargli torto! E' stato accusato di aver pagato i quotidiani per farsi ascoltare, a detta di La Russa, allora mi domando, ma il signor Premier, non si è comprato tutte le reti televisive per farsi ascoltare?
Penso che l'Italia si trovi davanti ad una svolta, di certo così non si può andare avanti. La gente è stanca, serve più unione, serve più amore per il paese, servono novità positive ed interessanti. Siamo stanchi dei politici corrotti! 



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